Video Games, Cartography, Virtual Worlds, Game Studies, Sociology :: Call for Proposals – Deadline: April 25, 2009.
Il progetto How They Got Game presso la Stanford University sta attualmente cercando documenti in grado di esaminare le relazioni esistenti tra mappatura, pratiche cartografiche e giochi elettronici per un libro illustrato che sarà pubblicato nel 2010. In particolare, l’interesse sarà focalizzato sulle rappresentazioni degli spazi nei video game attraverso il supporto di mappe e strumenti di mappatura.
I video game istituiscono nuove topografie e nuove geografie che nel fare ovvi riferimenti a modelli pre-esistenti creano una nuova comprensione del mondo e dei suoi spazi. Lo scopo è quello di mostrare e spiegare come gli spazi digitali [ovvero video game e mondi virtuali] siano stati mappati da una nuova generazione di cartografi.
Tra i temi sarà possibile trovare:
– Storia ed evoluzione della mappatura nei giochi
– Origini ed evoluzione dei manuali di strategia
– Uso dei moderni strumenti di cartografia (ad esempio Google Earth) per i video game.
– Uso di display innovativi per mappare/visualizzare i giochi
– Studio dei casi attraverso giochi fondamentali che utilizzano soluzioni cartografiche innovative
– Questioni legali legate alla cartografia nel gioco
– Visualizzazione delle informazioni legate al gioco dentro e fuori dallo schermo
– Relazione tra cartografia ludica tradizionale (analogica) e digitale
Si prega di inviare una o due pagine di proposte entro il 25 aprile a Matteo Bittanti, all’indirizzo bittanti@Stanford.edu e/o HenryLowood all’indirizzo lowood@Stanford.edu e/o bonniedevarco all’indirizzo devarco@cruzio.com.
L’interdisciplinarità sarà la caratteristica peculiare di questo progetto. Gli autori sono invitati a includere immagini ad alta risoluzione e a usare materiale illustrato nei loro saggi in modo creativo, più che complementare. Gli autori dei documenti hanno accettato di essere informati entro il 1 giugno 2009. Oltre al libro, al momento si sta valutando la possibilità di vari spin-off (ad esempio l’organizzazione di una mostra).