Bonniers Konsthall - Stockholm
30 / 08 / 2019 - 10 / 11 / 2019

Quale sarà il futuro del nostro pianeta e quali responsabilità ci assumeremo per le nostre azioni? Che cosa significa veramente essere umano? La mostra Cosmological Arrows riunisce un gruppo di artisti contemporanei che utilizza la fantascienza e lo spazio al fine di porre domande fondamentali riguardo l’esistenza del genere umano e il modo in cui trattiamo il mondo in cui viviamo.

Le opere mettono in risalto idee e visioni che esaminano liberamente materie come l’astronomia, l’ambiente, la colonizzazione, il genere, il futurismo e l’intelligenza artificiale. La fantascienza è un genere diffuso e affascinante all’interno del quale idee reali o fittizie sono autorizzate a radunarsi.

La mostra ha l’intento di enfatizzare il modo in cui gli artisti usano lo spazio e la fantascienza come un laboratorio immaginario che getta le basi per discutere i dilemmi etici, morali ed esistenziali di oggi. La fantascienza come discorso culturale ha a che fare con il tempo in cui viviamo – e i desideri, i sogni e le preoccupazioni che occupano le nostre menti.

Quest’anno ricorre il 201° anniversario del romanzo di Mary Shelley Frankenstein (o Il moderno Prometeo). Il libro viene spesso descritto come il primissimo romanzo fantascientifico, nonostante tutto il tempo che è passato; la storia di Victor Frankenstein e del suo mostro racchiude diverse importanti riflessioni rilevanti per il nostro tempo.

Un tempo in cui stiamo fiduciosamente iniziando a renderci conto che l’infrazione dell’umanità sta per esaurire le risorse della terra. In un mondo che cambia rapidamente e che affronta diverse sfide, l’arte contemporanea filtrata con la fantascienza diventa un importante forum per la creazione di prospettive di im/possibili scenari futuri e scoperte scientifiche.

Al centro della mostra, la monumentale installazione di Lee Bul intitolata Civitas Solis II si distribuisce per tutta la stanza. Isole di frammenti di vetro sulle pareti e sul pavimento costituiscono una sorta di ingresso in un altro mondo cosmico o forse in un universo parallelo. Artisti tra cui Brittany Nelson, Lea Porsager e Jone Kvie presentano opere riguardanti telescopi, droni o missioni spaziali prive di equipaggio.

Spesso lo spazio fornisce uno scenario per mostrare non solo problematiche universali, ma personali. Nell’opera-video Eyes in the Sky, l’artista Anna Hoetjes inserisce una narrativa femminista nella storia spaziale immaginando un mondo in cui le donne hanno conquistato lo spazio. A sua volta Allora & Calzadilla presenta un pappagallo parlante in via d’estinzione, che pone la domanda: perché gli esseri umani sono così occupati a cercare di scoprire esseri intelligenti nello spazio quando già non tengono conto di così tante specie intelligenti sulla Terra?

Il titolo della mostra, Cosmologic Arrows, è stato liberamente preso in prestito dal libro di Stephen Hawking, A Brief History of Time. Quando collochiamo un pensiero nello spazio, la nostra concezione di spazio e tempo viene capovolta. Questa mostra spera di essere un primo passo per idee e visioni artistiche che mettono in discussione il nostro modo tradizionale di vedere il mondo. Potrebbe anche suggerire nuovi approcci per come comprenderlo.

In concomitanza con la mostra viene pubblicato un volume di nuovi testi di Caroline Elgh Klingborg, Jerry Määttä, Mahan Moalemi e Cecilia Åsberg, così come racconti brevi di Aleksandr Bogdanov, Ted Chiang, Karin Tidbeck and Alice B. Sheldon/James Tiptree Jr. Il volume è stato prodotto in collaborazione con la casa editrice Art & Theory.

Tra gli artisti troviamo: Allora & Calzadilla, Agnieszka Brzeżańska, Lee Bul, Debora Elgeholm, Johannes Heldén, Anna Hoetjes, Jone Kvie, Lawrence Lek, Caroline Mesquita, Brittany Nelson, Lea Porsager, Larissa Sansour e Arseny Zhilyaev & Asya Volodina.


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