Frigoriferi in grado di fare la spesa? Direttori d’orchestra con le sembianze di un robot di 50 centimetri? Veicoli senza pilota? Videogame popolati da creature sintetiche in grado di imparare e ragionare? Dinosauri meccanici? Sistemi avanzati di controllo? Ciò che la mente più fervida era solo in grado di immaginare fino a poco tempo fa, oggi è reale, si chiama intelligenza artificiale ed è arrivata nelle nostre vite per rimanerci.

Ma partiamo dalle definizioni. Sgombriamo il campo dagli equivoci e cerchiamo in questa breve trattazione di fornire un quadro quanto più dettagliato di un campo di ricerca estramamente vasto e in rapida rivoluzione, che negli ultimi tempi trova sempre più riscontri e manifestazioni anche in ambito artistico. Per intelligenza artificiale si intende un artefatto tecnologico in grado di svolgere funzioni che caratterizzano non solo il movimento ma anche il pensiero umano: psicologia, fisiologia e tecnologia in parti uguali. Strutture che saranno presto in grado di provare emozioni, di comunicare e di sapersi adattare e reagire alle più diverse situazioni. Computer in grado di apprendere, evolvere e imparare dai propri errori. Dalla cultura cyberpunk, questa sembra essere la vera sfida dell’intelligenza artificiale di domani.

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Molteplici sono dunque gli esempi di intelligenza artificiale nella vita di tutti i giorni, alcuni già presenti oggi sotto i nostri occhi, altri in arrivo tra domani e dopodomani. Dal programma ELIZA (scritto nel 1965 da J. Weizenbaum) in grado di simulare un dialogo derivante da una seduta psicanalitica, passando per il computer Deep Blue che nel 1997 sconfisse lo scacchista russo Kasparov, si è arrivati oggi a una serie di applicazioni pratiche che stupiscono proprio per la loro capacità di integrarsi silenziosamente nel mondo reale. Vediamone alcune:

– Pianificazione: gli agenti remoti della NASA, a milioni di chilometri dalla Terra, sono in grado di controllare e pianificare le operazioni di un veicolo spaziale. Senza considerare che nel 1991, durante la guerra del Golfo, la pianificazione del trasporto di 50.000 veicoli delle truppe Usa fu affidato a un sistema di intelligenza artificiale.

– Domotica: la casa intelligente. La robotica cognitiva trova in questo settore la strada più veloce per entrare nelle nostre vite. Sensori per monitorare apparecchi, impianti, fughe di gas ed elettrodomestici, robot in grado di essere di aiuto a disabili e anziani. Macchine in grado di parlare in linguaggio naturale, capaci di cogliere sottintesi, ambiguità e arguzie delle conversazioni. Dalla Digital Home di Intel alle eleganti cucine Merloni, il futuro è nella demotica.

– Controllo: il sistema di visone ALVINN è addestrato per guidare un veicolo. Posizionato su un automobile in viaggio attraverso gli Stati Uniti per 2850 miglia, ha guidato in autonomia per il 98% del tempo.

– Comprensione del linguaggio: il programma PROVERB, sviluppato da Littmann del 1999, risolve complicatissimi cruciverba. Senza dimenticare tutto ciò che concerne la ricerca di informazioni in internet e i territori dell’identificazione vocale e della comprensione del linguaggio.

– Gioco: il libro AI Game Development di Alex J. Champandard testimonia la grande evoluzione dell’I.A. nei videogiochi di ruolo, da strumento per creare illusioni a mezzo in grado di generare creature sintetiche autonome.

Ma il territorio di ricerca più affascinante, in grado più di tutti gli altri di colpire l’immaginario collettivo, è senza dubbio il fertile terreno di incontro tra I.A e robotica. Dai robot da intrattenimento, a quelli domestici, da quelli operanti in campi come la sicurezza, la medicina e i servizi, a quelli in grado di sviluppare interazioni uomo-macchina e macchina-macchina. Progetti come il cagnolino AIBO e l’agile QRIO della Sony, il simpatico PAPERO della Nec, l’umanoide ASIMO della Honda e moltissimi altri sono creature biomorfe in grado di riprodurre comportamenti umani o animali. E forse un giorno saranno anche in grado di replicarne i comportamenti e le emozioni. Il tentativo di creare un vero e proprio network di chip, una serie di neuroni al silicone che possano imitare le funzioni tipiche delle cellule del cervello umano e animale, non sembra più un’impresa impossibile. Essi, robot, stanno arrivando.