Oggi viviamo in un mondo globalizzato che è controllato e generato da codici digitali. Dalla comunicazione ai trasporti (di persone, beni e messaggi), tutto è governato da codici. Una nuova equazione tra matematica ed elettronica ha creato un nuovo mondo fondato su strumenti ed eretto da ingegneri, fisici e programmatori.
Viviamo in un mondo di codici, dal codice binario (Leibniz) a quello Morse, dal codice cosmico a quello genetico. Questa mostra, una collezione di opere e lavori scientifici, offre l’opportunità di comprendere questo mondo. La mostra stessa avrà un codice di programmazione e richiederà un nuovo tipo di comportamento da parte dei visitatori.
L’esposizione sarà un mix tra un laboratorio e un lounge, un ambiente didattico e un “Club Mediterranée”. Si testeranno insieme ai visitatori inediti e forse inusuali modelli educativi e di apprendimento, creando nuovi approcci alla conoscenza in un’atmosfera rilassata e che stimoli l’apprendimento stesso.
Programmare, imparare attraverso i bot e le altre nuove tecnologie non dovrebbe essere più un ostacolo, ma dovrebbe dare a ciascuno la possibilità di comprendere il background del mondo digitale odierno. Offrendo ingressi gratuiti agli eventi, cibi e bevande all’interno del museo e uno spazio di lavoro pubblico ad uso dei visitatori come esperimento di audience development, questa mostra cambierà l’aspetto e l’approccio alle esposizioni museali.
Il museo sarà utile ai visitatori nel vero senso della parola. In mostra sono presentate opere e lavori scientifici basati su codici digitali e analogici. I lavori visualizzano e spiegano le complesse dinamiche su cui si basano i codici e il modo in cui stanno progressivamente influenzando la maniera in cui percepiamo il mondo. L’esposizione analizza l’ingresso dei codici nelle nostre vite e i modelli di conoscenza che generano.
I lavori esposti esplorano i principi fisici e matematici su cui i codici sono basati e la loro materiale implementazione in microchip, trasmettitori e circuiti. I codici determinano sempre di più i prodotti che compriamo e i film che guardiamo, e registrano ogni mossa che facciamo anticipando i nostri desideri.
Oltre alla presentazione dei precursori storici degli algoritmi informatici, che mostrano l’applicazione diretta del codice binario, altre opere trattano le implicazioni sociopolitiche attuali e future innescate dai codici. Cerith Wyn Evans, uno degli artisti presenti in mostra, ha programmato dei lampadari in modo che inviino segnali Morse lampeggianti. L’esemplare che sarà esposto, in vetro di Murano, fa parte di una serie di circa venti pezzi che l’artista ha realizzato fino ad oggi.
Questo oggetto invia estratti del libro “Astrophotography: Stages of Photographic Development” (1987), pubblicato da Siegfried Marx, in codice Morse su un monitor a schermo piatto controllato da computer. Cosa succede se vengono perse delle vite umane a causa di un “bot”, di un insieme di algoritmi? Un bot può essere portato in tribunale e dichiarato colpevole? È responsabile delle proprie azioni?
In The Trial of Superthunderbot (2016), Helen Knowles mette in scena il processo ad un Superthunderbot, un agente di machine learning caratterizzato dalla capacità di regolare la propria sequenza algoritmica senza la supervisione umana. Cinque persone sono morte a causa dell’algoritmo partecipando ad esperimenti clinici non regolamentati.
L’opera di Knowles illustra il processo fittizio a questo algoritmo intelligente, e solleva la questione su chi sia responsabile per gli agenti di apprendimento automatico.Se una serie di algoritmi può essere accusata di omicidio, può anche essere sottoposta a un incantesimo. James Bridle, un artista inglese che vive ad Atene, ha teso una trappola ad un’auto a pilota automatico, con il Monte Parnaso sullo sfondo.
Autonomous Trap 001 (2017) mostra un’auto senza conducente al centro di un parcheggio, circondata da un cerchio magico fatto di sale. La mente artificiale sa che una delle regole cruciali del codice della strada è quella di non oltrepassare mai una linea continua anche se preceduta da una tratteggiata, e in questo modo il veicolo rimane intrappolato in un rituale pagano.
Alcune applicazioni del codice binario, come ad esempio la digitalizzazione dei sistemi finanziari, scatenano fenomeni sociali inaspettati. Con l’opera Chinese Coin (Red Blood) (2015) il gruppo di artisti UBERMORGEN.COM riflette sul fatto che recentemente il coin mining in Cina ha reso i cinesi i maggiori produttori di Bitcoin al mondo.
Il Bitcoin mining richiede uno sforzo e crea lentamente nuova moneta disponibile ad un tasso simile a quello con cui materie come oro, rame, diamante, nichel, terre rare, argento, uranio e zinco vengono estratte dalla terra. Una delle ragioni di questa rapida crescita è lo sviluppo dell’energia idroelettrica nella parte occidentale del paese.
I partner della mostra sono Fraunhofer Institute, FZI Forschungszentrum Informatik, Akademie Schloss Solitude e Karlsruher Institut für Technologie (KIT).
Gli artisti e scienziati partecipanti: Morehshin Allahyari, Isaac Asimov, Konrad Becker & Felix Stalder, Lisa Bergmann, James Bridle, Ludger Brümmer, Anton Himstedt, Chandrasekhar Ramakrishnan, Götz Dipper, Can Büyükberber, Emma Charles, Matthieu Cherubini, Arthur C. Clarke, Tyler Coburn, Max Cooper, Larry Cuba, Ted Davis, Frederik De Wilde, Simon Denny, Constant Dullaart, Margret Eicher, Jonas Eltes, César Escudero Andaluz & Martín Nadal, Cerith Wyn Evans, Claire L. Evans, Harun Farocki, Thierry Fournier, Kristof Gavrielides, Melanie Gilligan, Fabien Giraud & Raphaël Siboni, Chris Salter, Donna Legault, Julia Ghorayeb, Yannick Hofmann, Eduardo Kac, Helen Knowles, Jan Robert Leegte, Lawrence Lek, Armin Linke, Bernd Lintermann, Fei Liu, Christian Lölkes, Solimán López, Shawn Maximo, Rosa Menkman, Chikashi Miyama, Andreas Müller Pohle, Jörn Müller-Quade, Helena Nikonole, Julian Oliver, Pakui Hardware, Julian Palacz, Artemis Papageorgiou, Matthew Plummer-Fernandez, Julien Prévieux, Betty Rieckmann, Robotlab, Curtis Roth, RYBN.ORG, Karin Sander, Scholz & Volkmer, Karl Sims, Rasa Smite & Raitis Smits, Space Caviar, Barry Stone, Monica Studer & Christoph van den Berg, Suzanne Treister, UBERMORGEN.COM, Ruben van de Ven, Harm van den Dorpel, Danja Vasiliev, Ivar Veermäe, ::vtol::, Clemens von Wedemeyer, Alex Wenger & Max-Gerd Retzlaff, Where Dogs Run, Stephen Willats, Manfred WolffPlottegg & Wolfgang Maass.
La mostra è stata organizzata da Peter Weibel che ne è stato anche curatore insieme a Lívia Nolasco-Rózsás, Yasemin Keskintepe, Blanca Giménez e Natalia Fuchs come consulente esterno.
Open Codes. Living in Digital Worlds è accompagnata da un esteso programma di eventi che include conferenze, proiezioni di film e convegni. Inoltre, lo ZKM sta organizzando in collaborazione con il Consiglio d’Europa la IV Piattaforma di scambio del Consiglio d’Europa sull’incidenza della digitalizzazione sulla cultura, che si terrà venerdì 20 ottobre 2017, a tema Rafforzare la Democrazia attraverso la Cultura: Strumenti Digitali per Cittadini Acculturati.
Giovedì 2 novembre 2017, lo ZKM terrà il discorso d’apertura Digital Sovereignty in collaborazione con: Fraunhofer Institute for Optronics, Systems Engineering e Image Analysis, FZI Research Center for Computer Science e Karlsruhe Institute of Technology (KIT) al ZKM_Media Theater. Rappresentanti di spicco nel campo scientifico, economico e politico terranno conferenze sulla sensibilità delle tracce digitali nella società odierna.
http://zkm.de/en/event/2017/10/4th-council-of-europe-platform-exchange-on-culture-and-digitisation