Overtoon è un nuoco spazio per la sound art, fisico e virtuale. E’ una nuova location per residenze d’artista, nata a Bruxxel nel cuore d’Europa, ma è anche una piattaforma di ricerca, produzione e distribuzione di questa disciplina artistica, sostenuta in parte dal Governo Fiammingo.  

Overtoon è stato concepito, sin dalle sue origini nel lontano 2005, come una progetto parallelo nato per sviluppare l’attività artistica di Aernoudt Jacobs. Dal 2012, Christoph De Boeck, artista multimediale che si occupa principalmente di arte sonora, si è aggiunto nella co-direzione dell’organizzazione, dopo aver lanciato e concluso il progetto Deepblue a Bruxxel. Operando in collaborazione con Saartje Geertsaimed, il progetto si prefigge attualmente l’obiettivo di sviluppare l’attività creativa dei due artisti, dedicandosi anche, attraverso un programma di residenze, a progetti di altri artisti ai quali vengono offerti la condivisione dei materiali, delle strutture e il supporto artistico. Le prossime attività di Overtoon includono l’organizzazione della mostra collettiva “Artificial Nature” presso il VIA Festival il prossimo Marzo a Maubeuge,  presso l’EXIT festival ad Aprile a Parigi e presso il Lille 3000 il prossimo Agosto.

In Overtoon, il suono costituisce un punto di incontro tra sperimentazione visiva e spaziale, non molto distante dall’attività creativa degli stessi Christoph De Boeck e Aernoudt Jacobs. Per comprendere meglio la mission di questa nuova struttura, gli obiettivi, l’organico e le attività nel settore dell’arte sonora, abbiamo incontrato e intervistato i due co-fondatori.

Silvia Bertolotti: Innanzitutto Christoph, perché hai deciso di porre fine al progetto Deepblue?

Christoph De Boeck: Deepblue è stato un progetto di collaborazione a vari livelli tra me e una serie di coreografi. Abbiamo lavorato insieme alla creazione delle performances; altre volte invece, mi sono occupato solo della parte sonora. Con il passare del tempo, mi sono dedicato sempre di più alle mie istallazioni, ai miei lavori e così hanno fatto anche gli altri. Alla fine, il tempo per lavorare insieme si era semplicemente ridotto e quindi ho deciso di cercare un altro partner con cui lavorare. Siccome mi dedico principalmente al suono e non mi soffermo tanto sulle performance musicali, mi concentro cioè sulla dimensione fisica e spaziale del suono, e siccome la sperimentazione di Aernoudt puntava anch’essa in questa direzione, alla fine abbiamo deciso di lavorare insieme. Abbiamo iniziato a lavorare su Overtoon più di un anno fa, elaborando le nostre idee e iniziando a organizzare il lavoro. Ma solo adesso il progetto è ufficialmente partito.

Silvia Bertolotti: Come vi è venuta l’idea di creare un centro come Overtoon e in che modo l’avete sviluppata?

Aernoudt Jacobs / C.D.B.: Volevamo creare una piattaforma in cui fossero presenti gli aspetti della sperimentazione, produzione e distribuzione. Overtoon è anche un punto di incontro, perché non produciamo solo le nostre opere, ma anche quelle di altri artisti. Lo scopo è quello di creare uno spazio dinamico, una piattaforma di scambio dedicata agli artisti, una specie di piattaforma semi-aperta. Abbiamo a disposizione i nostri materiali, i nostri spazi e la nostra competenza, ma apriamo questo spazio anche agli altri artisti: chiaramente, Overtoon non è aperta a chiunque, ma l’ingresso avviene sempre in seguito a processo di selezione.

Silvia Bertolotti: Quali sono gli obiettivi e la missione di Overtoon?

A.J. / C.D.B.: Overtoon si occupa principalmente di sperimentazione, produzione e distribuzione. La sperimentazione, in particolare, rappresenta una parte importante della nostra attività, che si traduce nell’organizzazione di eventi, accompagnati da conferenze tenute da professori, studiosi ed esperti.

Silvia Bertolotti: Come è strutturata la distribuzione? Con quali modalità viene attuata e attraverso quali canali?

A.J. / C.D.B.: Abbiamo la nostra rete di contatti che sfruttiamo per organizzare la distribuzione di opere prodotte qui. Ad esempio, stiamo attualmente lavorando alla produzione di due opere e ci stiamo già occupando di contattare alcune location dove organizzare la presentazione. Per il momento ci stiamo dedicando solo alla produzione a livello locale, ma ci piacerebbe, in futuro, lavorare anche sulla scena internazionale. I luoghi in cui distribuiamo le nostre produzioni sono principalmente istituti d’arte digitale, organizzazioni che si occupano di arte multimediale o festival. Per esempio, ad Aprile presenteremo una mostra per Overtoon, all’interno della Brussels Arts Week, grazie alla quale lavoreremo al fianco di altri centri locali, come l’Imal (http://www.imal.org/).

Silvia Bertolotti: Secondo voi, qual è la formula vincente per i centri d’arte: le residenze, la produzione, i festival o la sperimentazione?

A.J./ C.D.B.: La vera sfida è riuscire a trovare la giusta combinazione tra una buona sperimentazione e la condivisione dei risultati attraverso la produzione. Secondo noi, produzione e sperimentazione sono i punti chiave su cui lavorare. Cerchiamo di mantenere questo equilibrio, non ci concentriamo solo sulla sperimentazione, ma anche sulla produzione, perché riteniamo che sia importante creare degli output: i nostri programmi di residenza artistica, difatti, prevedono collaborazioni a lungo termine…

Silvia Bertolotti: Qual è la vostra relazione con le istituzioni pubbliche e con quelle private?

A.J./ C.D.B.: Attualmente, riceviamo degli introiti grazie alla vendita e alla presentazione delle nostre opere con i co-produttori (festival e organizzazioni dedicate alla sound art) della nostra rete di contatti. In ambito pubblico, godiamo del supporto del governo locale e da questo punto di vista ci piacerebbe molto lavorare con progetti a livello Europeo. In ambito privato, godiamo della collaborazione con centri privati e Università, oltre a una galleria che presenta le nostre opere.

Silvia Bertolotti: Ci potete presentare brevemente Jeroen Uyttendaele e Jeroen Vandesande, i due artisti che saranno in residenza all’Overtoon nel 2013?

A.J. / C.D.B.: Jeroen Uyttendaele lavora su istallazioni in cui le parti di alluminio o ferro producono colori differenti in base agli stimoli elettrici. Lavorerà nei nostri spazi per due periodi di tre mesi ciascuno e per la mostra inaugurale di Overtoon presenteremo un prototipo della sua opera. Jeroen Vandesande lavora invece con una combinazione di suoni che vengono spostati nello spazio, in una sorta di movimento rotatorio che influenza i suoni stessi. Sarà un’installazione interattiva, in cui il pubblico può modificare la natura dei suoni. Inizierà la sua collaborazione con noi il prossimo Febbraio e anche lui resterà per qualche mese.

Silvia Bertolotti: Che ruolo riveste l’interazione e la partecipazione con il pubblico? Vi occuperete anche di questo aspetto?

A.J. / C.D.B.: Quello che abbiamo a disposizione non è uno spazio di presentazione vero e proprio. È uno spazio di sperimentazione, produzione e distribuzione, come abbiamo detto prima. Quindi, le nostre mostre si terranno altrove, in location esterne. Gli unici eventi pubblici che si terranno qui saranno le conferenze con le presentazioni dei prototipi o delle sperimentazioni. In generale, per gli eventi pubblici, dipende molto con dall’organizzazione del partner con cui ci troviamo a collaborare.

Silvia Bertolotti: Con che genere di artisti vorreste lavorare?

A.J. / C.D.B.: È importante che le loro opere parlino il nostro stesso linguaggio o che siano in qualche modo collegate alla nostra arte. La Sound Art ha bisogno di una manifestazione fisica e una dimensione, come le installazioni. Solitamente lavoriamo con artisti giovani, ma non sempre. Quel che è certo è che ci dirigiamo molto di più verso i nuovi talenti emergenti – almeno per i prossimi due anni faremo così – anche perché i grandi nomi e gli artisti già conosciuti non hanno bisogno di spazi come questo, dato che già hanno i propri.

Silvia Bertolotti: Un’opinione sullo state di salute della Sound Art in Europa?

A.J. / C.D.B.: Quello che notiamo è che ci sono sempre più collaborazioniin quest’ambito, sicuramente più di cinque anni fa. e pensiamo che questo sia un fenomeno che tenderà ad aumentare sempre di più. Di certo c’è una maggiore attenzione a questa disciplina e credo che questo sia in parte legato al fatto che la Sound Art rappresenta una sorta di antidoto all’abbondanza di arte visiva nella cultura attuale. È un settore che la gente sta progressivamente scoprendo: in ogni caso, c’è una maggiore apertura, anche in termini di pubblico, che sicuramente non c’era 10 anni fa.


http://www.overtoon.org

http://www.tmrx.org/

http://www.christophdeboeck.com/