ALMINE RECH GALLERY - BRUSSELS
UNTIL 21 OCTOBER 2010

Per la prima volta, la Almine Rech Gallery di Bruxelles presenta una personale di James Turrell. Nato a Los Angeles nel 1943, James Turrell vive e lavora in Arizona.

Dal 1967 ha presentato la sua prima opera, Projection Pieces, al Pasadena Art Museum. Questi pezzi sono “rivoluzionari” e sono stati accolti come tali nell’accesa controversia di questo periodo. Sono i primi lavori che utilizzano la luce come un materiale in sé, che deve essere compreso e “scolpito”. Queste opere pongono delle fondamenta del tutto nuove nella storia dell’arte, grazie all’utilizzo della luce come mezzo autentico, e non come elemento utile a riflettere o ad illuminare un oggetto o un soggetto in un determinato giorno, oppure a definire luci e ombre nella tradizione di studi pittorici sin dalla nascita della pittura occidentale.

“Il mio lavoro si occupa della natura concreta della luce, del contatto con essa. La luce non è effimera, è materiale. I fotoni sono materia, producono un fenomeno simile ad un’onda, come l’acqua.”

Per quanto l’approccio artistico di Turrell sia stato poco compreso ai tempi, eccetto che da un piccolo gruppo di critici, istituzioni e collezionisti, la componente scientifica della sua riflessione attirò l’attenzione del County Museum of Art di Los Angeles, che gli fornì i mezzi necessari per portare avanti il suo lavoro attraverso “Art and Technology Program”, insieme all’artista Robert Irwin e allo psicologo percettivo Edward Wortz. Turrell, iniziando alla fine degli anni ’60, avrebbe creato degli spazi sperimentali, che erano o completamente neri ed insonorizzati oppure pieni di luci colorate, e ne avrebbe esaminato l’impatto sulla nostra percezione. Questi lavori furono i precursori di alcune opere successive, create tra gli anni ’70 e ’80, che costituiscono oggi una grande fonte di ispirazione per l’arte contemporanea.

Nel 1979, James Turrell acquistò un vulcano estinto nel deserto dell’Arizona: Roden Crater. Questo sito fu scelto per via della naturalezza del paesaggio e per la posizione al di sotto di un cielo con una luce particolarmente intensa, raramente oscurata da nubi. Alla fine comprenderà più di dieci “stanze”: Sky Spaces che utilizzano la loro architettura minimalista, abilmente progettata da Turrell, e il loro orientamento: un mix di luce naturale e artificiale, la posizione delle stelle. Roden Crater è il lavoro principale dell’artista e fa parte dei progetti su larga scala supportati dalla fondazione DIA, accanto a opere come Spiral Jetty di Smithson e Lightning Field di Walter de Maria, per citarne alcuni.

La mostra di James Turrell alla Almine Rech Gallery di Bruxelles sarà un’opportunità per scoprire un Projection Piece del 1968 intitolato Acro Red e lo Space Division Light Piece del 1992: Cherry. La mostra esporrà anche due ologrammi su larga scala creati da James Turrell con l’assistenza di uno studioso di fisica, gli ultimi di una serie che ha deciso di concludere e che rappresentano il risultato di un complesso lavoro di cattura di luci e ombre; oltre a questi ci sarà Transmission Pieces, un altro progetto di coinvolgimento sensoriale.

Artista non convenzionale e difficilmente classificabile, James Turrell spinge i visitatori a guardare dentro sé stessi e ad interrogarsi sulla propria percezione della luce, della materia, dei colori, delle forme e la loro posizione di spettatori, il loro ruolo nella definizione ed esistenza di un’opera d’arte.

http://www.alminerech.com/