Fondazione Modena Arti Visive è lieta di presentare Upgrate in Progress, la prima mostra personale di Geumhyung Jeong allestita nell’istituzione italiana di arte contemporanea. La mostra è curata da Diana Baldon, direttrice della Fondazione Modena Arti Visive.
La mostra presenta una nuova installazione site-specific della Fondazione Modena Arti Visive, legata al più recente progetto a cura dell’artista coreana. Nell’ambito internazionale delle arti performative, Jeong si è distinta per le sue coreografie divertenti ma allo stesso tempo insolite in cui si esibisce con elettrodomestici e corpi surrogati a grandezza naturale.
Creando un mix variegato di media tra cui danza, teatro, film e scultura, le sue opere schierano una gamma di strumenti protesici, strumenti hardware meccanici e tecnologici, cosmetici, manichini medici e parti del corpo di ricambio, includendo spesso performance dal vivo in cui “dimostra” come i suoi oggetti possono essere utilizzati. Una volta presentati nei contesti di arte visiva, posiziona gli oggetti in strane sequenze, organizzate ordinatamente su piedistalli situati su strutture illuminate da un’intensa luce bianca che simulano archivi scientifici e collezioni museali.
Nata nel 1980 a Seul, dove attualmente vive e lavora, Jeong ha studiato recitazione alla Hoseo University ad Asan (Corea del Sud), danza e spettacolo alla Korean National University of Arts e animazione cinematografica alla Korean Academy of Film Arts (entrambe a Seul). Fin dall’inizio della sua carriera, l’opera di Jeong ha indagato la relazione tra il corpo umano e gli usuali oggetti inanimati, attraverso produzioni che associano linguaggi e tecniche e che derivano dai diversi contesti: danza contemporanea, teatro delle marionette e arti visive.
Il suo modello adotta un movimento ordinario e riduce fino al minimo indispensabile i codici specifici dell’arte e delle convenzioni teatrali. Nel corso dell’interazione fisica tra il suo corpo e gli oggetti, diventa sempre più ambiguo determinare chi controlla chi. Ciò che invece diventa chiaro è l’esplorazione, da parte dell’artista, dell’inevitabile coinvolgimento del nostro corpo vivente con la tecno-sfera contemporanea, ovvero il modo dominante grazie a cui ogni giorno facciamo esperienza del quotidiano presente. Problematizzando la falsa supposizione secondo la quale si può controllare la realtà, le sue opere mirano invece a far vedere come siano le varietà incomprensibili e mutevoli dello sviluppo tecnologico a plasmare le nostre percezioni, a condizionare le nostre scelte e a farci fare esperienza del concetto spazio-tempo.
Upgrate in Progress è un ulteriore sviluppo della Homemade RC Toy, una serie di sculture meccaniche controllate in remoto, ideata nel 2019 per la sua mostra a Kunsthalle Basel, e della Small Upgrate presentata lo stesso anno alla quinta Ural Industrial Biennial of Contemporary Art (Russia). I “robot” di Jeong sono amatoriali in modo disarmante, a causa della costruzione “fai da te” con i componenti venduti da siti web specializzati. Infatti, dato che l’artista è autodidatta nei principi della programmazione dei software e della meccanica, i robot agiscono in maniera imprevedibile e maldestra a causa della quantità limitata di movimenti che lei può alchemicamente permeare in essi.
Come suggerisce il titolo della mostra, questa nuova specie di macchine scultoree realizzate per Upgrade in Progress sono la continuazione della narrazione allegorica stabilita dalla Homemade RC Toy. Questi robot meccanici remotamente controllati sono stati progettati con caratteristiche visive e strutturali simili ai “modelli” precedenti ma possiedono una quantità maggiore di movimenti imposti da un design che, guadagnando in flessibilità, controlla anche l’aspetto inquietante e inutile delle parti corporee specifiche. Le sculture sono posizionate su tavoli da lavoro modulari che trasformano le hall della Palazzina in una scenografia completa. Questa specifica collocazione spaziale, interrotta da video presenti tutto lungo il percorso espositivo, non è solo una rappresentazione del luogo di lavoro di un artista, ma vuole anche essere effettivamente utilizzata da Geumhyung Jeong durante il periodo di soggiorno nella città come studio-laboratorio dove eseguirà test ed esperimenti sui suoi “giocattoli”.