BAK - Utrecht
18 / 10 / 2018 – 27 / 01 / 2019

Dal 18 ottobre 2018 al 27 gennaio 2019 il BAK, basis voor actuele kunst di Utrecht e Forensic Architecture presentano Forensic Justice, una mostra con una serie di programmi rivolti al pubblico. In occasione dell’inaugurazione, Eyal Weizman (architetto, ricercatore e Direttore della Forensic Architecture di Londra) e Christina Varvia (architetto, ricercatore e Deputy Director della Forensic Architecture di Londra) terranno una conferenza sulle attività dell’organizzazione.

Forensic Architecture, un’agenzia indipendente e multidisciplinare con sede a Londra, composta da artisti, scienziati, avvocati, registi e architetti, si occupa di analizzare i casi di violazione dei diritti umani e, più in generale, i diritti della natura, attraverso indagini innovative e nozioni politico-estetiche. Diffondendo e portando avanti le relative indagini, l’agenzia fornisce prove fondamentali nei processi internazionali e collabora con molte associazioni di attivisti formate da privati cittadini e con diverse ONG, Amnesty International e le Nazioni Unite, ma anche con istituzioni artistiche e importanti forum pubblici.

La mostra Forensic Justice propone una serie di rivendicazioni di giustizia sociale ed ecologica perseguite tramite tecniche forensi. Articolando contro-narrazioni basate su prove, le installazioni si oppongono alle interpretazioni dominanti degli avvenimenti presi in esame, appellandosi a ciò che Forensic Architecture chiama “verità pubbliche”. Le operazioni presentate in mostra possono essere viste proprio come esempi di “forensic justice” (giustizia forense).

La mostra si articola lungo due narrazioni principali, che mettono in relazione gli orrori del genocidio del Ventesimo secolo con i loro strascichi contemporanei nelle catastrofi ambientali. La prima è presentata in un allestimento simile a un archivio che comprende una serie di casi presi in esame a diversi livelli: un individuo (The Killing of Nadeem Nawara and Mohammed Abu Daher, 2014), poi un edificio (M2 Hospital Bombing, 2017), una città (The Bombing of Rafah, Gaza, Palestine, 1 August 2014, 2015), per arrivare infine alla vastità del mare (The Iuventa, 2018), sostenuta da due opere aggiuntive: 77sqm_9:26min, 2017, un’indagine sugli omicidi razzisti di immigrati avvenuti in Germania tra il 2000 e il 2007 e Investigation into the Murder of Pavlos Fyssas, 2018.

Quest’ultima ricerca si interroga sulla complicità del corpo di polizia nell’assassinio del giovane rapper Greco Flyssas, ucciso nel 2013 dai membri del movimento politico paramilitare Golden Dawn. Dopo essere stata presentata in tribunale in Grecia a settembre come prova cruciale, quest’opera, co-prodotta insieme al BAK, viene mostrata al pubblico per la prima volta.

La seconda narrazione si svolge in un Center for Contemporary Nature (CCN), che affronta il rapporto tra cultura, politica e la concezione moderna di natura. Quest’ultima non è più uno “scenario” sul quale si svolge la storia dell’umanità; la “natura” ora si trasforma alla stessa velocità della storia, misurandosi con lei in una spirale causa effetto sempre più incalzante, con conseguenze che ci sono ormai sfuggite di mano.

Questa condizione, che Forensic Architecture chiama “natura contemporanea”, viene approfondita in due opere. Ecocide in Indonesia, 2017, evidenzia le calamità del nostro tempo, compresi i disastri umani e ambientali, che portano a morti di massa e a un’irreversibile distruzione dell’habitat in cui viviamo. Ape Law, 2016, esplora invece la violenza ambientale perpetrata dall’uomo sulle altre specie. Nel corso della storia, gli oranghi sono stati figure di confine tra l’uomo e la natura, e al momento sono relegate ai margini del dibattito sul futuro delle leggi e dei diritti.

Con cadenza bisettimanale, il programma pubblico Propositions #7: Evidentiary Methods si propone di esaminare ed espandere i concetti di “prova” e “metodo” che riguardano le attività del gruppo Forensic Architecture con una serie di conferenze, proiezioni e workshop curati in collaborazione con Nick Axel (teorico dell’architettura e ricercatore di Amsterdam).

La serie include anche alcuni contributi di: Ariel Caine (Forensic Architecture di Londra), Gamze Hızlı e Özlem Zingil (Hafiza Merkezi [Truth Justice Memory Center] di Istanbul), Lisa Ito (Concerned Artists of the Philippines di Manila), Stefan Laxness (Forensic Architecture di Londra), Stefanos Levidis (Forensic Architecture di Londra), Samaneh Moafi (Forensic Architecture di Londra), Simone Rowat (Forensic Architecture di Londra); Natascha Sadr Haghighian (People’s Tribunal “Unraveling the NSU Complex” e Initiative 6 April di Kassel) e Jo van der Spek (Migrant 2 Migrant Foundation di Amsterdam).

Forensic Architecture è stato selezionato al Turner Prize 2018. All’inizio del 2018, il gruppo è stato premiato dalla European Culture Foundation con il Princess Margriet Award for Culture di Amsterdam. La conferenza tenuta da Eyal Weizman e Christina Varvia che si terrà all’inaugurazione della mostra Forensic Justice è stata organizzata in collaborazione con la European Cultural Foundation, all’interno del programma che darà visibilità al lavoro dei vincitori del 2018.

Il progetto rientra nella serie Propositions for Non-Fascist Living (2017–2020) del BAK. La HKU University of the Arts Utrecht, di Utrecht, è il partner principale del BAK nel campo dell’educazione e della ricerca. Le attività del gruppo BAK sono realizzate con il sostegno del Ministero dell’Educazione, Cultura e Scienza olandese e dal consiglio comunale di Utrecht.


https://www.forensic-architecture.org/

www.bakonline.org