SONARMAGICA:
SONAR MULTIMEDIA 2007

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Francesco D’Orazio

Per quale motivo si va al Sonar? Per la musica, per le feste, per Barcellona, per l’estate che inzia, per gli amici da tutto il mondo che incontri una volta l’anno, per le nuove persone che conosci, per il mare…

Vero, tutte ottime ragioni che esercitano la pressione decisiva sul dito che fa l’ultimo click sul biglietto aereo per la Catalogna. Ma c’è anche un’altra ragione per cui vale la pena andarci: il Sonar è forse la più ricca esposizione mondiale sulle trasformazioni contemporanee dell’ambiente mediale. Sonar Multimedia non è solo un festival di media-art, una mostra sui nuovi media, una serie di workshop e conferenze sui media digitali ma ogni volta è una specie di trattato esperienziale sul paesaggio mediale contemporaneo.

Con una lucidità degna della migliore ricerca scientifica (o della meno accademica, scegliete voi), la sezione multimediale del Sonar riesce da tempo a cogliere con estrema precisione i tratti essenziali delle mutazioni mediali. Sono tre i concetti chiave della sezione Multimedia 2007: magia, immersione e società aurale.

Dopo aver esplorato la ridefinizione del concetto di spazio e di territorio nell’epoca dei media digitali (2004 – Micronazioni, 2005 – Paesaggismo del XXI Secolo, 2006 – Always On), SONARMATICA esplora quest’anno l’universo della magia, o meglio, della natura magica della tecnologia. Il rapporto tra magia e tecnologia è un nodo centrale non solo dell’immaginario collettivo contemporaneo e in particolare del modo di rappresentare la tecnologia ma è anche un aspetto centrale delle modalità cognitive che attiviamo quando usiamo effettivamente le tecnologie.

SONARMATICA 2007 mette in scena la natura magica delle tecnologie mediali e par farlo riparte dalla famosa Terza Legge di Arthur C. Clark, “Ogni tecnologia sufficientemente avanzata è indistinguibile dalla magia”. Un salto completo rispetto alle precedenti edizioni? Assolutamente no, anzi, il sequel perfetto! La logica magica è una delle modalità cognitive principali attraverso le quali gestiamo l’interazione con con la maggiorparte delle tecnologie contemporanee, soprattutto con quelle che non sono più basate sulla meccanica ma sull’elettricità e sono esplose oggi nella panoplia delle tecnologie digitali.

Non sappiamo esattamente come funzionino ma sappiamo esattamente cosa fanno e cosa dobbiamo fare noi perchè lo facciano. Il meccanismo tipico del pensiero magico che struttura il nostro rapporto con la tecnologia è l’analogia. Utilizziamo l’analogia ogni volta che abbiamo a che fare con qualcosa che non conosciamo o di cui non conosciamo il funzionamento. Lo facciamo per trasformarlo in qualcosa di conosciuto. Come scrive Marvin Minsky “Quando il funzionamento interno di un oggetto è troppo strano, o sconosciuto, o complicato per farsene un’idea, estraiamo le parti del suo comportamento che possiamo capire e le rappresentiamo con simboli familiari, o coi nomi di oggetti familiari che fanno cose analoghe. È una grande idea, questo uso dei simboli; consente alla nostra mente di trasformare le cose strane in cose comuni.”.

Questa modalità magico-analogica di interazione con la tecnologia si attiva tutte le volte che abbiamo a che fare con qualcosa di abbastanza complesso da non riuscire a comprenderne appieno il funzionamento, tutte le volte che elaboriamo un meccanismo analogico in grado di spiegare delle correlazioni causali che altrimenti non saremmo in grado di spiegare. In questo senso, nel caso delle tecnolgie digitali, facciamo uso quasi sempre di una logica magica.

Recuperando un approccio affabulatorio e circense da Gabinetto di Fisica Ottocentesco, in cui la dimostrazione scientifica si trasformava in uno spettacolo che doveva affascinare, terrorizzare e meravigliare il pubblico (vedi la fantasmagoria ), Sonarmatica 2007 esplora il nodo magia-tecnologia attraverso una serie di opere multimediali di artisti come Masaka Fujihata, Paul de Marinis, Julián Maire, Takeshi Ishiguro, Golan Levin e Zachary Lieberman. I nuovi Etienne Gaspar Roberson trasformeranno i sotterranei del MACBA nell’arena della fantasmagoria digitale.

Mentre gli spiriti occulti della tecnica invadono il CCCB, al Centre D’Art Santa Monica, SONARAMA 2007 promette un’immersione totale nella spazializzazione del suono. SONARAMA è la sezione del Sonar dedicata agli sviluppi della new media art e in generale delle forme espressive multimediali. Un programma ricco di workshop, installazioni e performance entusiasmanti ha fatto sì che negli anni quest’area del festival sia diventata una delle più frequentate. Il tema del SONARAMA 2007, le installazioni, i concerti audiovisivi e le performance in programma fanno facilmente prevedere che il Santa Monica quest’anno verrà letteralmente preso d’assalto.

La spazializzazione del suono è una delle aree più affascinanti della sperimentazione contemporanea. Dall’ Opera d’Arte Totale di Wagner ai Vortex Concert negli anni Cinquanta alle sperimentazioni francesi dell’Ircam dagli anni Settanta, l’idea di trasformare la musica in un sistema di stimolazioni fisiche che ricostruiscno un vero e proprio ambiente spaziale abitabile fisicamente dall’ascoltatore ha raggiunto un livello di sviluppo maturo e molto complesso che permette ormai esperienze d’ascolto realmente olistiche. Dimenticate la frontalità, dimenticate il palco, dimenticate lo spazio direzionale e immergetevi in uno spazio sferico in cui la musica non si sente con le orecchie ma con tutto il corpo.

Tra i progetti selezionati, le sculture cinematiche virtuali di Jost Muxfeldt (Audio Kinematics), misto di spazializzazione e visualizzazione grafica del suono http://kinematics.glyph.de , la dream machine totale di Kurt Hentschlager che con FEED mette a punto una sorta di evoluzione biologica della Sindrome di Stendhal www.hentschlager.info , e infine l’opposto, la deprivazione sensoriale, la progressiva eliminazione delle stimolazioni sensoriali dei Blackout Concert di Tres – www.elsilencio.com/concierto_para_apagar.php?l=en, che finiscono quando si raggiunge il livello massimo di silenzio e oscurità dell’ambiente.

A questo punto se avete dato un’occhiata anche solo alla metà delle cose in programma e vi siete sottoposti ai bombardamenti sensoriali del SONARAMA sarete quantomento esausti. Se cercate un posto in cui rilassarvi tornate al CCCB e conquistate una delle poltrone ergonomiche della sezione DIGITAL ART A LA CARTE, infilatevi un paio di cuffie e perdetevi in un menù altrettanto ampio diviso in tre mostre.

La prima, curata da Alessandro Ludovico di Neural, esplora il fenomeno dello spam come espressione e rappresentazione di una economia del desiderio . Nelle opere presentate il non-contenuto della comunicazione spam viene trasformato in una forma espressiva forte e materiale che lo rende visibile e tangibile. Un’operazione che rivela quanto una forma comunicativa solo apparentemente inconsistente sia inevitabilmente una delle forze più invasive che danno forma alla nostra esperienza quotidiana. Tra i progetti presentati Jonathan Land, “The Spam Letters”http://thespamletters.com/, Richard Airlie, Ian Morrison, “Spamradio” – http://www.spamradio.com/, Alex Dragulescu, “Spam Architecture” – http://www.sq.ro/spamarchitecture.php, Bill Shackelford, “Spamtrap”http://billshackelford.com/home/portfolio_spamtra_826, Markus Boeniger, “Spam Shirt”http://www.spamshirt.com, Luca Bertini, “800- 178968, a toll free number” – http://ilnumeroverde.net/about/cornice3_eng.html, Dean Cameron, Victor Isaac, “Urgent & Confidential” – http://www.spamscamscam.com/, Nick Philip, Nowhere.com – http://nphilip.best.vwh.net/instal.htm, Today’s spam – http://spamtoday.blogspot.com

La seconda mostra, Aural Networks , curata dal collettivo galiziano Mediateletipos – www.mediateletipos.net , esplora l’uso del Web e in particolare delle piattaforme web 2.0 per la produzione e la distribuzione di musica e suoni. In che modo la distribuzione è cambiata? Quali sono i nuovi percorsi della musica? Come cambia l’ascolto? Quali strumenti offre il web per produrre musica in modo collaborativo? Quali strumenti offre per organizzare il panorama vastissimo della produzione musicale contemporanea? Il web sta di fatto ricomponendo questo panorama frastagliato fornendo strumenti di aggregazione del contenuto che funzionano secondo criteri semantici e sociali.

Alcune proposte interessanti arrivano da progetti come Pandora – www.pandora.com , sistema di classificazione e distribuzione “ontologica” della musica online che è diventata negli ultimi 3 anni una delle radio web più grandi con milioni di utenti (a proposito, www.last.fm se la sono scordata?); Earlab – http://earlabs.org , un sistema di condivisione in rete che fornisce link e recensioni a produzioni musicali pubblicate da elabels e da etichette tradizionali con un focus sull’elettronica e l’ambient; ccMIXTER – http://ccmixter.org/, una community che offre tools per la produzione e la condivisione di remix e mash-up rilasciati sotto Creative Commons; Freesound http://freesound.iua.upf.edu/, community basata sulla condivisione di un database collaborativo di suoni rilasciati sotto Creative Commons; Jamendo – http://www.jamendo.com/en/, social network che mette in comunicazione direttamente artisti e pubblico e mira a tagliare completamente la fase della distribuzione.

La terza mostra, curata in collaborazione con l’agenzia NIU – www.niubcn.com , esplora la scena dell’arte multimediale barcellonese. Tra i progetti selezionati INTIMIDADES – www.intimidades.es , ELECTROSPOKEN WORLD VIDEO COLLAGE GENERATOR – www.desilence.net, AIRPORT – www.matekemata.com , CATANGOS REMIXED – www.niubcn.com/catangos, 28 DEAD…HUNDRED INJURED – www.myspace.com/ac3monitor, EL CRUCE – www.haztelo.com, WIRELESS ARTIST FOR EVERYONE! – www.myspace.com/institutfatima, USTED NO ESTÁ AQUÍwww.equipoweb.de

Infine presso lo Science Museum della Cosmocaixa di Barcellona, SONAREXTRA presenta “Physics and Music. Vibrations for the soul”, mostra che esplora con taglio tecnico e fisiologico la produzione e la percezione del suono. La mostra è costruita su un modello hands-on à la Haus der Muzik viennese. Una serie di strumenti, sculture sonore e installazioni create dai fratelli francesi François e Bernard Baschet permettono ai visitatori di sperimentare come le proprietà fondamentali della musica (toni, timbri, intensità, armonie e ritmi) si propagano attraverso gli organi sensoriali del corpo umano.

Se non siete ancora sazi c’è un intero programma di proiezioni cinematografiche (SONARCINEMA). A parte questo, fiumi di musica e persone per quattro giorni.