Centre régional d’art contemporain Occitanie/Pyrénées-Méditerranée – Sète (France)
15/10/2022-8/01/2023

Paul Loubet: 4 X—eXplore eXpand eXploit eXterminate

Paul Loubet è un artista prolifico a tutto tondo che diffonde il suo vocabolario da pittore dappertutto: tele, murales, fanzine, oggetti, illustrazioni, volantini, installazioni artistiche in spazi pubblici… Il suo lavoro attinge da una varietà di estetiche e riferimenti culturali che vanno dall’astrazione geometrica fino alla CGI, dalla pittura storica ai videogiochi passando per graffiti, culture urbane e fantascienza.

In particolare, da molti anni esplora le rappresentazioni cartografiche, le cianografie e le fotografie aeree, sia sotto forma di vecchie mappe che di nuovi tipi di immagini come quelle prodotte dai droni. Paul Loubet si ispira alle immagini digitali, alle quali applica un rendering elementare utilizzando metodi di produzione artigianali. Ad esempio, dipinge sui floppy disk, crea droni di legno e console per videogiochi dal plexiglass retroilluminato, in un certo senso rianimando il mondo disincarnato della robotica e della tecnologia informatica attraverso un rendering manuale, un’estetica fai da te che affonda le sue radici nella minimal art e nell’arte naïve.

      La mostra che la Crac Occitanie sta dedicando al suo lavoro, presentata di sopra, segue il suo soggiorno presso la Villa Medici nel 2021, nell’ambito del premio indetto dalla regione dell’Occitania in collaborazione con l’Accademia di Francia a Roma. In questo contesto, Paul Loubet ha condotto una ricerca su Civilization II, un videogioco strategico e di conquista che consiste nella creazione di un impero, tramite niente meno che la distruzione di tutti gli altri. Civilization II appartiene alla famiglia più ampia dei giochi “4X” (eXplore eXpand eXploit eXterminate). L’imperialismo e la dominazione culturale, la cui fase finale sarebbe lo sterminio, sono i temi fondamentali di questi giochi, che riflettono una lunga storia di civilizzazioni al massimo della loro brutalità.

Insieme all’analisi del gioco, Paul Loubet ha tratto vantaggio dal suo soggiorno per studiare le risorse iconografiche della Galleria delle carte geografiche del Vaticano, una galleria di 120 metri di lunghezza realizzata da Ignazio Danti tra il 1580 e il 1585, che presenta evidenti analogie con le viste isometriche del videogioco Age of Empires. Nel corso della sua ricerca, Paul Loubet ha ritrovato lo script di un videogioco degli anni ’90, ispirazione visiva per una serie di nuovi dipinti. Un grande trittico a forma di pala d’altare rappresenta la fase finale del gioco, vale a dire una mappa del mondo che vede Roma dominare tutte le altre civiltà. Come un archeologo in gamba in grado di evocare al meglio l’horror, l’artista ci mette a confronto con una rappresentazione della fine del mondo: la mappa realizzata mostra le conquiste e le distruzioni passate mentre ci proietta in un futuro distopico dove regna una sola cultura. 

Dai videogiochi degli anni Novanta l’artista ha preservato l’identità visiva pixellata, una palette di colori semplice e lineare, e un sistema di rappresentazione senza profondità o linee guida. In opposizione a questo trittico troviamo cinque tele che fanno zoom sulle date chiave del gioco. Se il formato che rivisita qui Paul Loubet si riferisce alla pittura storica e religiosa, i motivi utilizzati provengono dalla cultura di massa e dall’intrattenimento nei videogiochi. Facendoci spostare la nostra prospettiva su questi mondi diversi, l’artista li decompartimentalizza radicalmente e con attenzione. 

Pauline Curnier Jardin: Pour la peau de Jessica Rabbit

Pauline Curnier Jardin (nata nel 1980 a Marsiglia) è un’artista visiva, una regista cinematografica e un’attrice che disegna da un vasto repertorio di referenze che spaziano dalla mitologia greco-romana alle leggende popolari, da varie pratiche religiose a rituali pagani. I film e le istallazioni, che spesso concepisce come palchi teatrali, riflettono degli spazi di gioco o di intrattenimento popolare come circhi, cabaret, fiere o luna park, mondi dove sono permesse tutte le identità e ogni tipo di travestimento. In un certo senso etnologico selvaggio e organico, Pauline Curnier Jardin documenta diversi riti: processioni, pellegrinaggi, festival votivi…

Il suo vocabolario proviene sia dalle extravaganze, sia dai film horror e dal cinema spazzatura, che vedono personaggi strani grotteschi e inclassificabili, o figure marginali che vagano nelle periferie delle città, insieme a quelli delle norme sociali e di gender.

I personaggi storici o mitologici al centro di alcuni film (Saint Agatha, Bernadette Soubirous) vengono rivisitati, diventando personaggi che si oppongono agli stereotipi e alle idee generalmente accettate, mentre spingono lo spettatore a stati al limite che ostacolano la nostra comprensione di norme e buongusto.  

La mostra al Crac è un’occasione per immergersi nell’universo di Pauline Curnier Jardin. È la mostra più grande realizzata dall’artista finora in Francia. Numerose istallazioni sono state realizzate appositamente per gli spazi di Crac Occitanie, rendendo possibile scoprire film, dipinti e immagini in una ricostruzione di un anfiteatro romano, all’interno di una placenta gigante, in un diorama archeologico oppure attraverso le gambe di un gigante donna.

L’intera mostra è stata ideata in collaborazione con la scenografa, costumista e ballerina Rachel Garcia. 


Link: http://crac.laregion.fr/