Ecco cosa accade quando la logica del film making tradizionale si mescola con quella della programmazione computazionale. Ecco cosa accade quando due maestri indiscussi della computer art e della sua filosofia, come Lev Manovich e Andreas Kratky, si cimentano in una rivisitazione del linguaggio cinematografico nell’Era di Google e della globalizzazione.
Il risultato è racchiuso nell’installazione Soft Cinema Project, in mostra al Chelsea Art Musuem di New York fino al 26 Gennaio 2005, che propone una serie di film che proseguono all’infinito senza mai ripetere la stessa sequenza di immagini, layout e narrative.
Mission to Earth è l’ultima (in ordine di tempo) storia aggiunta al progetto: un database variabile di immagini assemblate in tempo reale da un software. Ogni 23 minuti una vice di donna racconta la sua storia di immigrazione dal paese ALPHA1 al Pianeta Terra, accompagnando il suo racconto con una serie di immagini in grado di variare di volta in volta a seconda di come vengano assemblate dal software stesso alla base del progetto.
Il progetto quindi studia profondamente le possibili intersezioni tra cinema, software culture e architettura, atraverso una serie di film, visualizzazioni dinamiche, installazioni audio-video, disegni di architettura, cataloghi e DVD. Allo stesso tempo il progetto si interroga se forse, al giorno d’oggi, siano i software e una nascente cultura chiamata software cinema, quella realmente in grado di rappresentare la vera dimensione del nostro tempo
Il DVD sarà disponibile presso l’ufficio stampa del MIT di Boston dal prossimo mese