Judith Malina e Hanon Reznikov del Living Theatre hanno presentato al Politeama di Cascina (Pisa) il film Resist! di Dirk Szouszies e Karin Kaper sulla storia del rivoluzionario gruppo teatrale. A vent’anni esatti dalla morte di Julian Beck.

Vent’anni fa, il 14 settembre 1985 moriva a New York Julian Beck, fondatore con Judith Malina del più famoso gruppo della neoavanguardia teatrale, il Living Theatre, il “teatro vivente” ancora in attività dopo cinquant’anni. Il suo messaggio anarco-pacifista ha rivoluzionato la scena mondiale diventando un punto di riferimento per la ricerca espressiva contemporanea. Julian Beck è stata una delle più straordinarie menti creative del Novecento, poeta e pittore, regista, interprete e scenografo ha incarnato l’urlo e la rivolta alla società capitalista e guerrafondaia con il suo teatro della crudeltà ispirato ad Artaud che toccava nel profondo la sensibilità dello spettatore. Teatro da cui scrutare impietosamente il mondo, teatro come diceva Beck, “migliorativo”, del cambiamento e della consapevolezza sociale. Secondo alcuni critici l’imponente personalità artistica di Beck, per la sua opera capitale e rivoluzionaria di distruzione della forma artistica tradizionale, sarebbe da paragonare a Vasilij Kandinskij. Ricordiamo alcuni dei capolavori con firma di Julian Beck e Judith Malina: The connection, la forza espressiva dell’iperrealismo, Antigone , manifesto del pacifismo e della disobbedienza nel Sessantotto, Mysteries, il “teatro libero” e Paradise now, la rivoluzione a teatro.

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Per tutti noi che abbiamo visto nel Living Theatre incarnarsi l’utopia concreta di un’antistoria, di una rivolta fatta di corpi e azioni che invadono le platee e le strade di New York o le fabbriche di Pittsburgh, la memoria è un dovere. Per celebrare la memoria di Beck, Judith Malina è arrivata in Italia con l’attuale marito e direttore della compagnia Hanon Reznikov per una breve tournèe; al Politeama di Cascina ha presentato Resist! un appassionato film girato in digitale e trasferito in 35 mm da un ex componente del gruppo, Dirk Szouszies (evento a cura del Politeama, Università di Pisa e Forum degli allievi della Scuola Normale Superiore di Pisa).

Dall’aprile 2000 Szousies li ha seguiti in varie parti del mondo mentre il gruppo riallestiva Paradise now negli Stati Uniti, con una versione che musicava i famosi slogan, e mentre portava, con tutta la forza destabilizzante e ottimistica del loro messaggio antiviolento, l’ultimo spettacolo Resistence in Libano e a Genova durante l’anti G8. Sono questi i due momenti su cui si concentra l’attenzione di Dirk Szousies, dimostrando la forza di rottura e la continuità, ideale e concettuale, del lavoro del Living theatre, in perfetta coerenza con l’idea di Malina e Beck di un teatro come presenza nel mondo, accadimento attuale, qui e ora; teatro come processo interminabile . E in mezzo le “azioni” in strada: dal ciclo de L’eredità di Caino a Not in my name, naturali filiazione di Antigone e di Frankenstein che già presagivano l’uscita dalla struttura teatrale-culturale borghese.

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Il film restituisce con grande efficacia la forza, l’impegno e la resistenza del gruppo a un mondo (e a un apparato artistico…) “frankensteiniano”, trasportandoci dentro i momenti cruciali della loro esistenza e nei luoghi del Living di oggi: la New York del Ground Zero e Rocchetta Ligure, dove Judith Malina e Hanon Reznikov discutono e progettano, insieme alla nuova generazione di artisti della compagnia, il prossimo lavoro la cui trama sarà – per citare Malina – la Rivoluzione.

A Cascina abbiamo rivisto una brillante Judith Malina leggere come saluto al numeroso pubblico alcune delle sue poesie tratte dalla recente raccolta Love and Politics e ci siamo commossi a sentir raccontare il suo sogno, a ottant’anni compiuti, dell’apertura di un nuovo teatro a Manhattan.


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