Di fronte all’intimo e raccolto Auditorio del CCCB di Barcellona, dove ho avuto l’occasione di suonare nel progetto audiovideo con Valentina Besegher in occasione del festival Offf 2007, si sono alternati le presentazioni e i workshop di importanti nomi e progetti di graphic e multimedia design, nel più ampio spazio della Hall centrale. Sicuramente una delle cose più interessanti a cui ho avuto l’occasione di assistere, ma anche una di quelle più fuori contesto rispetto all’atmsfera generale del festival, è stata lo showcase dell’etichetta di musica elettronica e sperimentazione audiovisiva Raster-Noton .

Due ore di presentazione per l’etichetta berlinese la cui fortuna è legata all’esplorazione sistematica e radicale del concetto di minimalismo elettronico, a partire dal packaging del catalogo fino alla composizione audiovisiva e alle opere d’arte installativa. Attitudine questa in piena sincronia con il concetto generale del festival: semplificare il messaggio per riuscire a raccontare la complessità della cultura creativa post digitale a un pubblico potenzialmente più vasto e saturo di messaggio sonori e visivi complessi.

Proprio il grande spazio dedicato ad approfondire il lavoro installativo di Carsten Nicolai, musicista ultra noto a livello internazionale che ricordiamo essere uno dei fondatori della seminale label tedesca, è stato occasione per offrire al vasto pubblico presente (a dire il vero un po’ in fuga dalla sala) una versione forse meno conosciuta dell’etichetta tedesca, con uno slideshow fotografico delle gallerie che espongono le numerose installazioni sonore e una preview decisamente immersiva e alienante del suo ultimo lavoro installativo; alienazione che in questo caso però non sembra indicare l’estraniazione da qualche contenuto ma, al contrario, rappresentare una spinta verso un esterno cosmico indefinito e tremendamente naturale, fatto di luci e suoni inafferrabili dall’impatto siderale, semplice, lontano eppure familiare.

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Le installazioni audovisive e multimediali di Carsten Nicolai hanno principalmente a che fare con la materia uditiva e visibile piuttosto che con l’idea del suono o dell’immagine e tendono spesso a configurarsi come artefatti tecnologici in grado di rendere visibile l’invisibile (ad esempio il suono) attraverso un meccanismo di rifrazioni. Così Polar, ispirata a Solaris di Tarkovsky, è una stanza in cui il visitatore può fare la singolare esperienza delle frequenze sonore e dei campi elettromagnetici creati dai suoi spostamenti nello spazio attraverso la vista e il tatto, oltre che con l’udito. O ancora Anti, reagisce audiovisivamente ai movimenti del visitatore all’interno di una struttura geometrica dal fascino disorientante – memoria degli studi sul paesaggio architettonico del giovane Nicolai – che ricorda un po’ l’idea di una navicella spaziale.

Buona parte dell’intervento di Olaf Bender, co-fondatore con Nicolai della Raster-Noton e anch’egli raffinato musicista elettronico, è invece dedicata all’illustrazione del catalogo Raster-Noton e alla spiegazione – uno per uno – dei processi creativi che stanno a monte del packaging di ogni album, spesso disegnato, realizzato e confezionato artigianalmente.

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Il filo conduttore del rapporto tra arte e scienza che caratterizza tutta la produzione della Raster-Noton è riletto e interpretato sul piano evocativo oltre che tecnico nel lungo intervento sonoro di Frank Bretshneider, terza e ultima colonna portante della label, ovviamente musicista anch’egli, in cui strutture sonore silenti, droneggianti e distese esplorano forme luminose che sembrano altrettante galassie. Una bellissima visione a tutto schermo del principio della meccanica quantistica, secondo cui la materia si raccoglie tra gli interstizi della griglia spaziotemporale; il suono appare organizzato in fasci di frequenze molto compatti e ritmici in cui l’elemento armonico è in parte il risultato di un completamento gestaltico della mente. Molto coinvolgente anche il breve live cooperativo tra Alva Noto e Olaf Bender che tocca le corde più germaniche e techno dell’etichetta, percuotendole con grande stile e capacità nell’atto di cogliere fino in fondo la pulsazione e l’elemento ritmico elettronico.

Gli spazi tra uno show e l’altro sono dedicati alla presentazione delle numerose serie dell’etichetta, a partire dalla rivista audio 20′ to 2000 , che raccoglie 12 cd progettati da un team di designers e altrettanti artisti coinvolti sul tema della fine del millennio, fino a Xerrox Vol. 1 , ultimo lavoro discografico di Alva Noto e primo di una nuova serie, in cui suoni registrati e astratti dal quotidiano vengono trasfigurati attraverso l’intervento del computer nelle consuete forme ordinate e minimali.

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E poi ancora alcuni dei lavori degli artisti che costituiscono l’inimitabile rooster dell’etichetta: il suggestivo album The River di William Basinski, le collaborazioni con Mika Vainio , Ryuichi Sakamoto, Scanner e Ryoji Ikeda. Sicuramente un pezzo importante della storia della musica elettronica contemporanea, in grado di porre, accanto al field recording e all’esplorazione del paesaggio sonoro da un lato, e all’ebefrenia compositiva della scuola di Aphex Twin dall’altro, dei canoni fertili e al contempo inimitabili.


www.raster-noton.de

www.frankbretschneider.de

www.alvanoto.com

www.carsetnnicolai.de