On the Camden Art Centre’s website

La posizione dell’umanità all’interno dell’ordine naturale è sotto esame come mai prima d’ora, in un equilibrio incerto tra forze visibili e invisibili: dalla minaccia microscopica di un virus alla forza monumentale dei cambiamenti climatici. Attingendo alle tradizioni indigene della foresta pluviale amazzonica, ai punti di vista alternativi sul razionalismo scientifico occidentale e a un nuovo modo di vedere l’intelligenza delle piante, la filosofia e la teoria umanistica, The Botanical Mind Online indaga sul significato del regno vegetale per la vita umana, sulla coscienza e sulla spiritualità tra le culture nel tempo. Considera le piante sia un simbolo universale riscontrato in quasi tutte le civiltà e le regioni del mondo, sia la forma di vita più essenziale ma incompresa sul nostro pianeta.

Questo nuovo progetto online è stato sviluppato a seguito della crisi provocata dal COVID-19 e della chiusura delle gallerie a causa della pandemia. Inizialmente, The Botanical Mind: Art, Mysticism and The Cosmic Tree è stata concepita come una mostra collettiva transgenerazionale che riavvicina opere surrealiste, d’avanguardia e contemporanee ad artefatti storici ed etnografici, tessuti e manoscritti che hanno più di 500 anni.

L’apertura era programmata per il 22 aprile 2020, la Giornata della Terra, ma la mostra è stata poi posticipata. Nel frattempo, il Camden Art Centre ha avviato questo programma online di nuove commissioni artistiche, podcast, film, testi, immagini e audio, che approfondisce e integra le idee e le tematiche che informeranno la mostra.

Sono comprese nuove commissioni digitali e le opere online di Adam Chodzo, Tamara Henderson, Ghislaine Leung, James Richards e Steve Reinke, Joachim Koester, Stefa A. Pedersen, Gemma Anderson, Kerstin Brätsch e Adele Röder; un focus sugli Yawanawà del Brasile amazzonico, che dovevano recarsi a Londra per prendere parte alla mostra ma che ora si sono auto-isolati nel loro villaggio, e una nuova serie di podcast che attinge ad alcune tra i principali portavoce in ambito scientifico, antropologico, musicale, artistico e filosofico. Il progetto costituirà un archivio in espansione che analizzerà le idee sulla sensibilità delle piante, le cosmologie indigene, la botanica radicale, l’ipotesi Gaia, la biologia quantistica e l’influenza dei farmaci vegetali psicoattivi sulle diverse culture e controculture in tutto il mondo.

Il sito web esporrà il materiale archivistico e i nuovi contributi di artisti, musicisti, scrittori e pensatori quali: Carl Jung, Bruce Conner, Hildegarde Von Bingen, Ithell Colquhoun, Hilma af Klint, Wolfgang Paalen, Brion Gysin, Philip Taaffe, Matt Mullican, Giorgio Griffa, Linder, Sarah Angliss, Dr Stephan Harding, Monica Gagliano, Kirk Barley, Terence McKenna, Simon Ling, Priscilla Telmon e Vincent Moon, Bernd Brabec De Mori, John Dupré, Jagadish Chandra Bose, Annie Bessant e Charles Leadbeater, Carol Bove, Andrea Büttner, Cerith Wyn Evans, Rachid Koraïchi, Daniel Rios Rodriguez, Penny Slinger, Fred Tomaselli, Delfina Muñoz de Toro, Alexander Tovborg, Lee Ufan e tanti altri.

In questo periodo di immobilità forzata si potrebbe considerare il nostro comportamento in risonanza con le piante: come loro, siamo bloccati in un unico luogo, soggetti a nuovi ritmi di tempo, di contemplazione, di crescita personale e di trasformazione. Milioni di anni fa le piante decisero di rinunciare alla mobilità a favore di una vita radicata in un luogo, integrata in un particolare contesto o ambiente. La vita di una pianta risponde costantemente e in modo sensibile al suo habitat: un processo di crescita, di risoluzione dei problemi, di nutrimento e di trasformazione che si svolge a velocità e con scale di valori molto diverse dalle nostre. In questo momento di crisi e di cambiamento globale forse non si è mai presentata un’occasione migliore per riflettere e imparare dalle piante.

The Botanical Mind Online è curata da Gina Buenfeld e Martin Clark. La serie di podcast per The Botanical Mind è stata sviluppata e realizzata con Matt Williams e Alannah Chance.


www.camdenartcentre.org