Cory Arcangel è cresciuto. O per lo meno, così suggerisce il titolo della sua ultima personale alla Team Gallery di New York. In Adult Contemporary l’artista espone i suoi ultimi “divertissments”, ripercorrendo suggestioni artistiche, manipolando e reinterpretando la tecnologia che ha segnato gli ultimi decenni da quella paradossalmente ormai obsoleta a quella ancora in uso, ma forse destinata a diventare tale nel giro di pochi anni. La personale si snoda in tre spazi tematicamente distinti, ma legati dal filo rosso dell’umorismo e della leggerezza che da sempre distingue Cory Arcangel.
Il titolo della mostra, per stessa ammissione dell’artista, ammicca a diverse possibilità: un’avvenuta crescita umana e stilistica; una maggiore consapevolezza dei limiti di una tecnologia che si sviluppa a ritmi inimmaginabili; una maggiore attenzione al mercato e la ricerca di una vendibilità prima poco considerata.
Così, nella prima sala della galleria, Personal Film e Video Painting sembrano suggerire un senso di ironica nostalgia nell’utilizzo di scarti di 16 mm (montati e proiettati in loop) e del VHS dal gusto video prettamente “anni ’80”, contaminati con basilari- tecniche di montaggio o postproduzione digitali. Entrambi i lavori sembrano giocare sull’ambivalenza di supporti ed immagini legati da una parte a memorie personali (i filmini in 16 mm dei nostri genitori e le VHS con effetti pacchiani da ricordo di nozze) e dall’altra a un passato video artistico recente, che ha esplorato come modalità espressiva proprio l’uso di girato marginale e gli effetti grafici applicati al video.
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L’aspetto legato al mondo del mercato una questione particolarmente sentita soprattutto per gli artisti che si dedicano ai new media, dati gli alti costi dei supporti e la relativa novità rispetto ad altri media – sembra manifestarsi specialmente nelle stampe della seconda stanza, prodotti artistici “digitali” solo di riflesso, ma sicuramente più vendibili.
Un divertito “nichilismo” domina infine le opere del piano inferiore della galleria, con Permanent Vacation e Self Playing Sony Playstation 1 Bowling. Nella prima installazione, due computer (poggiati, non a caso, su due tavoli IKEA, onnipresente simbolo del moderno vivere massificato) si inviano l’un l’altro a intervalli regolari messaggi email di “out-of-office”. Nel secondo lavoro, un video game “hackerato”, un computer gioca una partita di bowling contro se stesso, mancando costantemente i birilli ottenendo così un totale di zero punti.
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In un sottile ammiccamento, Cory Arcangel continua a recuperare in maniera critica la tecnologia che ci circonda: piattaforme che diventano sorpassate in lassi di tempo sempre più brevi, media e interfacce che necessitano di livelli sempre più alti di specializzazione e che vengono paradossalmente dati in pasto a masse “tecnologicamente illetterate”, regalando ai fruitori una varietà incredibile di opzioni che non useranno mai, o solo in parte. Del resto, diventare adulti significa anche prendere atto dei propri limiti.