Simulazioni generate a computer, realtà virtuali, piattaforme digitali in rete (dal cyperspazio al
metaverso) non sono più dei luoghi fittizi che si trovano nella letteratura di fantascienza. Il loro
significato e ruolo è quasi sullo stesso piano degli spazi reali. La tecnologia dell’informazione ha
dato vita a sfere immateriali che sono diventate dimensioni legittime e parallele della nostra
percezione, esperienza, conoscenza, comunicazione e di noi stessi, dove reale e virtuale non sono
più opposti antitetici. Per questo motivo, dobbiamo riesaminare la nostra concezione
tridimensionale dello spazio.
L’obbiettivo dell’esibizione Spatial Affairs è di analizzare il rapporto e la dipendenza reciproca
della presenza fisica e digitale attraverso opere d’arte concettuale e contemporanea e manifesti.
Le posizioni presentate prima e dopo la nascita della tecnologia informatica hanno un tratto
comune che prescinde dal medium: esaminano tutte lo sviluppo e l’impatto sociale di scienza e
tecnologia mediante la nozione di spazio, evidenziando così la codipendenza tra il tangibile reale e
l’intangibile digitale.
L’esibizione Spatial Affairs tenta di rivalutare alcune idee ampiamente accettate, ma non
necessariamente valide, riguardanti lo spazio. Invece di esplorare le differenze tra le concezioni di
spazio in ogni tipo di idealismo e materialismo trascendentale, viene posta la seguente domanda:
l’informatica e gli spazi generati a computer influenzano la nostra conoscenza convenzionale di
spazio? E se sì, come?
La rappresentazione dello spazio, che è intrinsecamente invisibile, è un compito complesso, che
venga trattato come spazio assoluto, relativo, reale o virtuale. Spatial Affairs espone concetti
modernisti riguardanti lo spazio e le loro riflessioni non moderne – in tal modo, esplora
inevitabilmente le possibilità offerte dall’informatica.
https://www.ludwigmuseum.hu/kiallitas/terugyek?mc_cid=08af03f439&mc_eid=d7af592b7f