Il tema del lavoro è stato al centro della sezione arte del festival Ipercorpo (http://www.ipercorpo.cittadiebla.com/), organizzato a Forlì da Città di Ebla e Iagostudio eventi e comunicazione, nel maggio 2013. Nelle tre sere del festival il curatore Davide Ferri ha affiancato ad una tavola rotonda, dedicata alla Collezione Verzocchi di Forlì all’interno di una più ampia riflessione sul tema del collezionismo, tre opere in cui il lavoro è visto e affrontato da punti di vista differenti: i video Nui Simu di Marinella Senatore e Il Capo di Yuri Ancarani (già intervistato per Digicult[1]) e la performance Dove si racconta di profondi sospiri e lunghi pensieri di Stefania Galegati Shines.

Durante Ipercorpo ho intervistato Marinella Senatore e, partendo dall’opera presentata durante il festival, le ho chiesto di raccontarmi alcuni aspetti della sua attività con le persone e le comunità e i significati che le relazioni creano all’interno dei progetti.

Nui Simu è un’opera di 18 minuti, il cui titolo significa “Siamo noi”; prodotta nel 2010 grazie ad una collaborazione con il Museo Riso di Palermo, è stata scritta da una comunità di minatori con il conivolgimento di oltre 300 cittadini di Enna e la collaborazione degli studenti dell’Accademia di Belle Arti di Catania. Nui Simu è il risultato di un progetto partecipativo che ha coinvolto le persone in tutte le fasi di realizzazione del video, dal casting alla produzione. Nel video realtà e finzione si contaminano.

Marinella Senatore da sempre lavora a contatto con le persone, con comunità intere protagoniste del processo creativo: Rosas (2012) è il più grande progetto partecipativo fatto nella strada e coinvolge tre diverse istituzioni in tre diversi paesi, Germania (Berlino), Inghilterra e Italia. Leggere la biografia di Marinella è come tracciare un percorso di viaggio attraverso i luoghi, verso i progetti e le persone che li abitano. Un mappa di relazioni, incontri e opere che nascono con gli altri, che emerge parlando con lei in questa intervista realizzata il 19 maggio 2013.

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Silvia Scaravaggi: Arte partecipata? Perchè questa scelta?

Marinella Senatore: Il tutto è da ricondurre al mio background, ai miei studi artistici e musicali. Oltre al diploma in Violino al conservatorio, le lauree e il dottorato che ho conseguito in Spagna (2008-2012 PhD Nuevas tendencias artísticas, Università di Castilla-La Mancha), la scelta è legata anche agli studi che ho fatto al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma. L’orchestra è per eccellenza la metafora che uso per il mio lavoro; con le comunità, la struttura  che mi è più naturale è quella tipica del team cinematografico.

Negli anni ho capito che la modalità relazionale è quella che più mi si addice, con un obiettivo che si trova in tutte le mie opere: l’idea che le persone possano usare i progetti per socializzare o per imparare un lavoro, una tecnica. Dal 2006 mi occupo di processi di partecipazione pubblica e l’ultimo lavoro che ho realizzato, Rosas, tocca 20.000 persone, un anno di attività durante il quale ho vissuto con loro. Il mio tempo di vita è molto collegato alle comunità, per me è necessario creare uno scambio e mantenere, negli anni, un contatto che diventa anche parte della vita di alcune persone.

Silvia Scaravaggi: Al centro della tua ricerca e del tuo lavoro ci sono le relazioni. In che modo acquisiscono un ruolo all’interno dell’opera? In che modo possono arrivare a modificarla?

Marinella Senatore: Il lavoro con le persone è un tempo emotivo. Io individuo i gruppi, le comunità, le città, e conosco realtà che non avrei conosciuto. Cerco di non imporre un progetto, ma studio molto per capire come proporre un progetto. Quello che propongo, appunto, è un formato: ho iniziato con il linguaggio del cinema e ora lavoro con la coreografia. Ho anche attivato la “School of narrative dance”, una scuola itinerante come una compagnia ambulante, a cui si aggiungono persone di volta in volta.

Dopo che ho lanciato la proposta, il format, e che ho capito la strategia migliore per coinvolgere le persone, il progetto può partire. È importante trovare il modo giusto per chiamare la persone alla partecipazione, ad esempio in Nui Simu ho usato il megafono, che è stato un mezzo molto efficace, mentre in Inghilterra è stato più immediato realizzare una chiamata tramite i social network[2]. A Cagliari c’era un’esigenza forte di lavoro, una parte del progetto è stata affidata a workshop in cui le persone potevano acquisire delle competenze. Ma questo è un altro punto che riguarda anche la mia idea di didattica, verso un metodo di apprendimento più libero.

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Silvia Scaravggi: Vorrei parlare anche della modalità di presentazione dei tuoi lavori. Come vengono presentati solitamente? Nel mio caso ho visto Nui Simu ad Ipercorpo, dove è stato proposto con una proiezione frontale come un classico film o cortometraggio. Non credi che un lavoro come questo chieda modalità di presentazione e fruizione differenti?

Marinella Senatore: La domanda è interessante perchè la questione del display è davvero fondamentale. Tutti noi che facciamo arte relazionale ci confrontiamo su questo problema.

Sono d’accordo sul fatto che questi progetti richiedano qualcosa di più che un video monocanale, ma ci sono altri lavori che per me hanno insita una modalità di presentazione e fruizione. Rosas ad esempio lo penso spontaneamente come una serie di installazioni video molto più articolate. Con Nui Simu non ho mai sentito l’esigenza di fare altro oltre alla proiezione.

Questo tipo di arte pubblica in Europa e in Italia non è frequente e la domanda che ci poniamo sempre è: come restituiamo l’esperienza? C’è sempre il rischio di fare un documentario, e personalmente non è quello che mi interessa. Ho undici mostre in programma fino a marzo, saranno undici problemi di display.

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Marinella Senatore è stata selezionata da Gamec per Artists’ Film International in programma a Bergamo dal 12 giugno al 21 luglio 2013. Tra le prossime mostre e partecipazioni: unica presenza italiana a Contour Mechelen, sesta biennale delle immagini in movimento in Belgio, abc – art berlin contemporary in Settembre, le biennali di Liverpool e Goteborg, una personale in programma al Castello di Rivoli di Torino. Tutti gli upcoming al link della galleria Peres Projects di Berlino.

www.marinella-senatore.com

www.peresprojects.com