La pratica del do it your self tra i giovani artisti elettronici sembra essere sempre più frequente, così come la trasversalità dell’espressione e la convergenza dei media utilizzati. Il risultato potremmo dire è sempre qualcosa che assume un aspetto virtualmente tridimensionale, configurandosi come spazio praticabile, creato dalla convergenza tra suono, immagini e suggestioni live.

Chi si appassiona e si occupa di musica allora, adoperando le strumentazioni digitali, ovviamente con uno spirito di avveduto desiderio di sperimentazione, non può non concepire il suono strettamente legato alle sue suggestioni visive, attraverso la sua capacità di creare spontaneamente una spazialità vitale, quasi organica, sopratutto nel caso di chi si occupa di musica generata e di applicazioni in tempo reale. Suono, immagini, suggestioni live, la ricerca di una spontaneità di sintesi di questi elementi, costruiscono i termini di un modalità nuova nel modo di approcciarsi alla “musica”.

Tutto ciò è ben visibile nel lavoro di un giovane artista, Guido Smider, italiano, che si occupa in maniera coerente e disinvolta di suono, sonorizzazione video, ricerca di nuove chimiche di sintesi e che realizza da sé i software per la generazione e l’elaborazione di questi elementi. Guido Smider, dopo un primo approccio con la musica analogica, si interessa alla sintesi del suono e del campionamento, così come alle applicazioni in tempo reale, realizzando software ed installazioni basate su musica randomica e generativa. In merito alla sua vocazione do it your self di mettere a punto softwares per l’elaborazione audio/video, segnaliamo l’ultimo lavoro “Noiseplug”, come di altrettanto interesse è il lavoro installativo, realizzato con Lorenzo Fernandez, “Neural”. Ha recentemente pubblicato, inoltre, un EP con la label belga Anoise, uno solista con Beatpick e uno con la net label americana Noise Joy. Ma volendo entrare nello specifico del suo lavoro, non ci dilunghiamo oltre e parliamo direttamente con lui in questa lunga intervista.

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Teresa De Feo: Dal tuo profilo emerge che sei partito dallo studio di ritmiche puramente analogiche. Da dove nasce l’interesse nei confronti della musica elettronica ed in particolare quella randomica e generativa, che ti ha portato a realizzare software per comporre i tuoi pezzi?

Guido Smider: Dopo qualche anno di studio della batteria da adolescente, sono stato costretto ad abbandonarla a causa di problemi acustici legati al luogo domestico. E’ così che ho cominciato ad appassionarmi alle ritmiche sintetiche e ai timbri elettronici grazie all’acquisto di un sintetizzatore analogico e un computer. Mi sono iscritto in seguito alla facoltà di Informatica Musicale di Milano e ho coltivato, con l’aiuto della teoria, la mia passione per il DSP e la sintesi del suono.

Credo infatti che il computer sia un mezzo fantastico per generare forme d’onda e suoni complessi, ma che la commercializzazione dei software e dei pacchetti di sample stia appiattendo il mondo della musica elettronica, dando, certo, da una parte la possibilità a tutti di creare musica, ma a discapito sia della qualità sia dell’originalità.

Penso sia difficile stupire un orecchio attento al giorno d’oggi, molto è già stato detto tramite il linguaggio musicale.In questo senso, io cerco di autocostruirmi degli applicativi soprattutto per creare timbriche particolari e rumorose senza l’ utilizzo di campioni preconfezionati.

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Teresa De Feo: Ci vuoi parlare di Noiseplug, il software audio realizzato da te, già molto conosciuto e apprezzato dagli “addetti ai lavori”?

Guido Smider: Noiseplug è un applicazione standalone per l’elaborazione del suono in tempo reale e per la creazione di timbriche glitch e rumorose, completamente randomizzabile in modo da diventare semigenerativo. Al suo interno è costituito da 4 campionatori ed alcuni plug-in DSP che elaborano il segnale e permettono di giocare con il suono con estrema facilità, semplicemente conoscendo un minimo di teoria sull’audio digitale.

E’ stato creato per le performance real-time dal vivo, infatti non è presettabile e si comporta di conseguenza come se fosse uno strumento musicale al computer. Pensavo infatti che cosi sarebbe stato più affascinante creare live elettronics dove non c è nulla di pre-confezionato, ma tutto viene creato dal musicista proprio in quel momento. Posso anticipare che nella prossima versione sarà possibile controllarlo interamente tramite il telecomando della console Nintendo Wii.

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Teresa De Feo: Nei tuoi lavori mi ha molto colpito l’eccellenza sincronica e suggestiva della  relazione tra suono ed immagine video, a mio parere il terreno in cui la tua espressione viene veicolata al massimo delle sue potenzialità. Per un musicista come te che nasce con l’analogico, in che modo viene interpretato e vissuto il rapporto che si riesce a stabilire tra suono, immagine ed ambientazione sonora?

Guido Smider: Il mio lavoro mi porta continuamente a confrontarmi con la società in cui viviamo, che purtroppo è società di immagine e non di suono. Diventa quindi necessario, e dall’altra parte interessante, lavorare con le immagini non convenzionali. Il rapporto tra suono, immagine e video, a mio parere, deve essere assolutamente sincronico e perfettamente temporizzato: è infatti importante che il suono renda al massimo l’ atmosfera e l’evoluzione temporale delle immagini in modo da creare stupore nel fruitore.

Teresa De Feo: Il suono non è solo espressione temporale (come la prima estetica ha indicato), ma ha una sua spazialità, una singolare capacità di creare territori multidimensionali e multisensoriali e stabilire questa trasversalità sembra, a mio parere, essere l’obbiettivo principale di chi si occupa di sound design e lavora con la musica elettronica e generativa. Sei d’accordo? Cosa aggiungono all’analogico le possibilità espressive aperte dai nuovi media in campo musicale?

Guido Smider: Sicuramente mi trovo d’accordo e posso aggiungere che le sonorità e molte delle installazioni che facciamo oggi sono possibili solo grazie al digitale. L’ accessibilità e la programmazione ad oggetti hanno dato una forte spinta alla creatività tecnologica degli anni 2000. Basta pensare alla diffusione di una piattaforma come Arduino, allo sviluppo tramite linguaggi come MAX/MSP e Processing e alle infinite possibilità di realizzazione che ci offrono i nuovi software.

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Teresa De Feo: La musica generata suggerisce immediatamente, per la sua spontaneità, per il suo andamento un po’ caotico ed imprevedibile, una relazione con la temporalizzazione, non solo dinamica ma sopratutto morfologica,  degli organismi viventi. Cosa pensi a riguardo?

Guido Smider: Nella musica generativa, il compositore si occupa di deporre un seme che poi si svilupperà indipendentemente in seguito (Techstuff) e questo è strettamente legato all’evoluzione degli esseri viventi. Penso infatti che la casualità degli eventi all’interno del tempo e dello spazio sia in parte randomica, in parte riconducibile ad una serie di avvenimenti strettamente collegati tra loro. E’ stato interessante analizzare la complessa teoria dei processi stocastici , semplificandola per i miei scopi e immaginando una stretta correlazione tra gli eventi temporali che si susseguono, in modo da provare a realizzare due moduli generativi che possano suonare in parallelo tramite una casualità controllata.

Teresa De Feo: Rimanendo all’interno di questo discorso, della relazione tra musica generata ed organismi viventi, ci parli un po’ del tuo ultimo progetto realizzato con Lorenzo Fernandez? Mi riferisco a Neural , installazione generativa audio-video, in cui assimili l’andamento spettrale del suono all’attività delle reti nervose modulate elettricamente.

Guido Smider: L’ultimo lavoro realizzato con Lorenzo Fernandez è un’installazione generativa audio/video che si basa sull’attuale protocollo OSC per far comunicare tramite messaggi di controllo due computer in una rete LAN. L’evoluzione generativa del video è collegata a forze che attraggono le “cellule” ai bordi dello schermo mentre l’ audio si autogenera in base ad un calcolo delle probabilità e ad alcuni contatori temporali.

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L’evoluzione imprevedibile del video e dell’audio genera forme semplici, collegate agli spettri sonori,che si intrecciano tramite collegamenti che emulano una rete nervosa. Si susseguono infatti nel video delle scariche di luce tra questi collegamenti che sono create tramite ritmiche a treni di impulsi. La funzione delta di Dirac è infatti alla base degli impulsi modulati ed è strettamente collegata sia alla sintesi del suono sia alla trasmissione elettrica tra le cellule del nostro sistema nervoso.


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