Teatro Argentina - Roma
04 / 10 / 2020 – h. 18

Transient-Impermanent Paintings è un concerto di due performer e software personalizzati, che eseguono, insieme, un’improvvisazione dal vivo per due pianoforti motorizzati e videoproiezioni. Pennellate digitali iperrealistiche si articolano su una maxi proiezione come se fossero su una vera tela. Ogni pennellata è trasformata in suono con una nota di piano, che crea paesaggi sinestetici e polifonici.

Transient combina le principali aree di ricerca di Quayola: l’esplorazione di tradizioni pittoriche tramite metodi computazionali, l’impiego della robotica per reinterpretare le abilità umane e la sperimentazione sulle sinergie tra suono e immagine. Un nuovo software personalizzato è stato creato ad hoc per questo progetto, permettendo di controllare le immagini e i suoni in tempo reale e in modo unico. Durante la performance, i parametri del software vengono modulati per raggiungere complessità in continua evoluzione, dando forma alla vera essenza del concerto: l’impermanenza. Il titolo Transient sta infatti sia per le caratteristiche tecnologiche del software sia per la qualità del suono e dell’immagine in costante sviluppo, che svela varie sfumature di significato: il processo computazionale e i tratti caleidoscopici della creatività umana.

La performance risulta in movimento e transitoria, ricordando i pittori moderni che hanno inseguito, per mezzo di colori puri, gli improvvisi cambiamenti della realtà. Il progetto espande infatti la ricerca di Quayola sulla tradizione e l’astrazione paesaggistica. Mentre in opere precedenti, gli elementi naturali servivano da pretesto per esplorare il processo della macchina nella lettura del mondo reale, ora i soggetti formali si ritirano gradualmente, lasciando spazio al sistema computazionale: l’algoritmo. Vera e propria materia pittorica, l’algoritmo diventa il vero soggetto, tangibile. Ora il suo valore estetico prevale su quello funzionale.

Nell’arte moderna, l’astrazione culminava nell’improvvisazione e nella gestualità. Transient manifesta la sua connessione con la storia proprio nell’atto gestuale: il pittore interagendo direttamente con la tavolozza trova la sua versione contemporanea nella manipolazione di Quayola della materia digitale. L’atto di raffigurare l’invisibile, in fondo, riflette la pratica di Kandinsky di dipingere la forza della musica per produrre forme d’impatto nella mente dell’ascoltatore.

Transient traccia una nuova direzione nello Studio di Quayola, dove la sperimentazione si estende al suono tramite sistemi generativi alternativi. Gli stessi algoritmi che guidano le pennellate generano anche la musica: ciò è il risultato di una profonda ricerca volta a portare le metodologie impiegate per le opere visive nella produzione di opere sonore. Suono e immagine sono resi perfettamente interconnessi dall’artista e dalle sue macchine. Il rapporto uomo-macchina si trasforma quindi in una collaborazione intima e sperimentale, il cui risultato numerico si materializza nel suono dei pianoforti classici. Simbolo della tradizione musicale, i pianoforti sintetizzano le caratteristiche dell’uomo e della tecnologia: riproducendo i movimenti delle mani, fanno da collegamento con il regno umano, con una maestria allo stesso tempo non umana.

Al progetto partecipa il collaboratore dello studio di Quayola, Andrea Santicchia: musicista e progettista del suono, porta avanti gli studi ibridi sulla produzione musicale sperimentale. In Transient, ha concentrato la sua esperienza nella ricerca di Quayola, contribuendo significativamente allo sviluppo di nuove linee di indagine. Non più impiegato come semplice design funzionale, il suono diventa fondamentale, il panorama sonoro che rappresenta la decodificazione del processo stesso.

Transient sublima la pratica di Quayola orientata al processo: la performance non è pensata per produrre musiche e dipinti finiti, ma piuttosto per rappresentare l’impermanenza dietro il loro potenziale algoritmico. Prendendo le mosse dalla figurazione classica, passando alla moderna astrazione, trova ora compimento nell’esplorazione del colore puro sulla tela. Transient è un’opera che paradossalmente trova la sua completezza nell’essere in evoluzione. Si proietta verso il futuro, pur facendo riferimento al patrimonio classico, proponendo un nuovo livello di esplorazione creativa: quella generata dalla collaborazione tra uomo e macchina.


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