La mostra personale di Paolo Cirio a Sale Docks affronta la discrepanza tra dati sul clima e giustizia climatica.
Un approccio concettuale, digitale, e interventista all’economia e alle conseguenze dell’uso dei combustibili fossili, sta alla base di opere e installazioni presentate a Sale Docks (Magazzini del Sale, Venezia).
Questa rassegna di oltre 10 opere create da Paolo Cirio negli ultimi due anni, è il risultato di un percorso di ricerca e attivismo sulla giustizia climatica iniziato nel 2010. I lavori affrontano la percezione e la rappresentazione della crisi climatica. Dentro tale crisi, Cirio cerca di delineare un’ Estetica Climatica in grado di integrare aspetti politici, economici ed etici dell’emergenza planetaria in corso. Utilizzando un approccio investigativo, Cirio esamina la semiotica e la filosofia di tale Estetica Climatica, intrecciandole con azioni legali e politiche, con l’obiettivo di costruire giustizia per gli esseri umani, le specie, e gli ecosistemi.
Cirio, nel 2021, immagina un tribunale climatico contro le compagnie di combustibili fossili, creando una serie di opere d’arte informate dalla sua vasta ricerca in merito. L’artista evidenzia le prove specifiche che dimostrano la responsabilità legale delle aziende di combustibili fossili, attraverso l’uso di colori, notazioni, e composizioni, ispirando un maggiore coinvolgimento del pubblico spesso reso difficoltoso dalla complessità di tali informazioni. Utilizzando stampe su tela, tessuto e carta, Cirio presenta dati scientifici ed economici, documenti legali e analisi geopolitiche, grafici e foto, studi biologici e immagini satellitari. Le opere che popolano il Climate Tribunal, a Sale Docks, sono altrettante rappresentazioni di prove, accusatori, e accusati. Scienziati e attivisti climatici intervengono in qualità di testimoni, mentre i visitatori partecipano come membri della giuria che valutano le prove o si identificano come parte lesa.
Semiologicamente, la mostra Climate Mismatch esamina la discrepanza tra l’oggetto/soggetto della ricerca e la sua rappresentazione/percezione. Problematizza come i dati e la scienza abbiano individuato per molto tempo nell’economia dei combustibili fossili la causa del cambiamento climatico, eppure il significato di questi dati manca di un riferimento concreto. Piuttosto, questa discrepanza tra fatti e azioni ha portato a travisamenti e incomprensioni, generando confusione che ancora aleggia nel mondo dell’arte e nella società. Alla sottovalutazione del riscaldamento globale hanno contribuito la disinformazione diffusa dalle compagnie di combustibili fossili e il loro greenwashing, ma non solo. Oggi, le stesse istituzioni che affermano di essere in prima linea nella difesa del clima, non menzionano nemmeno l’economia globale dei combustibili fossili. Le università, le istituzioni culturali, il sistema dell’arte, e i media gestiscono sempre più programmi speciali sul cambiamento climatico, ma senza esaminarne la causa: l’industria dei combustibili fossili, che spesso finanzia tali istituzioni.
La mostra mette in discussione l’etica della rappresentazione dell’emergenza climatica, esaminando la discrepanza tra dati e potere, tra fatti e cognizione, tra retorica e realtà. Queste asimmetrie sono contestate da Paolo Cirio che mira a cambiare la percezione culturale di questi temi, trasformando i dati in azione e promuovendo nuove regolamentazioni per la giustizia climatica. Cirio critica l’uso di parole blande come “sostenibilità”, “rinnovabili”, “decarbonizzazione” e “zero netto”, mentre i veri colpevoli, i dati sui loro profitti, sugli investimenti, e sulla storia delle loro emissioni di gas serra, sono ancora mascherati. Inoltre, Cirio sfida la discrepanza della rappresentazione nel settore culturale attraverso una critica istituzionale del mondo dell’arte e accademico, sostenendo la necessità di estetiche più efficaci.
In particolare, l’artista si concentra sulla nuova disciplina forense dell’Attribution Science che è in grado di stabilire collegamenti tra anomalie climatiche ed emissioni di gas serra. Quantificare la produzione di combustibili fossili può indicare la responsabilità legale ed etica delle Carbon Majors. Tuttavia, queste imprese sono “too big to fail”. Indagare e calcolare le emissioni di gas serra, senza considerare gli intrecci globali tra economia e politica, genererà solo un errore, poiché computer e dati non riescono a misurare e modellare il capitalismo schizofrenico. In questa nuova era di negazionismo, non è l’emergenza climatica che viene negata, ma piuttosto le cause e i colpevoli che vengono mistificati.
Per superare questa discrepanza cognitiva, Cirio trasforma le informazioni in arte per generare conoscenza, azione, e cambiamento, mentre indaga sulla finanziarizzazione, la militarizzazione, la politicizzazione, la dataficazione, e la normalizzazione dell’emergenza climatica.