HeK - Basel
09 / 05 / 2019 – 11/ 08 / 2019

HeK presenta Entangled Realities, una mostra collettiva internazionale incentrata sull’intelligenza artificiale (AI) e i suoi effetti sulla vita umana e sulla società. La nostra interazione quotidiana con sistemi algoritmici intelligenti e la potenza che già diamo alle macchine in molti settori della nostra vita hanno dato origine a nuove realtà intrecciate.

Entangled Realities accende la sua lente sull’AI come un nuovo strumento creativo che apre immagini, artefatti e suoni diversi e inaspettati. Le opere esposte mostreranno come le reti algoritmiche “vedono” il mondo, ma anche lo creano; ci daranno una visione dell’apprendimento automatico, basato sulle reti neurali, ma approfondiranno anche la nostra comprensione della cognizione e della soggettività non umana.


A metà degli anni Ottanta, i ricercatori hanno rivolto la loro attenzione alle reti neurali, basate su modelli biologici del cervello umano e sulla sua elaborazione delle informazioni. Negli ultimi anni, le reti neurali e l’apprendimento automatico sono tornati in primo piano per offrire spettacolari scoperte nel riconoscimento facciale, nella traduzione in linguaggio naturale, nella diagnosi medica e persino nel riconoscimento degli stati emotivi – risultato di una maggiore potenza computazionale e della disponibilità di grandi dati.

Algoritmi altamente efficaci sono ora sempre più utilizzati nelle transazioni commerciali e le nostre interazioni quotidiane sono plasmate dall’“Internet degli oggetti” – una rete crescente di dispositivi interconnessi incorporati negli oggetti di uso quotidiano e che consente loro di comunicare indirettamente. Quale ruolo giocheremo nel plasmare queste realtà interconnesse? E chi avrà il controllo dell’infrastruttura delle reti informatiche?

Le opere selezionate ci aiutano a comprendere meglio e a interrogare criticamente lo sviluppo e la creazione di nuove realtà in corso, in modo da poterne controllare lo sviluppo e non viceversa. Entangled Realities rivela come gli ultimi sviluppi dell’intelligenza artificiale abbiano inevitabilmente influenzato il regno creativo.

Attraverso il loro lavoro, gli artisti dimostreranno possibili modi per dialogare con algoritmi, costruttivi o dirompenti, ed esploreranno i vari tipi di mondi visivi e acustici, creati nell’interazione tra algoritmi di riconoscimento e generazione di immagini. Che dimostrino l’apprendimento automatico o intervengano nella “costruzione della realtà” dei sistemi informatici, ci renderanno anche consapevoli del fatto che altri processi di percezione e cognizione esistono al di fuori della nostra prospettiva umana.

Gli utenti e le loro azioni su Internet contribuiscono in modo significativo ai processi di apprendimento e alla “formazione” delle macchine intelligenti – il loro input “ottimizza” i sistemi. Per esempio, se agli utenti viene chiesto di cliccare su immagini di semafori come parte di un controllo di sicurezza, le macchine imparano a distinguerle da altri oggetti.

L’artista Sebastian Schmieg sta sviluppando un lavoro su questo tema per la mostra di HeK, concentrandosi su questioni complesse riguardanti le decisioni etiche di AI. I visitatori sono invitati a decidere se ritengono che un’immagine sia positiva o negativa e quindi ad addestrare un sistema di intelligenza artificiale. Il lavoro dimostra chiaramente come siamo coinvolti nei processi di apprendimento automatico e come i sistemi apprendono da noi – non solo nel campo delle logiche, ma anche nel campo dei valori e dei concetti morali.

Un’intelligenza artificiale sa solo ciò che è stata addestrata attraverso i set di dati esistenti. Funziona attraverso il riconoscimento di pattern e il confronto di somiglianze e differenze per identificare oggetti o concetti. Lo dimostra l’opera Paparazzi Cam dell’artista belga Dries Depoorter, che collega gli algoritmi di intelligenza artificiale con le webcam di tutto il mondo. Queste cercano di riconoscere le celebrità e poi scattano una foto come un paparazzo. Il metodo è già in uso oggi per l’azione penale. Il lavoro di Depoorter dimostra giocosamente la parzialità dei sistemi le cui valutazioni si basano sui set di dati di cui sono stati alimentati.

Con im here to learn, so :))))))))))))), Zach Blas e Jemima Wyman ci ricordano che le intelligenze artificiali imparano dai nostri feedback e non sono migliori di quello che insegniamo loro. Nella loro installazione video, “rianimano” Tay, il Twitter bot che Microsoft ha messo online per 24 ore nel 2016 e che è mutato in un’entità reazionaria, razzista, omofoba e persino fascista in un giorno attraverso i feedback degli utenti di Internet.

L’artista americana Lauren McCarthy ha assunto le funzioni di un’intelligenza artificiale. Nella sua performance online Lauren, è stata assunta come entità di AI e, proprio come Alexa (l’assistente vocale di Amazon basato sull’AI), ha supervisionato le azioni dei suoi utenti connessi, ha oscurato le loro luci domestiche, ha messo su una playlist di canzoni e ha assistito nella scelta dei vestiti al mattino.

L’artista britannico James Bridle guarda con occhio critico ai mondi intrecciati di realtà umane e meccaniche. La sua opera Autonomous Trap mostra un’auto che si guida da sola, catturata in una trappola a forma di linea bianca. L’auto come sistema intelligente aderisce alle regole e sa che non deve mai attraversare tale linea.

Con il suo lavoro, l’artista solleva una moltitudine di domande cruciali: Quanto dipendiamo dai sistemi intelligenti e fino a che punto lasciamo che tutto, anche noi stessi come esseri umani, sia controllato da loro? Quanto ci fidiamo di questi sistemi come utenti e lasciamo loro decisioni importanti? C’è la possibilità di perdere il controllo su tali sistemi? Come si possono ancora manipolare questi sistemi?

Il lavoro incoraggia gli utenti non solo a comprendere l’IA, ma anche a non lasciarsi controllare da essa. La mostra sarà accompagnata da un catalogo completo che documenta le opere e le integra con contributi teorici di noti studiosi come Nora Khan, Matteo Pasquinelli e altri.

La House of Electronic Arts Basel (HeK) è il centro di eccellenza nazionale svizzero dedicato alla cultura digitale e alle nuove forme d’arte dell’era dell’informazione. Con il suo approccio interdisciplinare, è un luogo di discussione creativa e critica sull’impatto estetico, socio-politico ed economico delle tecnologie dei media.

HeK presenta l’arte contemporanea che esplora e configura le nuove tecnologie, promuove una pratica estetica che utilizza l’informatica come mezzo di comunicazione, la rende vividamente accessibile e interviene attivamente nei suoi processi. HeK affronta così i problemi pressanti della cultura del ventunesimo secolo e contribuisce attivamente alla loro evoluzione futura.

In quanto sede interdisciplinare, l’istituzione si occupa di tutti gli aspetti e supera così i confini tradizionali di genere tra arti visive, musica, teatro, danza, performance e design.


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