Lexicon è considerato come un esperimento di software art interattivo. Sicuramente Lexicon rappresenta un esperienza immersiva per l’utente ottenuta mediante l’utilizzo di codice Java in maniera assolutamente creativa ed espressiva. Un esperimento da scoprire, di comprensione non immediata.
Gli utenti che visitano il sito esperimento di Andy Deck, programmatore e artista dal lungo curriculum come si può vedere dal suo sito, sono coinvolti attivamente nel progetto, influenzando con le loro azioni (o meglio con l’uso delle parole) lo svolgimento della navigazione e degli eventi. Si tratta quindi di un riuscito esperimento di quella che viene chiamata code art (arte del codice) unita a dinamiche di text art (l’uso interattivo delle parole per lo svolgimento dell’azione) che disegnano paesaggi di Visual Poetics (provare a perdersi visivamente nei blocchi di testo disegnati da Andy Deck per capire).
In altri termini ciascuno degli scenari disegnati dal Lexicon (nella home page si può anche scegliere la risoluzione alla quale giocare) e dei suoi corrispondenti effetti visivi è associato a una precisa parola o a una cominazione di parole. Come suggerisce l’autore stesso, la maggior parte dell’interattività grafica è ottenuta riassemblando lo spazio precostituito e previsto dall’occhio umano, de-enfatizzando la navigazione spaziale per valorizzare la navigazione del linguaggio e della performance stessa, metafora dell’interattività che non deve essere legata al mondo reale quanto più a quello cibernetico.
Lexicon invita alla partecipazione interattiva su diversi livelli, compreso quello legato alla scrittura di script in linguaggio Java per infulenzare la navigazione di altri utenti che seguiranno. Anche in questo caso la scrittura in Java non è come appare, molto più semplice e alla portata di tutti è infatti il modo di scrivere. Ci sono infatti parole speciali che causano effetti visivi nel momento stesso in cui uno script è in azione, così come c’è la possibilità per i programmatori di intervenire con script di senso ancora prima di aver capito lo scopo e la funzionalità di Lexicon.
E’ chiaro inoltre che, mentre gli uomini sono in grado di comunicare con le parole generando una serie infinita di possibilità e combinazioni lessicali, i computer e i software si adeguano alle loro possibilità intrinseche, soprattutto nel caso vi sia uso di immagini. Lexicon e il suo di Java consentono una grande varietà di soluzioni verbali e visuali, in modo molto simile al linguaggio umano. Con una sola limitazione. Le estetiche possibili sono in realtà embedded nel software e nel codice che traduce le parole in immagini, limitate nella sequenza. E in questo senso Lexicon pone il problema della creatività nel contesto della software art, la necessità di ampliare il vocabolario disponibile
P per questo il progetto di Andy Deck consente ai programmatori Java di aggiugnere delle proprie parole, dei neologismi, mediante un Lexicon Development Kit (LDK). Ma la possibilità è estesa anche ai non programmatori che possono coniare un neologismo anche senza saper programmare poetiche visuali; Lexicon infatti è una sorta di ponte che consente il passaggio di una commodity (il codice) da un utente a un esperto e viceversa allo scopo di ampliare il vocabolario di parole e immagini possibili