Possiamo evidenziare il fatto che nel Teatro di Piazza o d’Occasione, fondato nel 1971 da Leonardo Toccafondi per poi essere rifondato nel 1979, la vera forza sta nel saper creare e usare scenari, immagini e materiali sempre innovativi e spettacolari valorizzando al massimo le potenzialità della luce, dell’educazione estetica percettiva, del movimento, dei colori, dei segni grafici e della tecnologia digitale interattiva.

Questo Teatro è di fatto entrato in quella sfera della Performing Art che mette lo spettatore in primo piano e lo fa opera, ribalta la concezione dello spazio scenico tradizionale per un habitat multimediale travestito da naturale e, lasciandoci libera azione di movimento, ci consente di colloquiare e interagire con gli elementi minimali che ci circondano. Immersi nell’agire, il pubblico svolge un ruolo decisivo ai fini dell’esistenza dell’opera stessa, riflettendo inevitabilmente sulla condizione sociale ed esistenziale contemporanea. Pronti a seguire e a rispondere ad ogni sollecitazione siamo consapevoli di essere dentro la rappresentazione e siamo disposti a perderci in questi ambienti sensibili, dove ci porta l’istinto o la narrazione, ed è questo il vero punto di forza al di là della forma; il divenire, il cambiare in corso, il partecipare in questo caso ad una dimensione ludica e creativa.

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Lavoro che nell’arte contemporanea ha diverse sperimentazioni a cominciare da quelle di Piero Giraldi che già trentacinque anni fa con Macchine per discorrere era entrato di prepotenza nel dispositivo interattivo, per arrivare a quelle di Studio Azzurro, Robert Cahen o Mario Canali . Queste esperienze di interattività seguono oramai una fruizione che è sempre più di tipo sensoriale, scavalcando il limite con l’opera d’arte. Infatti nelle opere recenti del TPO quello che salta agli occhi è la vittoria sia della sensorialità, sia della “manualità”, della programmazione ma anche della sorpresa, del lavoro e del gioco e non ultimo la vittoria della fusione artista-fruitore e corpo-spazio. Queste installazioni interattive ci permettono, senza nessun addestramento, di scoprire i nostri effetti reattivi, di navigare come sul web per generare nuove emozioni, nuove empatie e nuovi sentimenti.

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Il lavoro sul teatro interattivo prende vita dal 2001, quando il TPO , diretto da Francesco Gandi e Davide Venturini , abbandona definitivamente le forme classiche di narrazione e sviluppa una sperimentazione costante sulle potenzialità espressive dei nuovi linguaggi digitali associati alla danza, alla musica, alla poesia, avvalendosi della collaborazione di artisti provenienti da diversi ambiti e nazionalità. Gli elementi del linguaggio visivo, sonoro, tattile che caratterizzano gli allestimenti, vengono scomposti e rielaborati in scenari aperti a diversi tipi di contaminazione. Con questo approccio la compagnia ha ideato il concept di teatro interattivo CCC [children cheering carpet] ambiente teatrale interattivo capace di interagire con il pubblico infantile per mezzo di un tappeto da danza dotato di 32 sensori a pressione. Con questo scenario tecnologicamente evoluto la compagnia ha elaborato una trilogia di spettacoli dedicati al giardino: Il giardino giapponese , il giardino dipinto (ispirato al giardino kurdo), il giardino italiano (previsto per questo 2006). Il format CCCha permesso al TPO la realizzazione di opere teatrali ed installazioni immersive ed originali apprezzate da ragazzi e adulti di tutto mondo.

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Il giardino dipinto è un giardino creato dal pittore Rebwar Saeed, in cui si incontrano e si inseguono i colori e le forme sinuose del giardino orientale. Sulla scena due danzatici invitano il pubblico ad entrare in uno spazio virtuale rappresentato da un tappeto sul quale vengono proiettati quattro ambienti interattivi: Il giardino giallo (di terra), il giardino blu (d’acqua), il giardino verde (di foglie), il giardino rosso (dell’amore). L’azione teatrale termina nel “giardino dei giochi d’acqua”.

In questo mese di febbraio sono previsti diversi spettacoli della Compagnia toscana sul progetto dei Giardini Sensibili e precisamente Il Giardino Giapponese in occasione del Spleen Festival a Graz (Austria) il 5 ed il 6, e Il Giardino Dipinto in occasione del Festival “la Biennale” al Teatro Arsenale di Venezia il 23 e 24. A partire dal 6 marzo sarà la volta del Giardino Italiano al Teatro Fabbrichino di Prato con diversi spettacoli per tutto il mese.

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In questo spettacolo i bambini vivono l’esperienza di un viaggio nei colori e nelle forme del paesaggio naturale orientale. Sulla scena due danzatrici danzano all’interno dei diversi quadri, ognuno dei quali contiene un ambiente di gioco animato. In questa esplorazione le danzatrici invitano il pubblico a salire sul tappeto/giardino, e qui, pietre, terra, piante, fiori, acqua, animali suggeriscono una relazione con lo spazio che è fisica, sensoriale, percettiva. In questo scenario tecnologicamente sofisticato il pubblico è invitato ad interagire e vivere in modo leggero ed istantaneo un’azione ludica basata su di un rapporto “tattile” con le immagini e i suoni. I giardini propongono un’esperienza estetica ed aiutano bambini e adulti a sviluppare un approccio primario al teatro, al movimento ed al contatto ludico con le arti.

Il giardino giapponese è in sé una forma di racconto. I laghi, le pietre, i sentieri, i “passi perduti”, il giardino zen e gli altri scenari collegati seguono un’idea artistica codificata, mirata a ricostruire artificialmente un paesaggio ideale. E’ composto da cinque piccoli giardini “sensibili”, ognuno dei quali propone una esplorazione a volte individuale a volte in gruppo: un prato, un lago, un ponte, i fiori, il mare. Ciascuno di questi ambienti sviluppa un’azione teatrale interattiva basata sul rapporto percettivo e ludico con gli elementi naturali. I giardini, composti da immagini proiettate dall’alto su di un tappeto bianco corredato da sensori a pressione, si aprono, suggeriscono giochi, creano un contatto dinamico, comunicano in forma di poesia visiva attraverso immagini e suoni animati in tempo reale. Al pubblico (ragazzi e adulti) viene lasciata ampia libertà nel trovare il proprio approccio al gioco o all’esplorazione. Non ci sono regole, tempi o modalità interpretative rigide.

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CCC è un posto speciale dove conoscere alcune meraviglie del giardino giapponese. All’inizio un’attrice accoglie i ragazzi e racconta una breve storia sull’origine del giardino giapponese poi invita il pubblico ad entrare nello spazio scenico. I ragazzi si siedono intorno a un grande tappeto bianco. Su questo tappeto interattivo un danzatore danza e, passo dopo passo, apre cinque giardini: il giardino delle ninfee, il giardino d’erba, il giardino del ponte che suona, il giardino dei fiori e il giardino del mare. Il tappeto si anima di suoni e immagini grazie a dei sensori sottilissimi che reagiscono alla pressione dei piedi o del corpo. Quando il danzatore finisce la sua danza, invita i bambini ad entrare in questo ambiente sensibile dove si entra piano e in silenzio. Qui i ragazzi, a volte da soli, a volte in piccoli gruppi, esplorano lo spazio cercando loro stessi le immagini, i suoni e le sorprese che i giardini nascondono. Muovendosi, i ragazzi creano delle piccole danze, partecipano a un viaggio immaginario e vivono una intrigante esperienza estetica.

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Il giardino italiano sarà il prossimo lavoro della compagnia TPO che segue gli altri due spettacoli. Concepito come metafora del mondo classico ma anche luogo di fascinazione e sorpresa, il giardino italiano è anche un’opera d’arte vivente che dal Rinascimento si sviluppa mutando forme e riferimenti nel corso dei secoli. Lo scopo della sua bellezza potrebbe limitarsi al semplice intrattenimento aristocratico, ma lo stupore che esso suscita al visitatore rivela progetti più ampi e da luogo di piacere in miniatura, si trasforma in gioco intellettuale.

I labirinti di bosso, le statue, i giochi d’acqua e gli anfratti più nascosti ci raccontano storie che fanno immaginare generazioni di bambini (privilegiati) che in questo palcoscenico naturale e segreto hanno costruito i loro sogni. Attraverso il teatro, oggi questo scenario esclusivo viene aperto e  le sue bellezze rese accessibili in un allestimento che prende forma come ambiente teatrale interattivo, liberamente ispirato alle meraviglie di alcuni giardini storici italiani presenti in Toscana, Villa Gamberaia, Villa Reale, Villa Schifanoia ed altri.


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