Nottingham Contemporary - Nottingham
27 / 04 / 2013 - 30 / 06 / 2013

 

Una mostra del ciclo Hayward Touring dal Southbank Centre, Londra

Il vincitore del Tuner-Prize Mark Leckey ha curato una mostra che si tuffa nel magico mondo delle nuove tecnologie, intersecandolo, allo stesso tempo, con le credenze del nostro passato ormai lontano.

Opere d’arte, video, macchinari, reperti archeologici e oggetti iconici di ieri e di oggi, come la figura gonfiabile gigante del cartone Felix the Cat – la prima immagine mai apparsa in TV – costellano il “mondo incantato” creato nelle gallerie del Nottingham Contemporary, dove gli oggetti sembrano comunicare tra di loro e con noi.

Nella mostra di Leckey “c’è un’aria davvero magica”. Riflette un mondo dove le “cose inanimate” prendono vita grazie alla tecnologia. Un mondo in cui i siti web pronosticano ciò che vogliamo, i nostri cellulari ci danno indicazioni, i frigoriferi ci danno consigli sulle ricette, contano le calorie e addirittura ci accendono il forno. Digitalizzando gli oggetti possiamo anche farli “scomparire” dal mondo reale, catapultandoli ovunque e in qualsiasi epoca.

In questa mostra senza tempo, “il reale e il virtuale sono in simbiosi”, ha affermato Leckey. Chissà, è possibile che la tecnologia abbia creato una forma di coscienza propria- un futuro animistico. Siamo circondati da regni fatti di pura fantascienza ma, allo stesso tempo, ci sembra di tornare al nostro passato ancestrale- un tempo in cui le antiche civiltà credevano che le piante, gli animali, le terre e persino gli oggetti fossero abitati da spiriti.

 

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Il teatro delle “cose” di Leckey è presentato in ambienti progettati per l’occasione. Ecco quindi opere di artisti come William Blake, Louise Bourgeois, Martin Creed, Richard Hamilton, Nicola Hicks, Jim Shaw e Tøyen  esposte accanto a una mano d’argento medievale contenente ossa di un santo, una mano protesica elettronica che si connette tramite Bluetooth, un modello in 3D di Snoopy diviso in due con gli organi interni in bella vista, e molte altre ricchezze tutte connesse tra di loro. Liberamente divisa in quattro temi o scenari -Il Mondo Vegetale, il Regno Animale, il Genere Umano e Settore Tecnologico, la mostra di Leckey è una collezione di cose non proprio così stupide che parlano tra di loro, metaforicamente e nel vero senso della parola.

Mark Leckey è nato a Birkenhead nel 1964. Insegna al Goldsmiths College, University of London. Nel 2008 è stato vincitore del Turner Prize. Tra le sue mostre personali recenti ricordiamo Work&Leisure alla Manchester Art Gallery (2012) e See We Assembe alla Serpentin Gallery, Londra (2011). The Universal Addressability of Dumb Things è l’ultima di una serie di mostre a cura dell’Hayward Touring. Approda al Nottingham Contemporary dal Bluecoat di Liverpool e sarà esposta al De La Warr Pavilion di Bexhill quest’estate.

 


http://www.nottinghamcontemporary.org/