Archivi, ricordi, obsolescenza dei media e archeologia del futuro sono al centro delle opere di Mika Taanila, dove i confini e i punti di contatto tra arte, fotografia e cinema sono estremamente porosi. Le opere di Taanila sono sofisticate sia in termini di ricerca sia nell’uso e nell’elaborazione dei materiali storici.

L’artista e cineasta, nato a Helsinki nel 1965, ha studiato antropologia prima di dedicarsi al cinema, e il desiderio di esplorare la storia e la realtà odierna è sempre stato presente nel suo lavoro. Una poetica della realtà nella quale materiali di archivio, media obsoleti come i nastri VHS, video, fotografie, immagini televisive e tecniche contemporanee del cinema sono fonti preziose per riflettere sulle modalità con cui i dispositivi tecnologici, e la loro obsolescenza, hanno ridefinito il panorama dei media.

In alcune opere rivede i progetti utopici della scienza e della tecnologia con lo scopo di esplorare la rappresentazione del futuro e del progresso. Futuro: A New Stance for Tomorrow è un documentario sull’ascesa e la caduta della Futuro House di plastica, un’utopia dell’era spaziale che è diventata quasi realtà. Progettata dall’architetto Matti Suuronen, la casa vacanze Futuro è stata esposta dal 1968 al 1973 e data in licenza a ventiquattro paesi. La forma ellittica di un disco volante riflette l’ottimismo della fine degli anni ‘60 nei confronti dell’imminente conquista dello spazio. Si trovano attualmente nella collezione del Centraal Museum di Utrecht, nel Museo Boijimans di Rotterdam e le possiamo trovare in diversi paesi come Nuova Zelanda e Sudafrica.

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The Future Is Not What It Used To Be è un documentario basato sulla vita e l’opera di Erkki Kurenniemi, un pioniere dell’arte multimediale, un tecno-utopista e uno scienziato entusiasta, appassionato dei cambiamenti che ha progettato lui stesso, secondo la controcultura cyber-utopista degli anni ‘60, che riguardava diversi campi come la robotica, la musica elettronica, il cinema sperimentale e le installazioni interattive. Era attivo nei primi sviluppi del computer analogico e dei sintetizzatori e nella creazione di dispositivi multisensoriali, composizioni di musica sperimentale e film.

Taanila ha trovato progetti utopistici ed esperimenti non solo negli archivi storici (come menzionato in precedenza), ma anche in film enigmatici e promettenti. Per realizzare la video installazione The Zone of Total Eclipse ha utilizzato un film scientifico girato nel 1945 a Poroluoto (Finlandia occidentale) dai membri di una spedizione organizzata dall’Istituto Geodetico Finlandese, il cui proposito era di misurare, durante un’eclissi solare, la distanza geografica tra due continenti, Europa e America settentrionale, servendosi di una pellicola da 35 mm. Non ci riuscirono, ma il loro fallimento è diventato materiale per l’opera di Taanila.

Twilight invece è composto da filmati girati durante un esperimento scientifico condotto dal Dipartimento di Scienze Biologiche dell’Università di Helsinki, e mostra rospi comuni (specie Bufo bufo) che cercano di catturare “vermi” di gomma. L’artista ha trovato il filmato di un esperimento di fisica presso l’Archivio Cinematografico Finlandese, etichettato con un adesivo che riportava la dicitura “physical ring”. I suoi tentativi di scoprire qualcosa in più sull’esperimento non hanno portato a nulla. Tutto ciò che si vede nel filmato, sono elementi cinetici come fuoco, magneti, calore e metallo. Il film tratto da quel filmato è A Physical Ring.

Nell’installazione SSEENNSSEESS, vengono proiettati filmati scientifici dei primi anni ‘50, provenienti dal Dipartimento di Fonetica dell’Università di Helsinki, mentre l’artista gioca con i suoni, manipolando due diverse basi sonore. La ripetizione d’immagini e suoni ad intervalli irregolari crea un’opera in cui non ci sono due momenti uguali. La sua video installazione Verbranntes Land (Paese bruciato) è un film basato su un video informativo sui VHS, nel quale ha utilizzato degli schermi divisi in cui il passaggio del tempo cancella flussi di dati elettromagnetici. Quest’opera è una metafora del processo mnemonico, una sorta di scansione cerebrale di sette minuti.

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Non ci staremo dimenticando di ricordare? Nonostante le tecnologie digitali ci permettano di mettere a fuoco retroattivamente le lenti con cui analizziamo documenti e artefatti del passato e di scoprire nuovi dati e nuove prospettive, Taanila ha cercato altri modi per farlo. La memoria può agire come una sorta di macchina del tempo in grado di determinare azioni e immagini e Black and White Movies è stato un modo per mettere alla prova la sua memoria e capire cosa gli rimaneva in testa dopo aver visto alcuni film.

Si tratta di fotogrammi creati senza l’aiuto della telecamera, immagini che costituiscono ciò che resta di vecchi VHS accumulati negli anni. Sono tutti ispirati a scene di violenza rimaste impresse nella sua mente dopo la visione dei film. Se il protagonista sbatteva la testa su una roccia, allora Taanila sbatteva il VHS su una roccia. Fatto ciò, raccoglieva i resti delle cassette, li posizionava su una carta fotosensibile nella camera oscura e a ogni fotogramma è stato dato il nome del film da cui è stato tratto «La mia attrazione per i VHS riguarda vari aspetti della memoria. Credo che l’immagine sgranata del VHS, con le sue imperfezioni, inviti lo spettatore a partecipare più attivamente rispetto a una copia digitale perfettamente definita.

Il VHS funziona come il nostro cervello. Andando avanti con gli anni ho notato che, a poco a poco, sto perdendo dati. Questo lento processo è triste, ma allo stesso tempo è una fortuna perché essere in grado di ricordare ogni cosa sarebbe un peso. VHS e musicassette sono formati molto umani che rispecchiano il mio modo di pensare», spiega l’artista.

Nei lavori di Taanila non c’è un’unica dimensione temporale, dal passato al futuro o viceversa: viaggia nel tempo in tutte le direzioni, passato, presente e futuro. Che cos’è il tempo? In che modo ordiniamo il passato, il presente e il futuro? La pratica artistica può essere uno strumento per esplorare il tempo? Taanila sembra analizzare tali questioni nei suoi time-lapse. Il documentario Return of the Atom, co-diretto insieme a Jussi Eerola, riguarda la costruzione in Finlandia della centrale nucleare di Olkiluoto, che dovrebbe essere operativa nel 2018 e che costituisce la prima di questo tipo dopo il disastro nucleare di Chernobyl.

I due hanno utilizzato filmati d’archivio russi e americani degli anni Cinquanta, che ci portano indietro di diversi decenni, quando le centrali nucleari erano colme di promesse e lanciate verso un futuro radioso e tecniche di ripresa contemporanee e avanzate. Il documentario ritrae, in un’epoca di rinascita nucleare, la vita strana e stressante in una piccola città nucleare, (chiamata The Most Electrified Town in Finland e Taanila ha dato proprio questo nome alla sua video installazione, basata su Return of the Atom e mostrata in anteprima a dOCUMENTA (13) nel 2012). Non esiste alcun movimento anti-nucleare a Eurajoki: i residenti del luogo si sono adattati allo stress invisibile inflitto dal vicino nucleare.

Più centrato sull’idea di uno scenario futuro è il cortometraggio RoboCup99, girato durante i quattordici giorni del Campionato mondiale di robot tenuto a Stoccolma nel 1999. I robot-calciatori, che a quel tempo erano pensati come dei dispositivi sofisticati e moderni, oggi ci fanno sorridere perché sembrano obsoleti. I robot non hanno una vita lunga, sono dei giochi utili per gli scienziati, degli esperimenti per un possibile uso nel futuro.

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Inoltre, nella sua video installazione Optical Sound Taanila usa dei dispositivi tecnologici che oggi sembrano degli strumenti obsoleti: le stampanti ad aghi. L’artista documenta e registra il suono delle vecchie stampanti, trasformate in inaspettati strumenti musicali low-tech dal suo team The User. Nella loro obsolescenza, le stampanti ad aghi seducono per l’astrazione e l’apparente imperfezione.

Taanila ci invita a riconsiderare i modi in cui la tecnologia ha ridefinito il nostro panorama dei media e il mondo in cui viviamo. Questo è, infatti, un habitat che sta diventando sempre più artificiale e l’artista studia come sta evolvendo nel corso degli anni. Viviamo in un’era che è sovraccarica d’immagini. Proviamo un fastidioso senso d’instabilità se perdiamo le immagini che dovremmo consumare. Taanila analizza la continua obsolescenza dei vari media, che dimostra il fallimento  implicito (o la resistenza) della tecnologia che si evolve con noi (e vice versa).

«Sono interessato all’Ingegneria Umana e sto provando a capire come i dispositivi tecnologici incidono sulla nostra soggettività e la nostra percezione della realtà e come la tecnologia cambierà le nostre vite in un futuro prossimo o remoto» precisa Taanila.


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