L’analisi svolta in questo articolo vuole descrivere le facciate mediatiche internazionali con i loro differenti messaggi artistici, sociali o pubblicitari, ma anche le interfacce quali le applicazioni per iPhone o i sensori per il cervello atti alla partecipazione pubblica.

Comunicazione: tweet e retweet luminosi

Durante il giorno sono le finestre e i materiali di cui sono fatte le facciate a trasmettere al pubblico una determinata immagine dell’edificio. Dopo il tramonto, invece, spetta alla luce elettrica a fornire un’immagine architettonica. L’accendersi delle luci manda, ai cittadini, un segnale atmosferico come a dire loro di fermarsi davanti a una struttura invitante ma addormentata, di contemplare una facciata bella ma statica o piuttosto di prestare attenzione ai racconti di un’architettura dinamica.

Nell’ultimo decennio, le facciate mediatiche sono state ampiamente utilizzate per i tweet luminosi, stabilendo una connessione tra i proprietari degli edifici e i cittadini, a volte attraverso dibattiti estetici, altre volte a fini commerciali, per trovare un’alternativa alle consuete pubblicità luminose.

L’intento di persuadere attraverso i grandi schermi dà l’impressione che le dimensioni abbiano più rilevanza del contenuto, proprio come succede con la grande quantità di tweet banali su Twitter. Diverse facciate mediatiche sembrano monologhi monumentali che ripetono la stessa animazione tutti i giorni.

Alcune di queste facciate impiegano però i segnali dell’ambiente e li trasformano in un gioco di luce e ombra. Altre, che associano immagini in movimento, emergono come dialoghi urbani. Per non parlare di quelle che permettono alla gente di mandare tweet all’edificio per ricevere retweet luminosi. La città viene così trasformata in una community dialogante che, con le adeguate applicazioni, potrebbe essere estesa a livello mondiale.

Tecnologia: Dalle lampade fluorescenti ai LED

Il rapido sviluppo, nell’ultimo decennio, della tecnologia LED ha portato ai cambiamenti più significativi delle facciate mediatiche. Piccole strisce di LED sono state incassate in elementi sofisticati delle superfici degli edifici per consentire l’integrazione della luce nelle facciate trasparenti (T-Mobile Forum, 2004).

L’attrattiva del grande spazio a colori per le installazioni RGB LED ha dato il via a numerosi progetti d’illuminazione, nei quali l’ostentazione della tecnologia moderna è diventata più importante del contenuto visivo e dell’uso appropriato del colore. Inoltre, i piccoli e potentissimi pixel LED hanno spianato la strada agli schermi ad alta risoluzione – dagli schermi piatti, fino a quelli 3D che riescono a rendere l’architettura circolare (A.AMP, 2008).

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Le vecchie facciate che usavano lampade fluorescenti lineari o circolari erano caratterizzate da animazioni a bassa risoluzione e da un’estetica di riduzione (BIX, 2003). Oggi invece le installazioni fanno uso della tecnologia fotovoltaica per convertire la luce solare in illuminazione notturna e compensare la domanda energetica di facciate mediatiche in costante aumento (GreenPIX, 2008).

Le installazioni temporanee fanno invece uso di potenti videoproiettori, lasciando dunque inalterata la facciata, mentre la superficie dell’edificio funge da telo cinematografico.

Codice QR per realtà aumentata e sensori neuronali per impulsi luminosi

Parallelamente al progresso della tecnologia dell’illuminazione, gli ingegneri hanno cominciato a creare nuove interfacce per le loro installazioni a controllo computerizzato, al fine di facilitare l’interazione pubblica (Blinkenlights, 2001). I cellulari sono diventati così uno strumento facile da usare per mandare messaggi di testo o sfruttare determinate funzioni.

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Le applicazioni personalizzate per iPhone hanno permesso la trasmissione in tempo reale, oltre a rendere disponibili in tutto il mondo le animazioni locali (Stereoscope, 2008). Inoltre, i cellulari con fotocamera potrebbero anche trarre vantaggio dalle facciate luminose a codice QR per realtà aumentata (N Building, 2009). I primi test con dispositivi neurali (le BCI-Brain Computer Interfaces) per misurare le attività neuronali del cervello allo scopo di controllare gli impulsi luminosi, ci danno infine un’idea di come, in futuro, potrebbero essere gli atti involontari e l’illuminazione privata a gestire le facciate mediatiche esposte al pubblico (Cerebra Electronica, 2010).


http://www.youtube.com/watch?v=2uaum8vg60Y