Def India, acronimo di Digital Empowerment Foundation India, è un’organizzazione noprofit, nata nel 2002, che opera per l’educazione e l’utilizzo delle tecnologie informatiche e della comunicazione digitale in particolare in India, ma anche in altre aree dell’Asia. Def India sviluppa piattaforme digitali per le masse, soprattutto in aree più disagiate e povere cercando progettare soluzioni tecnologiche che rispondano alle necessità della popolazione e consentano l’inclusione di diversi gruppi sociali, minoranze etnolinguistiche e religiose.
Il fondatore dell’organizzazione è Osama Manznar, un personaggio molto particolare dell’India contemporanea: scrittore, ricercatore, giornalista per alcune delle più importanti testate del continente, ma anche imprenditore 2.0, ha deciso di dedicarsi all’educazione tecnologica per lo sviluppo del suo Paese. Attraverso l’uso dell’Information Technology (IT) e di media digitali, la sua organizzazione contribuisce al potenziamento sia economico sia conoscitivo di quelle persone che normalmente vivono ai margini del pensiero informatico ed economico. Maznar contribuisce allo sviluppo di progetti locali supportando le iniziative sia di istituzioni, pubbliche e private, che associazioni no-profit.
Def India lavora con organizzazioni come: ISAP (Indian Society of Agriculture Professionals, New Delhi), Digital Partners (Seattle, U.S.), World Summit Award (Salisburgo, Austria), British Council (New Delhi), The Hoot (New Delhi), CDAC (New Delhi/Pune), Development Gateway Foundation, SEWAA (Dehradun), Bytes for All (Internet), OneWorld South Asia (New Delhi), Mahiti (Bangalore), International Center of New Media (Salisburgo, Austria), European Academy of Digital Media, Arekibo Communications (Irlanda), Information for Development (i4d, New Delhi), TeNet (IIT Madras, Chennai) e molte altre.
L’esperienza di Def India testimonia come l’educazione tecnologica possa contribuire in modo sostanziale allo sviluppo culturale ed economico delle aree dove i progetti di educazione all’utilizzo di tecnologie informatiche sono realizzati. S’inserisce quindi in un quadro complesso dove l’uso dell’ICT quale mezzo di sostentamento, istruzione,
generazione di occupazione, intrattenimento, salute, tutela dell’ambiente, sviluppo sostenibile, affari, commercio, è in costante aumento. Ma a questo esponenziale utilizzo non corrisponde una reale e democratica accessibilità di mezzi e contenuti. L’ICT è sempre più utilizzata ma è crescente anche il “divario digitale” tra alfabetizzati e analfabeti tecnologici. L’India ben s’inserisce in questa dicotomia tra crescita nell’uso dell’ICT e divario tecnologico.
I progetti promossi sono molto diversi tra loro ma tutti mirano a colmare la distanza tra le persone, tecnologie informatiche e comunicazione digitale causata dall’analfabetismo linguistico e tecnico. L’obiettivo è rendere più facilmente accessibile l’ICT a gruppi sociali normalmente esclusi, ispirare e arricchire i linguaggi e le tecniche con nuovi approcci. Gli utenti divengono maggiormente padroni dei mezzi informatici e degli strumenti digitali, consapevoli e coscienti dell’utilità e della necessità dell’ICT, essi stessi progettisti per conseguire i propri scopi. Gli ambiti d’interesse sono cultura, educazione, agricoltura, amministrazione, inclusione di genere e sociale, imprenditoria.
Tra le modalità di intervento per colmare le lacune in termini di contenuto, informazioni e consapevolezza, divario tecnologico, vi sono workshop per la creazione di community radio, progetti per la promozione dal basso di comunità locali attraverso la creazione di portali (come Local Portal – http://www.localareaportal.org) o la realizzazione di chioschi che offrono un servizio di accesso a internet proprio nelle aree rurali dove è rara l’esistenza stessa di un computer.
Per comprendere le modalità di lavoro, un’attività particolarmente esemplificativa è Chanderiyaan – Chanderi Weavers ICT Resource Center. E’ il caso specifico del progetto di Chanderi, località famosa per la storica produzione dei suoi tessuti tradizionali, che però faticava a mantenere il suo ruolo e ad emergere nel contesto economico nazionale ed internazionale. Il progetto può essere direttamente collegato alla valorizzazione di un patrimonio di conoscenze che vengono aggiornate e inserite in un tessuto produttivo.
Patrimonio, arte, cultura e tecnologia sono i punti forti del progetto Def India che ha da circa un anno creato un’iniziativa modello dove 250 tessitori hanno appreso a disegnare i modelli di tessuto tradizionali al computer e a tradurli quindi in prodotti commerciabili attraverso internet in tutto il mondo. L’attività si è svolta in un antico edificio della città a testimoniare il legame tra antico e nuovo.
Osama Manzar è fortemente convinto che con il Chanderiyaan si stia creando un precedente importante nella fusione tra storia, cultura e tecnologia, arte, antiche tecniche a fine di salvaguardare le conoscenze tecniche e artistiche dei tessitori e contemporaneamente consentire loro di uscire dalla situazione di crisi economica e povertà.
Nella città si producono famosi tessuti per confezionare sarees e vestiti venduti in tutto il mondo per una cifra pari a un milione di euro. Nonostante queste cifre le famiglie dei tessitori hanno uno stipendio di circa venti euro mensili e vivono in condizione di povertà. I benefici economici sono gestiti perlopiù dai mercanti.In questo scenario Def India ha esplorato, su mandato del Ministero per la comunicazione e l’IT, la possibilità di integrare le antiche tecniche come le tecnologie informatiche al fine di migliorare la condizioni di vita delle famiglie dei tessitori.
In un anno di lavoro strutturato in tutta la fase del ciclo di produzione de tessuto e degli abiti fino alla vendita, si è stati capaci di intervenire nei seguenti ambiti:
1. Banca dati del Design del tessuto: al fine di fornire consapevolezza delle diverse tecniche di lavorazione del tessuto è stata creata una banca dati digitale, costituita da più di 200 modelli e 300 nuovi pattern creati. Inizialmente sono stati realizzati dei corsi di formazione per una ventina di soggetti che a loro volta alfabetizzeranno altri tessitori all’utilizzo della consultazione dell’archivio per la realizzazione di nuovi modelli;
2. Sviluppo delle competenze informatiche: più di 500 giovani hanno seguito un corso di formazione di base in ICT (office documentation, scrittura testi, uso dello scanner, della stampante, della fotografia digitale ecc.);
3. Corso di Inglese: al fine di migliorare la capacità comunicativa dei lavoratori tessili è stato realizzato un corso a cui hanno partecipato più di 500 giovani, in special modo ragazze le quali andranno a svolgere mansioni di ufficio e vendite;
4. Embroidery Skills Development: le competenze di design sono state tradotte attraverso l’uso di JACarDraw Design software, grazie al quale i disegni fatti a mano sono digitalizzati;
5. Block Printing Center: con il Chanderiyaan project si è introdotta la stampa del tessuto che non era prima praticata, in modo da offrire ulteriori nuovi prodotti al mercato e nuove scelte;
6. Apparel Designing (centro di taglio e cucito): una delle debolezze della produzione dei tessuti a Chandery era dovuta alla mancanza di competenze nella finitura dei vestiti, lacuna che non consentiva ai tessitori di produrre dei prodotti finiti e che ora è stata colmata dall’apprendistato in taglio e cucito. In questo modo ai tessitori è stata data
l’opportunità di seguire per intero il ciclo del prodotto e di offrirlo al mercato contemporaneo;
7. Loom for PoP (poorest of the Poor) Weavers: sono stati realizzati 100 nuovi telai da dare ai lavoratori tessili più poveri che erano prima costretti ad affittarli per lavorare e le cui spese andavano a intaccare le loro già scarse risorse economiche;
8. Chanderiyaan e-Commerce Portal: Chanderiyaan project ha lanciato il portale di vendite on line gestito direttamente dalle famiglie dei tessitori che per che saranno quindi in grado di vendere direttamente al resto al mondo i prodotti di tessuto realizzati dagli artigiani (http://chanderiyaan.chanderi.org/);
9. Formazione di un gruppo di auto sostegno: una delle più rilevanti operazioni realizzare da Def India è la costituzione di trenta gruppi di auto sostegno per varie attività del ciclo prodotti al fine di creare maggiore consapevolezza, intraprendenza e una duratura sostenibilità al progetto stesso;
10. RajaMahal Chanderiyaan: uno dei monumenti più significativi e rappresentativi della città di Chandery, il RajaMahal, un edificio recentemente inserito dallʼINTACH nella lista di beni culturali da proteggere è stato il luogo dove si sono tenute tutte le iniziative e gli interventi di empowerment ed è divenuto quindi il cuore delle attività del progetto e contemporaneamente la vetrina dove antichi saperi e tecniche, tecnologie moderne e patrimonio architettonico si sono fusi insieme.
L’iniziativa ha avuto molto successo sia per l’entusiasmo e la numerosa partecipazione della comunità ma soprattutto per la risonanza che ha avuto, tale da costituire il primo modello sperimentale da diffondere a livello nazionale con la collaborazione del Ministero per le piccole e medie imprese e il Ministero per lo sviluppo rurale. In questo momento la sfida più grande è far in modo che Chanderiyaan project riceva abbastanza ordinativi da
reggersi in modo autonomo grazie alle attività della comunità coinvolta.