arebyte Gallery è lieta di annunciare Best Effort Network, una serie di opere inedite e rielaborate dal 2013 al 2020 della pioniera della net art degli anni Novanta, Olia Lialina. La mostra comprende Summer (2013), Best Effort Netwok (2015/2020), e Hosted (2020). Questa mostra sarà la prima esposizione personale di Olia a Londra.
Per oltre 25 anni, le opere di Olia Lialina l’hanno resa una presenza importante nell’arte e nella teoria dei nuovi media. Spesso gestuale e illustrativa, le sue opere affrontano la natura sistematica di Internet attraverso manifestazioni di familiarità tra hardware, software e mediazione umana. Oltre a lavorare in piena libertà, entrano in gioco anche sforzi di collaborazione diretta e di supporto con altri artisti, siti web e browser per rivelare la complessa rete del flusso di dati.
Creando collegamenti tra il corpo fisico e lo spazio virtuale, Olia si presenta in spazi online costruiti attraverso la serie attuale Network Portraits e modelli GIF. In Summer (2013) e in Best Effort Network (2015) si accede ai codici e ai protocolli fondamentali dei programmatori, così da svelarli. L’adozione di una metodologia cinematografica sperimentale, che sfrutta ciò che il teorico dei media Lev Manovich ha definito come montaggio spaziale e temporale, è riscontrabile nel suo “netfilm” generato dall’utente My Boyfriend Came Back The War (1996) e nella storia generata dall’utente Agatha Appears (1997).
Definendo browser, hyperlink, tag HTML e GIF (tra le tante altre) spazi artistici, Olia Lialina analizza il linguaggio che circonda la cultura e la produzione online utilizzando Internet come mezzo di intervento artistico e di narrazione. Nell’opera viene inserito anche il legame intrinseco dello scenario di internet. Questi elementi fondamentali, diffusi in ambito lavorativo, con il web che funge da mezzo, sono riscontrabili in varie modalità e in parte esplorano l’architettura di Internet attraverso reti IP e il trasferimento di dati da un server all’altro.
Le reti Internet Protocol (IP) sono spesso descritte come reti “best effort”, che dimostrano che il modo in cui la rete processa i dati non discrimina ciò che quest’ultimi realmente rappresentano: per esempio la rete dà il suo “best effort” per consegnare ogni pacchetto di dati il più rapidamente possibile. Tuttavia, non garantisce che verranno consegnati interi pacchetti, o che tratteranno importanti dati finanziari in modo differente rispetto ai dati di un meme. Pertanto, tutti i dati all’interno della rete sono omogeni.
Best Effort Network (2015/ 2020) si riferisce al modo in cui i pacchetti di dati trovano la loro strada verso una destinazione. Questo processo è nascosto, e di conseguenza raramente vediamo come i pacchetti spesso vengono persi, rimbalzati, rinviati o ricevuti (o no). L’opera rende questo processo ancora più tangibile: Olia gira e rigira su questo carosello, e se sparisce, significa che il sito web (best.effort.network) è stato caricato su un altro browser su un altro schermo. Olia ricompare quando la richiesta raggiunge la cima alla coda dei browser in attesa.
Best Effort Network utilizza un “best effort network”, e quindi non fornisce alcuna garanzia che i dati vengano consegnati come previsto o che la consegna soddisfi qualsiasi metrica di qualità: un commento sui parallelismi tra la rinuncia della responsabilità all’interno del mondo della politica, dei social network e del consumismo una volta che un prodotto, un post o una prassi escono dalle mani del loro creatore.
Durante la mostra, più sedi si uniranno all’esperimento di scambio di pacchetti: Best Effort Network verrà esposto al HeK (Basel), The Photographers’ Gallery (Londra), the Open Data Institute (Londra) e al Birmingham Open Media (Birmingham).
Nell’ opera animata Summer (2013) vediamo l’artista oscillare avanti e indietro, in un loop infinito, mentre si crogiola alla luce del sole. Ritagliata su uno sfondo sfumato di blu e bianco, l’altalena è appesa alla barra di localizzazione del browser. Le diciotto immagini fisse dell’animazione si trovano su ventisei siti web diversi, e ogni sito reindirizza il browser da un server all’altro, visualizzando le immagini in sequenza e dunque creando un’animazione inter-dominio. L’opera viene letteralmente sparpagliata su internet, rendendo impossibile la visione offline. La velocità e il ritmo della sequenza di immagini, l’animazione stessa, dipendono dall’infrastruttura di internet. Si tratta della GIF più fragile di internet; un solo nodo in meno porterebbe alla rottura dell’opera.
La nuova opera Hosted (2020) riguarda la perdita di controllo ma anche la sua riconquista. Quando agli utenti è solamente consentito caricare foto nei “secchielli” di stoccaggio delle aziende globali, il browser stesso diventa il luogo in cui questi possono rendere le cose come sono state previste, almeno parzialmente, cambiando le schede del browser.