1.Che cos’è ISEA2010 RUHR

ISEA2010 RUHR è il Simposio Internazionale di Arte Elettronica che quest’anno, giunto alla sua sedicesima edizione, si è svolto sotto la direzione artistica di Andreas Broeckmann e organizzativa di Stefan Riekeles.

ISEA è il festival di arte digitale ed elettronica più importante al mondo. Nato sotto l’egida dell’organizzazione ISEA International, dal 1988 si è sempre svolto presso prestigiosi istituti di tutto il mondo. Quest’anno ISEA è approdato in Germania per la prima volta, come parte dei progetti realizzati nell’ambito del programma RUHR 2010 Capitale Europea della Cultura. La manifestazione si è svolta in diverse sedi di tre città dell’area metropolitana della Ruhr, rendendo così possibile uno scambio creativo con la scena artistica locale e la realtà industriale: Dortmund (dove dal 1996 ha sede l’Hartware MedienKunstVerein, uno dei punti di riferimento più importanti per la Media Art in Germania), Essen, e Duisburg.

Durante il festival ISEA2010 RUHR sono stati illustrati i più recenti sviluppi e dibattiti in materia di arte contemporanea e cultura digitale a livello mondiale. La ISEA Conference è stata inoltre integrata da una serie di mostre (“Exhibition ISEA 2010 RUHR”, “TRUST”, “Heavy Matter”, “Arctic Perspective” e molte altre), dalla “E-Culture Fair” (una fiera commerciale organizzata in collaborazione con partner Olandesi e Belgi per promuovere l’utilizzo culturale innovativo delle nuove tecnologie), da escursioni ai musei e da un ricco palinsesto di eventi tra cui concerti, serate di musica dance-elettronica e un weekend di performance, workshop e progetti artistici allestiti nelle aree pubbliche.

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Gli artisti hanno così avuto modo di misurarsi con la sperimentazione di nuove interfacce tra arte, scienza e tecnologia, cambiamento climatico, decostruzione dell’identità, nuove strategie di design, ecc. Il volume “Conference Proceedings” e i cataloghi pubblicati da ISEA relativi alle mostre più importanti offrono un completo e dettagliato panorama informativo nonché un quadro recensivo di notevole spessore sulla manifestazione.

Dal 20 al 29 agosto 2010, la conferenza accademica internazionale ha riunito 230 oratori, tra artisti, ricercatori accademici, scienziati e altri professionisti provenienti da ben 40 paesi, europei e non, come Brasile, Giappone, Nord America, Regno Unito, ecc. Per assicurare gli standard di qualità più elevati, ogni singolo contributo è stato accuratamente selezionato su migliaia di proposte tramite un lavoro di revisione svolto da parte di un gruppo di esperti. A far parte del comitato internazionale di revisione ISEA, The ISEA International Reviewing Commitee, un gruppo di 88 esperti di 29 nazionalità diverse provenienti dai vari settori correlati alla Media Art.

Oltre alle numerose presentazioni, durante la conferenza è stato messo a punto un programma di interventi che ha visto la partecipazione di Brian Massumi, Peter Weibel, Roy Ascott, Margarte Morse, Harald Welzer e Marco Peljhan, David d’Heilly e Fernando Garcia Dory, e sono inoltre state organizzate tavole rotonde e workshop con la collaborazione di istituti partner. Judith Funke, direttore responsabile della conferenza, ha collaborato anche come curatrice del volume “ISEA2010 RUHR Conference Proceedings”.

Durante la ISEA Conference sono state sollevate le questioni cruciali relative ai più recenti dibattiti in materia di arte elettronica e filosofia mediale. I temi affrontati hanno spaziato da discorsi di natura estetica a questioni più strettamente connesse all’arte e all’ingegneria. “Suoni” ed “Ecologie” sono state le tematiche chiave sviluppate durante la conferenza. Tra gli altri, sono stati organizzati incontri che hanno toccato diverse questioni quali: il rapporto tra arte e media nell’area latinoamericana, lo sviluppo di nuove teorie artistiche, la conservazione del patrimonio artistico della Media Art, i fenomeni di materializzazione e smaterializzazione, il ruolo dell’utente nell’arte digitale, le nozioni emergenti di stratificazione spaziale e realtà ibride, i più recenti sviluppi della “code art”, ecc.

Durante la conferenza si è inoltre svolto l’incontro Leonardo Education and Art Forum Meeting: Art-Science – Curricular Models and Best Practices, che ha offerto significativi approfondimenti su aspetti di pratica accademica, curatoriale e artistica.

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2. Algorithmic Topologies

Unfolding Space è il titolo del lavoro che ho presentato durante il panel Algorithmic Topology, uno dei 51 incontri organizzati nell’ambito della conferenza ISEA. L’incontro, che è stato moderato da Timothy Druckrey (Coordinatore del Corso di Laurea Specialistica in Photographic & Electronic Media presso l’istituto MICA, curatore, scrittore e redattore), si è tenuto lo scorso 27 agosto presso il VolksHochSchule di Dortmund.

2.1. Unfolding Space

Nella prima parte della mia presentazione ho trattato di come quello che può essere definito il passaggio dal Modernismo all’ “Informazionalismo” ha necessitato di nuove strategie di ricerca spaziale per permettere lo sviluppo dell’architettura e dell’arte contemporanea site-specific. Dopo i progressi della tecnologia dell’elaborazione dell’informazione, la teoria della relatività Einsteiniana e la fisica quantistica, che hanno determinato dei cambiamenti radicali nei campi della cosmologia, della scienza, dell’arte, del design e della filosofia, la nozione di spazio si è profondamente modificata.

Non esiste dunque alcuno spazio vuoto o neutro in quanto tale, bensì flussi di dati che scorrono in interazione dinamica non solo tra loro ma anche con l’ambiente, la materia e gli utenti. Emerge pertanto il concetto di spazi multipli relativistici che presentano varie tipologie di geometria. Considerando che lo spazio in sé non è né uniforme né inerte, la nozione, la morfologia e la funzionalità del limite convenzionale dell’architettura costruttiva sono state radicalmente messe in discussione. Tale condizione si è rivelata però una fonte di ispirazione per artisti e architetti contemporanei che, individuando i vari livelli di interazione tra ambiente, materia, tecnologia e utenti, hanno accresciuto il loro interesse nel visualizzare e riconsiderare in maniera creativa le invisibili, e dunque sconosciute, coordinate della realtà e della percezione.

Ho dedicato, invece, la seconda parte della presentazione alla trattazione della manifestazione dell'”Inter-spazialità”, che ho proposto al fine di permettere lo sviluppo dell’arte e del disegno digitale site-specific attraverso un’esplorazione creativa approfondita della relazione tra gli spazi fisici e digitali dell’architettura. Un tipico esempio di architettura costruttiva modernista può essere rappresentato da un frammento 3D materializzato di una griglia. I paradossali spazi “intermedi” che emergono tra i vari ordini di luogo e spazio possono essere individuati attraverso la creazione di inter-passaggi (al posto di inter-facce) che si stabiliscono proprio tra tali ordini. Nello specifico, è possibile visualizzare quegli spazi residui che vengono a crearsi tra le griglie sovrapposte e interagenti dell’architettura, che sono anche algoritmiche, geometriche, topologiche e strutturali.

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Proprio perché derivato dalla matrice algoritmica della Realtà Virtuale, l’ordine aritmetico della griglia presenta delle imperfezioni, e in questo modo pone in discussione la tradizionale definizione e lo status del limite architettonico. Nel modellare lo spazio architettonico diverse sono le interazioni precarie che si verificano tra la complessità e l’astrazione. Gli spazi eterogenei residui che emergono e che presentano diverse tipologie di geometrie e ordini spaziali sconosciuti e sregolati, vengono lasciati aperti.

Arrivare ad ottenere la manifestazione dell’inter-spazialità non sarebbe stato possibile senza un’approfondita analisi pratica e teoretica sui sistemi di visualizzazione digitale, comprensiva anche delle basi filosofiche e matematiche su cui essi si fondano. In questo modo è stato possibile sviluppare nuove tipologie di disegno site-specific all’interno di ambienti virtuali semi-immersivi a misura di spazio.

Ecco dunque rivelate quelle dimensioni nascoste dello spazio architettonico che rimangono non regolate, definite o costruite. Così, attraversando i diversi ordini spaziali e i paradossi geometrici, compaiono tipologie di spazialità ambigue e sconosciute. La manifestazione dell’inter-spazialità consente lo sviluppo di una nuova filosofica conoscenza, esperienza e percezione dello spazio che ispira l’elaborazione di nuove modalità di ricerca spaziale e applicazioni pratiche nell’arte, nell’architettura e all’interno di discipline affini.

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2.2. Altre presentazioni

Il panel Algorithmic Topology ha previsto l’esposizione di altre tre presentazioni durante le quali si è parlato di nuovi significativi progressi, sono state proposte nuove direzioni e sono stati dimostrati gli elevati standard e il grande potenziale di questa area di ricerca accademica, pratica professionale e teorica.

Gabriel Menotti (Dottorando presso il dipartimento Media & Communications della PUC-SP & Goldsmiths University, curatore e produttore indipendente) ha presentato la sua ricerca dal titolo Computation as Dynamic Topography. The Coordination of Algorithms, Apparatuses and Architectures in the Production of Digital Images in cui propone un paradigma spaziale per la valutazione dei processi computazionali nella generazione di immagini tecniche. Non si tratta solo di elaborare interfacce grafiche ma anche linguaggi di programmazione, con i rispettivi protocolli, aggiungendo livelli di astrazione e metafora fino ad arrivare a concepire i codici informatici come vera e propria estensione fisica e spaziale. Ciò nonostante, spiega Menotti “la computazione ha molto più a che vedere con l’architettura che con la scrittura”.

Il progetto Betaville è stato presentato da Martin Kopling (Direttore del M2C Institute for Applied Mediatechnology & Culture di Brema e Scientist-in-Residence presso il Brooklyn Experimental Media Centre della NYU), dal Prof. Carl Skelton (Direttore fondatore del BxmC & Integrated Digital Media presso il NYU Polytechnic Inst.) e dal Prof. Helmut Eirund (Direttore scientifico del M2C Institute for Applied Media Technology & Culture di Brema).

Betaville è un ambiente open-source multiplayer innovativo creato per immaginare la città del futuro in termini artistici e stimolare così la partecipazione concreta delle persone nell’attività di pianificazione urbanistica. Sia l’ispirazione che lo sviluppo del progetto Betaville nascono dall’inserimento di un passaggio chiave nella considerazione dello spazio urbano. Come spiega l’autore “la plasticità radicale di ogni ambiente urbano è da considerarsi ora un’opportunità creativa, piuttosto che una costante minaccia”. Betaville opera attraverso “un ambiente a Realtà Aumentata su piattaforma fissa e mobile per città intelligenti”.

Infine, la Dott.ssa Lone Koefoed Hansen (Collaboratrice didattica presso la Aarhus University, Danimarca) ha presentato il suo elaborato dal titolo Practicing Generic (City). Reconfiguring Life through Digital Media. Secondo quanto afferma Flanagan, la maggior parte dei prodotti artistici locative media ignorano le peculiarità relative agli spazi, mentre secondo Rem Koolhaas ci troviamo di fronte a una Generic City globale. Analizzando l’opera NomadicMILK dell’artista Esther Polak, l’autore parla di “come i locative media possono riconfigurare (l’esperienza di) una localizzazione dal generale al particolare e vice versa, anche se soltanto temporaneamente”. Lo scopo è quello di identificare le possibili pratiche di riconfigurazione dei locative media.

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3.Epilogo

ISEA 2010 RUHR è stato un evento entusiasmante e che ha riscosso un grande successo di pubblico. Il Team ISEA 2010, l’International Advisory Board, la Giuria, gli istituti partner e tutti coloro che hanno collaborato alla realizzazione di ogni aspetto di questa edizione del festival e curato tutte le pubblicazioni hanno raggiunto eccellenti risultati dal punto di vista organizzativo. Le congratulazioni sono naturalmente estese anche a tutti i partecipanti, giacché loro stessi hanno contribuito nella maniera più significativa, grazie ai validi approfondimenti relativi ad aspetti di teoria, pratica e ricerca nel mondo dell’arte contemporanea. Il contributo di tutti loro sarà essenziale per il futuro della media art, della filosofia e di tutte le varie discipline correlate. Proprio per questo ISEA2010 RUHR è stato il festival internazionale di arte elettronica più importante al mondo.


Link e Riferimenti:

http://www.isea2010ruhr.org/Programme

http://www.isea2010ruhr.org/publications

[] Monika Bakke, “Air is information”inGoing Aerial. Air, Art, Architecture, ed. Monika Bakke, Jan Van Eyck Academie, Maastricht, 2006, pp. 11, 14-15.

[] Fratzeskou, Eugenia, “Art & Architecture: Investigation at the Boundaries of Space”, Digimag Numero 52 Marzo 2010 (EN/IT), <http://www.digicult.it/digimag/article.asp?id=1730

[] La questione degli inter-passaggi è stata analizzata in modi diversi anche nelle seguenti monografie: Fratzeskou, Eugenia, New Types of Drawing in Fine Art: The Role of Fluidity in the Creation Process, LAP – Lambert Academic Publishing, 2010 and Fratzeskou, Eugenia, Operative Intersections: Between Site-Specific Drawing and Spatial Digital Diagramming, LAP – Lambert Academic Publishing, 2010.

[]Fratzeskou, Eugenia, Visualising Boolean Set Operations: Real & Virtual Boundaries in Contemporary Site-Specific Art, LAP – Lambert Academic Publishing, 2009. Fratzeskou, Eugenia, “Inventing New Modes of Digital Visualisation in Contemporary Art” nella Sezione Speciale “Transactions,” Leonardo 41, No. 4 (2008), p. 422.

[]Fratzeskou, Eugenia, Visualising Boolean Set Operations: Real & Virtual Boundaries in Contemporary Site-Specific Art, LAP – Lambert Academic Publishing, 2009.

[]Menotti, Gabriel, “Computation as Dynamic Topography. The Coordination of Algorithms, Apparatuses and Architectures in the Production of Digital Images” in ISEA2010 RUHR Conference Proceedings, eds., Judith Funke, Stefan Riekeles, Andreas Broeckmann, Hartware MedienKunstVerein, Revolver Verlag, Berlino, 2010, p. 494.

[] Koplin, Martin, C. Skelton & H. Eirund, “Betaville” in ibid., p.499.

[]Ibid, p.497.

[] Koefoed Hansen, Lone, “Practicing Generic (City). Reconfiguring Life through Digital Media” in ISEA2010 RUHR Conference Proceedings, eds., Judith Funke, Stefan Riekeles, Andreas Broeckmann, Hartware MedienKunstVerein, Revolver Verlag, Berlino, 2010, p.501.