Dietro l’urlo di “share and spread pornography!”, la città di Berlino è stata letteralmente invasa da coraggiosi individui, quasi tutti estranei all’ambiente, che in soli due giorni hanno dovuto documentare ed editare un’idea, tutta personale, della pornografia riassunta in corti da 5 minuti.
Unica imposizione, in un clima di totale libertà espressiva, la presenza di alcuni elementi: un coniglio di plastica, una stella rosa, la dicitura “I’ll fuck anything that moves!” e l’utilizzo di musica sotto licenza Creative Commons. E ognuno ha fatto a modo proprio..
Ideato dalla superattiva, in campo Activism-Hacking-Artivism, Tatiana Bazzichelli e da Gaia Novati, la rassegna CUM2CUT ha invitato videomakers indipendenti e registi, performers, scrittori, attivisti culturali, liberi pensatori, artisti queer, omo, etero, lesbo, trans e tutti coloro che vogliono mixare tecnologia e corpo a far parte di questo progetto, sicuramente l’occasione più valida e lungimirante del palinsesto, aprendo possibilità di dibattito intense e spesso in apparente contraddizione. Quali sono i limiti del porno?
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Foto di Christian Schroth
Forse scontate, alcune precisazioni prima di andare avanti. Innanzitutto mi faccio aiutare da Wikipedia per una definizione “classica” di pornografia e riporto: <>.
Il termine queer, che in inglese significa “strano”, “insolito”, deriva, guarda caso, dal tedesco “quer” che significa “di traverso, diagonalmente”. Per gli approfondimenti rimando agli svariati “studi queer”, che negli stati anglosassoni sono spesso oggetto di materia d’esame in college in cui si svolgono corsi su queste discipline.
Tatiana Bazzichelli definisce “hack” come “trovata geniale”. Sicuramente geniale è quindi l’idea del CUM2CUT indie-porn-short-movies festival, perla del più ampio contesto voluto coraggiosamente da Jürgen Brüning, proprietario della WURSTFILM 100%fleisch! e pioniere della scena “Cinema of transgression” insieme ad Ela Troyano, protagonista al PFFB con la proiezione di “Totem” (1982-86) e “Playboy Voodoo” (con Tessa Hughes-Freeland, 1987-89).
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Sul catalogo di FREeSHOUT!? Expressivefairfest, (www.freeshout.it), di cui sono uno degli ideatori e organizzatori, Tatiana Bazzichelli, scrive: “Chiamiamo la creazione di reti di relazione, la condivisione di esperienze e idee, la realizzazione di contenuti in cui le persone possano sentirsi libere di comunicare e di creare artisticamente, l’arte del networking( ). Invitiamo a fare di FREeSHOUT!? un’occasione di networking aperto, portando il proprio urlo di liberazione creativa come incentivo di condizione e come invito a fare connessione”.
La presenza di molti attori/attrici, registi e artisti ha reso il programma decisamente vivo, sicuramente eccitante, ma mai volgare. Rivolgo a me stesso la domanda cardine di questo festival: ci può essere corrispondenza tra arte e pornografia (le cui differenze rispetto all’erotismo vengono spesso tentate senza mai convincermi definitivamente)? La mia risposta dopo questa esperienza è schiacciante: decisamente sì!
Il network internazionale eterogeneo, l’arte e la sessualità indipendenti volute dal CUM2CUT colgono nel segno, così come esistono forme artistiche assimilabili alla pornografia in campi rispettosissimi quali la letteratura, il fumetto, l’arte classica e l’arte contemporanea, la poesia e la musica (non dimentichiamo gli iniziali scandali per “Je t’aime moi non plus” di Serge Gainsbourg e Jane Birkin che quasi fieramente la generazione precedente la nostra ci racconta..).
Ma qui gli scopi vanno ben oltre: la condivisione, termine e realtà fruibile che ci piace tanto, diventa assai esplicita sin dalla concettualizzazione di intenti, primo fra tutti, sicuramente, il networking e l’hacktivism.
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“Gola Profonda” del 1972, con Linda Lovelace, che è tuttora uno dei film più conosciuti in assoluto, ha ispirato il corto “Deep Dive Superhero”, vincitore del primo premio, a pari merito, del CUM2CUT. In realtà, più che ispirati, gli autori, hanno operato un vero e proprio plagio intriso di umorismo e una serie di elementi sopraffini che noi della giuria abbiamo apprezzato a prima vista. Un risultato sorprendentemente variegato anche negli altri sette film che sono stati presentati al pubblico.
Organizzata dalla squadra del CUM2CUT, in collaborazione con il PornFilmFestivalBerlin, In2It Indie Pr0n Party, la festa finale intrisa di videoarte, djset e performance estreme, ha allietato tutti al locale Festsaal di Kreuzberg.
Per tutti questi motivi CUM2CUT raccoglie un successo destinato a crescere, speriamo, nelle innumerevoli future edizioni. Mi sono ripromesso, insieme ad altri interessanti personaggi della scena creativa italiana presenti al festival (soprattutto le Betties di SEXYSHOCK e Danilo e Lorenzo di CARNI SCELTE, fantastici progetti entrambi attivi a Bologna) di trovare occasioni e spazi adeguati nel nostro Paese per collaborare con Tatiana e Gaia, ma mi chiedo quanto il pubblico nostrano sia pronto .
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Ammetto che in principio non è stato semplice circolare da un cinema all’altro, da una festa a una mostra, con la tesserina da Porn Filmmaker (non ne era prevista una per la giuria…); è stato imbarazzante, ma si fa presto…
Resta il rischio, ora, con il mio rientro imminente in Italia, di una “dipendenza da pornografia” (sempre da Wikipedia: “comportamento caratterizzato da un consumo eccessivo e compulsivo di materiale pornografico, che assume particolari modalità e dimensioni sfocianti in situazioni che compromettono la qualità della propria vita personale o familiare, al punto da essere considerato da alcuni un disordine psicologico”). A discapito però di tale definizione preferisco pensare a questa dipendenza come a un processo di approfondimento di una realtà sicuramente particolare, ma densa di contenuti e di energie creative degni di molta attenzione.
La pornografia ritratta durante questo evento e più in generale durante tutto il PornFilmFestival non sembra riportare sintomatologie quali “una ricerca permanente di nuove immagini o altro materiale porno, difficoltà di concentrazione su cose diverse dal porno, sensi di colpa, preferenze per la masturbazione rispetto all’atto sessuale con il proprio partner”, piuttosto una enorme e variegata possibilità di ridefinizione dello spazio d’azione del corpo e di una libera e consapevole espressione sessuale. Numerose le conseguenze, nessuna delle quali sgradevole. Sarebbe forse interessante riformulare la definizione proposta da Wikipedia…let’s go porn!.