Para Site è orgoglioso di presentare due nuove esposizioni dedicate all’IA e al mondo virtuale.
Glitch in the Matrix, la mostra personale dell’artista di Hong Kong Luke Ching Chin Wai, contiene opere di nuova commissione, rievocazioni e adattamenti dei precedenti lavori di Ching; Glitch in the Matrix e Confidential Records: Overwrite sono affidati alla curatrice di Para Site, Celia Ho.
Ching, uno degli artisti concettuali più attivi a Hong Kong, scambia i ruoli tra artista e osservatore dentro e fuori la città. Alimenta un sistema discorsivo con un perverso senso dell’umorismo, rispondendo a e interrogando con lo scontro politico e culturale che si sta verificando a Hong Kong. Il titolo Glitch in the Matrix è preso in prestito dal film The Matrix, nel quale Neo, il protagonista, ha un senso di dejà-vu quando vede per due volte lo stesso gatto nero. Questo è il risultato di un errore nella matrice che porta a cambiamenti nel mondo virtuale codificato. Nel caso di Ching, la sua esperienza quotidiana lo fa spesso sentire come intrappolato tra déjà vu e jamais vu, portandolo a chiedersi se esista un errore nel sistema.
Nella mostra sono esposti più di dieci dei primi lavori di Ching, insieme a nuove commissioni sintomatiche delle prospettive politiche rilevanti per l’attuale clima sociale di Hong Kong. In Whisper, Ching ha registrato il suono degli uccelli della mostra Hong Kong Story del Museo della Storia di Hong Kong. L’eco dei cinguettii ricorda gli uccelli in gabbia e, in questa nuova presentazione, l’artista trasmette la registrazione da un altoparlante al mondo fuori dalla finestra della mostra come metafora per la liberazione di coloro che sono vittime delle difficoltà quotidiane.
Nel nuovo lavoro Still Life, Ching raffigura oggetti di uso quotidiano nello stile dei tradizionali dipinti di natura morta. In queste scene vengono rappresentati i pochi oggetti che i visitatori che incontrano i detenuti possono portare all’interno del Castle Peak Bay Immigration Centre. Il prolungato periodo di solitudine passato a dipingere questi oggetti ha anche permesso a Ching di meditare sull’offuscamento dello scorrere del tempo vissuto dai rifugiati e dai richiedenti asilo incarcerati. Altre opere in mostra invitano il pubblico alla partecipazione, come un’opera che stabilisce la regola di togliersi la scarpa sinistra prima di entrare nello spazio espositivo.
In Cold Calling, Ching invita lo spettatore ad utilizzare un telefono fisso installato nella mostra per chiamare un numero casuale di un elenco telefonico di Hong Kong del 1997, che potrebbe esistere o meno. L’interferenza reciproca dei lavori nello spazio espositivo crea connessioni inaspettate, indicando al tempo stesso l’esperienza quotidiana della disuguaglianza riscontrata durante i recenti eventi di Hong Kong.
Luke Ching Chin Wai (nato nel 1972, Hong Kong) ha conseguito il Master in belle arti all’Università cinese di Hong Kong. Ha partecipato a mostre e residenze in tutto il mondo, compresa la Biennale di Gwangju (Korea, 2018), la mostra inaugurale di Tai Kwun Dismantling the Scaffold (Hong Kong, 2018), il Blackburn Museum & Art Gallery (Regno Unito, 2008), il programma di residenza del Fukuoka Asian Art Museum (Giappone, 2006) e il centro di arte contemporanea P.S.1 (New York, USA, 2000). Nel 2016 è stato premiato come Artista dell’anno (arte visiva) dall’Hong Kong Arts Development Council. Attualmente Ching vive e lavora a Hong Kong.
Confidential Records: Overwrite, un’esposizione personale realizzata dall’artista Vvzela Kook con sede a Hong Kong, che presenta tre capitoli della sua serie science-fiction Confidential Records, in corso dal 2016 e nata dalla vasta ricerca dell’artista sulla città murata di Kowloon, il leggendario quartiere scomparso di Hong Kong. L’artista trae ispirazione dalla legge dei ritorni accelerati dello scienziato Ray Kurzweil, estrapolandone un futuro nel quale lo sviluppo dell’intelligenza artificiale è così avanzato da mettere in pericolo l’esistenza stessa degli esseri umani. Nel capitolo 1 Dual Metropolitans, Kook costruisce un immaginario paesaggio urbano futuristico sotto il controllo dell’IA, reimmaginando la città murata di Kowloon come ultima linea di difesa della razza umana. Nel capitolo 2, Executions, lo scontro tra l’IA e l’umanità raggiunge l’apice, riflettendo una condizione universale di resistenza individuale nelle società distopiche e mostrando i parallelismi e gli intrichi tra diversi regimi totalitari del passato, presente, e futuro.
Recentemente commissionato appositamente per l’esposizione, l’eponimo terzo capitolo, Overwrite, assume la forma di una camminata multimediale, in cui il pubblico viene invitato a seguire un percorso all’esterno dello spazio dell’esposizione, e dentro le strade nei pressi di Para Site, guidati da una serie di indizi e istruzioni. Questi vengono forniti dal personaggio principale dell’opera, un’entità dell’IA passata dalla parte dell’umanità, che occupa ora il ruolo di ispettore all’interno della trasformazione ideologica imposta dai sovrani IA sugli esseri umani.
I lavori di Kook denotano la presenza di un linguaggio visivo altamente immaginativo e totalizzante, invitando il pubblico a un’intensa esperienza che ha luogo nello spazio misto architettonico e cibernetico, realizzato attraverso la manipolazione spaziale e sensoriale dell’ambiente della mostra, con oggetti stampati in 3D, video e installazioni interattivi.
Vvzela Kook (nata nel 1990, vive e lavora a Hong Kong), si è laureata alla School of Creative Media della City University of Hong Kong con una laurea magistrale in Creative Media. Kook ha esposto le sue opere al Para Site (2020), a C-Lab Taipei (2019), al MoCA Taipei (2019), all’ Asia Society Hong Kong Centre (2019), a Tai Kwun (2019), al Microwave International Media Festival in Hong Kong (2018, 2016), al PuSh Performing Art Festival di Vancouver (2017), al Centre for Heritage Arts and Textile (2017), al K11 di Shanghai (2016), al Hong Kong Arts Festival (2015), e all’ “89+” program (2012)
Le esposizioni sono affidate alla curatrice del Para Site, Celia Ho.
Link: www.para-site.art