6 Aprile 2005 – 16.00-18.00
Who Rules the Net: Global Governance and Regulation of the Internet
12 Aprile
Posthuman Law in the Human World
27 Aprile
Post-Culture? Digital Media Policy Debates
– Who Rules the Net: Global Governance and Regulation of the Internet
Questo primo incontro/seminario è tenuto dal Professor Paschal Preston, fondatore e direttore del centro di ricerche STeM (Society, Technology and Media) presso la Dublin City University. Lo scopo è quello di descrivere le pressioni crescenti atte a creare un regime internazionale per la regolamentazione di internet. Soprattutto in ambito Nazioni Unite con il World Summit on the Information Society (WSIS). Ma allo stesso tempo il seminario si pone l’obbiettivo di rispondere ad alcune domande. Può davvero internet essere sottoposto a qualsiasi regolamentazione formale? Quali sono i possibili legami tra interessi pubbici e privati nella rete?Quali interessi e organizzazioni sono coinvolte in questo regime di regolamentazione? Quale ruolo assumono in questo contesto i governi, le corporation e gli esperti tecnologici?
– Posthuman Law in the Human World
Il secondo incontro è con il Professor Sandra Braman del Dipartimento di Comunicazione dell’Università del Wisconsin, in cui si discuterà principalmente del sistema dell’informazione stesso, incentrato sul ruolo preponderante delle macchine in posizioni di decision-making piuttosto che dei giusti valori sociali, al punto che leggi e regole della società moderna sono basate e incentrate su sistemi machinici di decisione. Il processo di trasformazione è ormai così prfondo che possiamo affermare di essere entrati in un vero e proprio periodo di post-human law
– Post-Culture? Digital Media Policy Debates
Il terzo seminario è guidato dal Dr. Aphra Kerr, Media Policy Strand al Centre for Media Research della stessa Università dell’Ulster. In questo caso si affronterà il tema di come i media digitali, come internet o i software, stiano cercando di andare oltre i vincoli di mercato e di regolamentazione tipici di altri media tradizionali come il cinema la televisione, la radio e la stampa, impossibilitati a produrre contenuti che raccontino storie, identità e culture.