Sin dalla sua creazione nel 2009, space brain Laboratory, avviato da Ann Veronica Janssens e Nathalie Ergino, direttrice dell’Institut d’art contemporain, partendo dal campo di sperimentazione dell’arte, ha messo in discussione la ricerca pratica e teorica che permette la creazione di collegamenti tra spazio, tempo, corpo e cervello.
Interdisciplinare per natura, questo progetto riunisce il pensiero e le esperienze di artisti e ricercatori provenienti dalle scienze fisiche e umanistiche (antropologi, astrofisici, storici d’arte, neurofisiologi), inglobando i progressi delle neuroscienze e dell’astrofisica assieme alle attuali pratiche di ipnosi e dello sciamanesimo.
Partendo da station 1(0), space brain Laboratory propone di basarsi su una percezione “estesa”, prendendo in esame le interrelazioni tra l’uomo e il suo ambiente, il suo rapporto con la terra e il cosmo. Considerando una civiltà che incentiva la crescente compartimentazione dell’essere umano, all’interno di una nozione che rimane comunque dualista, il laboratorio intende esplorare le recenti ricerche nei campi dell’astrofisica, dell’astrobiologia e dell’antropologia… incrociandole con quelle degli artisti, dell’assioma, messo oggi in discussione, uomo-mondo e del corpo esteso in proporzione all’universo. Dalla percezione alla fusione, dall’immersione all’osmosi.
Fondatori: Ann Veronica Janssens, artista e Nathalie Ergino, direttrice del Institut d’art contemporain, Villeurbanne/Rhône-Alpes.
Partecipanti: Elisa Brune, scrittrice (romanziera e saggista) e giornalista scientifica
Denis Cerclet, antropologo, docente presso Université Lumière Lyon 2
Arnauld Pierre, storico d’arte, professore presso Université Paris IV-Sorbonne
Jean-Louis Poitevin, dottore in filosofia, scrittore e critico d’arte.