Tempo d’estate, tempo di Festival. In Italia assistiamo in questo periodo dell’anno ad un accumularsi ed un lievitare di incontri ravvicinati con lo spettacolo sia storici che di remota nascita ma non per questo meno validi e rilevanti. Un Festival giovane e moderno, rinomato e competente sotto tutti i punti di vista che ha saputo fare dell’integrazione delle arti e della valorizzazione del territorio il proprio fondamento essenziale investendo molto sul contemporaneo è il sorprendente Teatro A Corte che quest’anno arriva alla sua terza edizione.
Diretto da Beppe Navello, è il Festival per eccellenza, dove il meglio della scena Europea – con spettacoli internazionali dai linguaggi differenti – si da appuntamento a Torino ed in sette Residenze Sabaude del Piemonte dal 10 al 26 luglio 2009. Proprio il rapporto fra lo spettacolo contemporaneo e le Residenze Sabaude è il cuore del festival che trasforma la visione di uno spettacolo in esperienza unica e irripetibile, frutto dell’incontro tra artisti, architetture e spettatori, immersi in un’atmosfera fuori dal comune. Il Festival infatti nasce dal desiderio di aprire una finestra sulla cultura dell’Europa attraversando i confini fra le arti presentando teatro, danza, circo contemporaneo, teatro equestre, physical theatre, teatro di strada, installazioni, teatro di figura, danza verticale e soprattutto performance in situ , con progetti ideati e realizzati appositamente per il festival e in dialogo con i luoghi e gli spazi che le ospitano.
Tra le 6 creazioni in situ in prima assoluta quella che rappresenta più compiutamente la bandiera dello spirito europeo di Teatro a Corte è Flux, spettacolo di teatro equestre a firma dei francesi Théâtre du Centaure. Sempre dalla Francia arriva la compagnia di circo contemporaneo 9.81 dove movendosi sul filo rosso del rapporto tra l’uomo, lo spazio e le architetture – crea Coléomur intrecciando danza verticale, musica dal vivo e videoproiezioni in un’opera d’arte in divenire. Ad utilizzare le nuove tecnologie è l’environment installation dell’ olandese Judith Nab All the people I didn’t meet , percorso per 40 spettatori immersi in un itinerario tra il reale e l’immaginario, attraverso video, suoni, immagini riflesse in un grande specchio per un teatro visuale senza attori e senza testo.
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Il coreografo francese Daniel Larrieu realizza Marche, danses de verdure, una curiosa “esperienza coreografica intorno al paesaggio”, durante la quale condurrà il pubblico alla riscoperta del rapporto con la natura. La cucina è invece il pezzo forte della creazione La bonne voie / Le banquet affidata al celebre gruppo d’oltralpe Ilotopie che ha come parola d’ordine “avvicinare le distanze” tra artisti e spettatori. Infine il ritorno di Jérôme Thomas, uno degli interpreti più originali del nouveau cirque francese, inventore raffinato di giocoleria e manipolazioni di oggetti, che crea Untitled #1 , una piccola performance nella sala del Museo d’Arte Contemporanea di Rivoli, dove è ospitata l’installazione di Olafur Eliasson The sun has no money.
Due gruppi tedeschi avranno l’onore di aprire e chiudere il Festival Teatro A Corte 2009. Al teatro di figura del celebre gruppo Familie Flöz è affidato lo spettacolo di apertura con Hotel Paradiso, un’irresistibile avventura noir; la chiusura è invece affidata ad un evento di grande impatto a cura di uno dei più acclamati gruppi di teatro di strada, Pan.optikum, impegnato con Il Corso con 25 acrobati, musicisti e attori tra fuochi d’artificio e macchinerie che trasformano lo spazio all’aperto in un grandissimo palcoscenico. La parola teatrale è protagonista in 4 prime nazionali con Anna Galiena che dedica a Camillo Cavour dal titolo Cavour vs resto del mondo , il progetto di Lucilla Giagnoni Big Bang , e lo spettacolo diretto da Lorenzo Fontana e interpretato da Roberta Cortese Sport. Una pièce II studio della scrittrice e drammaturga austriaca Elfriede Jelinek.
Infine Teatro a Corte, entrato a far parte delle realtà produttrici del progetto Nuove Sensibilità, nato per promuovere e sostenere giovani artisti, ha creato per questa edizione una sezione speciale per ospitare i sei spettacoli vincitori e uno segnalato. In prima nazionale avremmo le coreografie di Maguy Marin con Worstward Ho , che vede in scena Françoise Leick e la parola di Samuel Beckett; e di Tatiana Baganova con Post Engagement. Diptych. Part I and II . Di forte impatto è Anima, il lavoro made in UK della compagnia Tmesis Theatre. Dal Belgio arrivano invece Melanie Munt con due prime nazionali,Petit Pulse e Itinèraire e Compagnie Furiosas diretta da Carmen Blanco Principal, collaboratrice di Thierry Salmon, con Slipping.
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Ventiquattro tra clown, acrobati, giocolieri e musicisti sono i protagonisti della prima nazionale di Trasmudas, circo transumante mediterraneo , uno spettacolo di circo contemporaneo a cura del Progetti Carpe Diem e Festival di Montevecchio. Giovani talenti di nouveau cirque saranno protagonisti in prima nazionale con 2 scuole a confronto, l’italiana Scuola di Cirko Vertigo in No place e la francese Chapitel Aleïkoum in Sortout le cadre . Katharsis è un percorso di teatro vocale a cura del Laboratorio Permanente di Ricerca sull’Arte dell’Attore.
Onda teatro invece presenta la performance SMS Short Mobile Sequences . Due le performance legate alla musica e al cinema: lo spagnolo David Moreno che si esibisce in Floten tecles e MusicARTeatro in Shortrip – un concerto multimediale che ricrea le colonne sonore di alcuni classici del cinema muto.
Ho contattato il Direttore Beppe Navello che nonostante i mille impegni organizzativi è riuscito a dedicarmi con pazienza e accuratezza un po’ del suo tempo per delucidarmi su alcune questioni inerenti al Festival e dintorni.
Massimo Schiavoni: Mi parli del rapporto di Teatro a Corte con i principali Festival Europei e con le realtà italiane e del Piemonte in particolare.
Beppe Navello: Teatro a Corte è la naturale evoluzione di un evento più piccolo che per 9 anni ho diretto a Torino, il festival Teatro Europeo, che ha gettato le basi per uno sguardo internazionale e per una rete di collaborazioni che ora sono molto sviluppate, a partire dal Teatro di Gap con cui abbiamo realizzato interessanti coproduzioni. Anche con il festival delle Colline Torinesi quest’anno abbiamo attivato una coproduzione importante, che coinvolge una realtà locale, Associazione 15febbraio. Lo scorso anno abbiamo organizzato nel corso di Teatro a Corte un convegno, “L’Europa nella rete” proprio invitando i festival europei e le realtà torinesi con cui poter far “rete”. Sono state due intense giornate in compagnia di operatori e giornalisti, con particolare attenzione dedicata alle strutture di In SITU e LIEUX PUBLICS e ai festival Les Hivernales di Avignone, London Mime Festival, Tanec Praha, Les Brigittines di Bruxelles e Agence Wallonie Bruxelles.
Anche quest’anno ripetiamo la bella esperienza del convegno con due incontri molto fitti di ospiti: il 25 luglio ci sarà un focus dal titolo “il Piemonte dei festival” durante il quale gran parte delle realtà culturali e dei festival torinesi e piemontesi sono chiamati ad intervenire per raccontare le proprie esperienze di collaborazioni internazionali e di azione sul territorio. Il 26 luglio invece il focus si intitola “l’Europa dei festival” e si porrà l’attenzione in particolare sulle realtà europee che realizzano produzioni “in situ” o “site specific” caratteristica dominante di Teatro a Corte, che chiama molti artisti a creare lavori ad hoc per gli spazi e le architetture delle dimore sabaude.
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Massimo Schiavoni: Mi soffermo proprio sul rapporto che c’è fra gli artisti con la gente del luogo, con le architetture e le produzioni site specific fra percorsi e “conduzioni” come si evince dai lavori di Judith Nab e Daniel Larrieu . Crede che ci si debba riavvicinare in qualche modo al pubblico attraverso il contatto diretto o comunque secondo interazioni più o meno manifestate?
Beppe Navello: Le creazioni “in situ” o “site specific” sono il cuore pulsante di Teatro a Corte che crea relazioni uniche ed irripetibili tra spazi e architetture delle dimore sabaude e della città di Torino e il lavoro di artisti internazionali chiamati a lavorare in stretta relazione con il patrimonio che ospita il nostro festival. Il risultato fa la differenza e rende quasi unico Teatro a Corte perché gli spettatori possono condividere l’emozione di serate magiche, in cui luoghi maestosi del passato vengono aperti al pubblico e ospitano eventi che li raccontano in maniera unica. L’intreccio di diversi generi di spettacolo ed il rapporto con il territorio degli stessi, secondo l’archetipo anglosassone di total theatre quindi – è la chiave e la prospettiva oggettiva esatta per il rinnovamento e la ristrutturazione anche di molti Festival Italiani del settore artistico?
Noi abbiamo seguito una vocazione coltivata nel tempo e nata con il festival Teatro Europeo, abbiamo seguito la passione e l’istinto e da sempre ci ha affascinato superare il confine tra le arti, tanto che uno dei nostri slogan è stato “senza confini”. Ci piace incontrare a portare al nostro pubblico il meglio della scena europea, in tutte le sue forme, dal teatro alla danza al phisical theatre, dal nouveau cinque al teatro equestre, dal teatro di figura al mimo, dagli spettacoli pirotecnici a quelli di strada.
Viaggiamo durante l’anno seguendo le programmazioni di festival e teatri in tutta Europa per ospitare grandi artisti ma non sempre conosciuti dal nostro pubblico italiano. In questi viaggi si creano interessanti relazioni con molte strutture e sicuramente abbiamo ritrovato molte affinità in con il prestigioso e storico festival londinese, il Mime Festival, che esprime un’idea di spettacolo ben teorizzata dalla critica anglosassone nel concetto di Total Theatre, superando in confini tra le arti per racchiudere tutto in un unico ambito espressivo.
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Massimo Schiavoni: Teatro a Corte 2009 è arrivato al suo terzo anno di attività. Quali sono le aspettative e le ambizioni di questa manifestazione poliedrica e compatibile con qualsiasi pubblico che transita dal physical theatre al teatro di strada, dalle performance alle installazioni?
Beppe Navello: Teatro a Corte nasce grazie agli accordi del patto Stato-Regione che hanno consentito alla nostra esperienza di crescere per realizzare questo importante festival che coniuga la valorizzazione del patrimonio architettonico e storico di alcune delle dimore sabaude del Piemonte con l’arte dello spettacolo dal vivo di livello internazionale. Tuttavia la durata dell’accordo è triennale e questo in corso è il terzo anno appunto. Ci auguriamo, dato il grande successo di pubblico e di stampa, che il festival possa continuare nel tempo, come modello di un’idea europea di cultura che gli spettatori hanno davvero apprezzato.