FM3, il gruppo di musica sperimentale le cui produzioni esaminano la relazione esistente tra composizione, arte e vita quotidiana, è composto dai due membri originari Zhang Jian e Christian Virant.

Prima di realizzare l’oggetto che li ha resi famosi, ovvero una piccola scatola di plastica che riproduce loop, meglio nota come Buddha Machine, hanno lavorato su una serie di avvincenti album che vanno dalle compilation di pop antropologico di Virant con Radio Pyongyang (2005) e le incisioni di field recording di Zhang con Street of Lhasa (2005), una compilation in cui partecipano influenti artisti del mondo musicale cinese come Dou Wei e Yan Jun.

Tuttavia, dal 2006, gran parte del loro lavoro è stato rivolto alla Buddha Machine, la quale prende ispirazione da piccoli strumenti automatici per la registrazione di mantra e preghiere cantate molto diffusi nei templi Buddisti in Asia, sostituendo questi loop originari con elementi musicali composti su cui il gruppo ha costantemente lavorato. Finora la Buddha Machine ha attraversato due generazioni oltre a una special edition di stampo collaborativo realizzata dai Throbbing Gristle e un’applicazione iPhone, senza menzionare le prossime iterazioni ancora là da venire.

La Buddha Machine ha anche cambiato il senso delle performance live per gli FM3, dando il via as un’attività da loro stessi definita Buddha Boxing in cui Zhang e Virant siedono sul palco con un vero e proprio arsenale di Buddha Machine, alternandosi per velocizzarle e/o rallentarle e spostarle in modo da produrre nuove e affascinanti armonie.

Questo strumento è diventato un giocattolo di culto nell’ambito dei new media in alcune parti del mondo e di recente ha ricevuto un rinnovato e più profondo interesse. In un periodo di calma per quanto riguarda l’uscita di nuovi dischi per gli FM3, ho incontrato Zhang Jian per descrivere quella che è stata l’evoluzione della Buddha Machine finora, confidando di ricevere alcune nuove idee sugli imminenti cambiamenti che interesseranno l’attività del gruppo. La seguente intervista è stata realizzata a Pechino e Hong Kong lo scorso 25 giugno.

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Robin Peckham: Realizzare la Buddha Machine ha rappresentato un passo di notevole importanza per gli FM3. Guardandovi indietro, come è cambiato il vostro modo di lavorare come gruppo? Guardando invece in avanti, in termini di performance, credete che gli FM3 continueranno sulla scia dello stile Buddha Boxing? Quanto, inoltre, la Buddha Machine ha influenzato la vostra attività di musicisti?

Zhang Jian: La Buddha Machine ha esercitato un’enorme influenza sugli FM3. Si potrebbe persino dire che incarna lo spirito più autentico e profondo del gruppo, dal momento che fino a oggi nessun altro nostro lavoro ne è stato superiore. D’altra parte il successo commerciale della Buddha Machine era inaspettato ma proprio per questo gli FM3 possono continuare a sopravvivere come una band sperimentale per altri dieci anni o anche più; tutto ciò è come un vero miracolo. Per questo motivo ne siamo estremamente orgogliosi e, per lo stesso motivo, renderemo ancora possibile il miracolo degli FM3.

La Buddha Boxing può essere definito come stile performativo peculiare della Buddha Machine ed è anche uno dei lavori da cui abbiamo tratto maggiore soddisfazione. Per quanto l’abbiamo già portata in scena circa un centinaio di volte, continuare a farlo richiederà altre prove e controlli sul posto. Come tu saprai non è una performance standard, non come quella di una rock band che suona alcune sue canzoni che possono essere ripetute altre cento, mille volte. L’aspetto negativo della Buddha Boxing è che non è fatta per essere ripetuta nello stesso luogo e per un pubblico troppo simile.

Da musicista dico che le emozioni sono molto più importanti della tecnica…ho ancora tante ma davvero tante emozioni da aggiungere a questo strumento.

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Robin Peckham: Parliamo un attimo anche del progetto Gristleism. Credi che abbia avuto successo? Di certo non aveva lo stesso impatto all’interno della Cina come la Buddha Machine. Puoi spiegare quali potrebbero essere le differenze e parlare di come i due progetti siano legati tra loro?

Zhang Jian: Gristleism è un progetto cooperativo intrapreso da Christiaan Virant nel Regno Unito e a lui si doveva gran parte del lavoro. Non era stato distribuito in Cina e così il fatto di non aver ricevuto molte attenzioni assume un certo senso. Il progetto era in gran parte una prova e noi continueremo a mantenere la stessa attitudine della Buddha Machine, cioè quella di essere realizzata per degli scopi propri piuttosto che per altra musica o altri musicisti; ma per preservare una serie aperta di possibilità illimitate, sviluppiamo anche altri progetti che in qualche modo sono collegati. Gristleism (che traduco foneticamente con geweisuo zhuyi, o la “canzone dei cattivi -ismi”) è un nuovo soggetto scelto da Christiaan legato allo sviluppo e alla storia della musica moderna.

Robin Peckham: Una delle ragioni per cui la Buddha Machine si dimostrò così intuitivamente interessante nel 2005 era perché in quell’anno l’iPod si trovava all’apice del suo successo; questa piccola scatola di plastica per i loop si dimostrò giustificatamente all’opposto di questa mentalità del gadget. Com’è cambiato tutto ciò negli ultimi cinque anni? La Buddha Machine ora funziona in modo più indipendente? Cosa pensi dell’iPad?

Zhang Jian: Un inatteso esempio di bellezza sviluppato con una deliberata bellezza, cosa che non è affatto semplice. Gli FM3 sono sempre stati molto indipendenti, talmente tanto che per un certo periodo in Cina nessuno ha neppure chiesto di loro. Ho dovuto impiegare due anni solo per sviluppare circa dieci punti vendita, la situazione non era delle migliori, e perfino il migliore dei negozi vendeva solo dieci unità ogni anno; inoltre la maggior parte dei compratori erano stranieri. La Buddha Machine appartiene ancora a una forma d’esistenza piuttosto illusoria, però voglio fare quest’affermazione: la nostra Buddha Machine durerà più a lungo di tanta altra musica.

Per quanto riguarda l’iPad, posso dire che mi piace ma non ne ho ancora comprato uno. Al momento stiamo portando avanti delle ricerche e sviluppando un software della Buddha Boxing specifico per l’iPad, un’applicazione semplice che porterà un singolo utente a controllare simultaneamente sei unità all’interno del proprio Buddha Boxing

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Robin Peckham: Come descriveresti il legame tra la vostra Buddha Machine e le “vere” buddha machines distribuite nei templi? Puoi spiegare la vostra inclinazione verso il Buddismo?

Zhang Jian: La buddha box tradizionale è un prototipo, un piccolo apparecchio casalingo o uno strumento automatico di registrazione; non contiene alcuna forma d’arte al suo interno e i produttori perfezionano le richieste di testi sacri solo a livello superficiale. La Buddha Machine degli FM3 è sia musica sia arte dal richiamo low-tech e la sua energia è ben superiore a quella dei normali testi sacri. Quasi tutti i suoi brani, anche di breve durata, richiedono dai tre ai quattro mesi per il controllo della qualità anche dopo il loro completamento. I loop sembrano semplici, ma l’attaccamento e l’attenzione in merito va ben oltre i brani scelti casualmente. Per quanto riguarda il Buddismo, affermo di essere laico, tuttavia sembra che Budda sia sempre stato al mio fianco: per questo motivo finanzierò personalmente la produzione di una buddha machine standard: “Mantra di Manjushri”, per il quale selezionerò tutti i testi sacri. Non c’è un tempo limite per la produzione, terminerà a tempo debito, restaurando così una buddha machine standard da usare nei templi…

Robin Peckham: Secondo me una degli aspetti più entusiasmanti della Buddha Machine era il suo “essere oggetto”, accostato in particolare a un contenuto spirituale e a un’immaterialità aurea. Tu come la intendi, come un oggetto, una serie di composizioni, un’esperienza somora o cos’altro?

Zhang Jian: Sono essenzialmente d’accordo con la tua analisi, penso però che ciò a cui ti riferisci come “essere oggetto” potrebbe essere meglio descritta come sua “utilità”. Le persone coltivano fiori, possiedono cani e crescono bambini e io consiglio l’uso della Buddha Machine durante la costruzione di una casa. A volte la sua low-technology produce delle percentuali di indeterminatezza nelle frequenze audio e fino a quando riesci a individure la risonanza della percezione acustica, questa semplice musica produrrà energia. Non appena questo tipo di energia fa la propria comparsa tra orecchio e mente, in questo spazio, tu ne sarai l’ospite…

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Robin Peckham: Sono trascorsi cinque anni dalla diffusione della Buddha Machine e abbiamo già visto due generazioni distinte. Quale sarà la prossima evoluzione di questo strumento?

Zhang Jian: Stiamo attualmente preparando la terza generazione della Buddha Machine il cui lancio sul mercato è programmato prima della fine dell’anno, continuiamo con i puri FM3 e allo stesso tempo abbiamo anche una serie di progetti speciali in cantiere. Io sto lavorando con il musicista Wu Na su una versione guqina [strumento a sette corde] della Buddha Machine. E’ un originale strumento di musica pura che trae ispirazione dal guqin, che può essere inteso come il suono della natura, una musica ecologica senza aggiunta di additivi. Rivolgendoci soprattutto allo spazio idealizzato della cultura classica cinese e a coloro che hanno qualche percezione di questo tipo di spazio, spero che il lavoro svolto riuscirà a incontrare un certa approvazione in Cina. Sarà disponibile quest’anno verso fine autunno.

Robin Peckham: Come riuscite a lavorare tu e Christiaan in questo periodo, visto che lui trascorre molto tempo in Europa? Ogni quanto tempo vi esibite insieme e quanto lavorate su nuove idee? Come vedi gli FM3 nei prossimi cinque anni?

Zhang Jian: Quest’anno ci siamo esibiti davvero poco e la divisione del lavoro è diventata più netta nelle fasi di sviluppo costante di questi nuovi progetti. Abbiamo molti programmi per il futuro e ci stiamo muovendo con calma.

Robin Peckham: Cosa ne pensi in generale del panorama della musica sperimentale a Pechino e come l’hai vista cambiare negli ultimi anni?

Zhang Jian:In confronto a dieci anni fa, ci sono stati degli sviluppi notevoli: la qualità del pubblico è cresciuta significativamente e l’idea della musica sperimentale come una forma stessa di musica si è radicata nella città. Tuttavia viene fatta ancora da un piccolo gruppo di persone.

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Robin Peckham: Iniziamo a osservare una generazione di giovani musicisti e artisti del suono influenzati dalgi FM3 e in particolare dall’etica della Buddha Machine. Come ne pensi di questi nuovi artisti?

Zhang Jian:Se possiamo aiutare qualche giovane musicista, questa è la nostra fortuna. D’altra parte anche noi siamo ancora giovani…

Robin Peckham: Per quanto riguarda gli FM3 e la Buddha Machine, che tipo di equivoci esistono ancora per il vostro pubblico? C’è qualcosa che volete spiegare sul progetto che è stata in gran parte fraintesa?

Zhang Jian: Sull’esistenza degli equivoci, credo che siano l’esistenza della vitalità…


http://www.fm3buddhamachine.com/

http://www.gristleism.com/