Talbot Rice Gallery - Edinburgh
02 / 11 / 2019 - 01 / 02 / 2020

La Talbot Rice Gallery e l’Università di Edimburgo sono orgogliose di presentare The Extended Mind, mostra che include Gianfranco Baruchello, Marcus Coates, Marjolijn Dijkman, Nikolaus Gansterer, Joseph Grigely, Agnieszka Kurant & John Menick, Daria Martin, William McKeown, Goro Murayama, Angelo Plessas, Magali Reus, oltre alla Walk, Hands, Eyes (Edimburgh) di Myriam Lefkowitz, una performance unica nel suo genere che coinvolge tutta la città.

La Talbot Rice Gallery mira a svelare il potenziale delle università per contribuire all’arte contemporanea, con entrambi i progetti radicati nella ricerca dal nome History of Distributed Cognition (2014-18). Evidenziando il potenziale trasformativo della cultura di espandere la conoscenza, questa ricerca ha esaminato la storia dell’idea che le nostre menti si estendono attraverso il nostro corpo e il mondo: abilitate da a strumenti, tecnologie, istituzioni, materiali e tecniche.

Lavorando in collaborazione con il team accademico alle sue spalle, la Talbot Rice Gallery raccoglie ora soggetti contemporanei – plasmati da intelligenza artificiale, robotica, internet ed economia globale – e preoccupazioni artistiche attuali riguardo al linguaggio, l’autopoiesi, la materialità e l’incorporazione.

I dipinti di Gianfranco Baruchello descrivono la nostra connessione a volte casuale con i sistemi – siano questi socioculturali, industriali, meccanici o virtuali – che definiscono il nostro posto nel mondo; Marcus Coates intraprende un viaggio di espansione dell’esperienza vicario nella giungla amazzonica per conto di un’altra persona e presenta ombre proiettate di animali estinti. Marjolijn Dijkman guarda a come enormi scale spazio-temporali possono essere portate alla nostra comprensione, compresi i prodigi dell’intelligenza artificiale e le comunicazioni con la vita extraterrestre.

Nikolaus Gansterer manifesta i simboli e i processi a cui ricorriamo per pensare; Joseph Grigely, sordo dall’età di dieci anni, visualizza le note che ha usato per comunicare, rivelando il nostro rapporto incarnato con la lingua, mentre Agnieszka Kurant & John Menick adottano criticamente il Mechanical Turk di Amazon per considerare la comparsa di forze lavoro anonime e disperse. Daria Martin espone robot che imparano attraverso sensori che interagiscono con ballerini umani.

I dipinti astratti di William McKeown catturano la natura sfaccettata e attiva della percezione; Goro Murayama utilizza tecniche autogenerative che fanno emergere insieme artista e opera d’arte; Angelo Plessas si rifugia a distanza dagli effetti insidiosi di internet motivati corporalmente per realizzare la sua coscienza espandendo il potenziale; Magali Reus realizza sculture che configurano gli oggetti della vita quotidiana in un modo che ci aiuta a riconoscere i loro ruoli cognitivi spesso inosservati.

Oltre a The Extended Mind, la Talbot Rice Gallery è lieta di presentare Walk, Hands, Eyes (Edimburgo), un’escursione a piedi performativa, ancora in corso, ideata dall’artista e coreografa francese Myriam Lefkowitz. Nel corso di un’ora di marcia silenziosa, un partecipante e una guida formano un rapporto immersivo con l’ambiente circostante. Il partecipante tiene gli occhi chiusi, ma a volte gli viene chiesto di aprirli brevemente per creare un’unica istantanea mentale.


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