1. Purificazione rituale: Il corpo malvagio

Il corpo fisico, biologico, occupa nella gran parte delle religioni una posizione dogmatica. Negandogli l’importanza e togliendogli valore, veniva spesso percepito come un qualcosa da superare a favore di certe rivelazioni spirituali o mentali. Il corpo umano è stato perciò trasformato in un mezzo che stimola, attraverso pratiche di autonegazione come l’ascetismo, castità o martirio, l’avvenimento di esperienze trascendentali.

Nei riti religiosi, l’impurità si riferisce a tutti i fluidi prodotti dal corpo organico. Alcune religioni hanno dei trattamenti speciali per sperma e mestruazioni, le quali vengono percepite come particolarmente “sporche”. Joseph K., il personaggio principale del romanzo Il processo di Kafka, viene arrestato per ragioni indefinite e non dichiarate. Successivamente, viene condannato da una legge criptica che non riesce a decifrare. Non sa nulla sulla sua colpa tranne il fatto che esista. Questo fenomeno può essere denominato come “colpa ontologica”, un concetto simile alla concezione cristiana del peccato primordiale.

Molte delle assunzioni presenti nel Processo erano influenzate dalla concezione Kierkegaardiana dell’angoscia (Angst ) (1), quella profonda condizione spirituale di insicurezza e disperazione presente nell’essere umano. Per Kierkegaard, la colpa di Adamo non può essere compresa né razionalmente né psicologicamente, ma deve rimanere soggetta alla dogmatica religiosa. Lo stato di colpevolezza viene considerato dalla metanarrativa cristiana come la precondizione umana presente sin dalla nascita. Questa credenza ha le sue origini nel peccato originale di Adamo ed Eva, il cui gli ha portato all’espulsione dal paradiso.

Però com’ è possibile che Adamo ed Eva siano considerati colpevoli, se non sapevano il significato del bene e del male? Cosa rappresenta in realtà il frutto proibito dell’albero della conoscenza? Che tipo di esperienza poteva aver provocato in modo da cambiare cosi drasticamente la loro percezione?

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2. Non è il mio corpo: La negazione del corpo nella dottrina cattolica

»C’era una volta una terra perfetta dove tutti gli esseri viventi vivevano in pace e serenità in eterno. Questo era un mondo dove le minacce di malattie, dolori, disastri, decadimento, paure, rabbia o sessualità non esistevano …
Il clima era ideale, con cieli sempre sereni. I fiori non appassivano o morivano mai, ma rimanevano all’apice della perfezione in eterno. Questa terra era chiamata Paradiso. «
La favola cristiana

» La castità è importante perche involve il nostro comportamento corporeo – e attraverso la fede, i nostri corpi non sono più di nostro possesso. Nella fede, tu diventi parte del corpo di Cristo ed è Cristo attraverso la Chiesa colui che deve darti il permesso di unire il Suo corpo con un altro. Nell’ottica cristiana globale, noi non abbiamo permesso al sesso. Il posto dove la Chiesa ci conferisce questo privilegio è il matrimonio: i matrimoni sono degli atti specifici che ci concedono il permesso di fare sesso con una persona. « (2)

Questa citazione è un esempio di come la Chiesa cristiana stimoli i propri fedeli a negare ai loro psybody bisogni in favore della castità prematrimoniale. (3) Ma quali sono le vere ragioni per la proibizione di tale esperienza corporea? Perché la sessualità era considerata pericolosa per Adamo? Quali realizzazioni poteva provocare nel suo modo di percepire il mondo?

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Ciò che la sensazioni di piacere, che Adamo decise di affrontare, cancellava dalla sua mente era “la chiara percezione mentale che lo informava che Dio era la sua unica giusta fonte di gioia e piacere, e che doveva amare solo lui.” (4) Paradossalmente, quello che emerge da questa frase non è nient’altro che l’avidità di condivisione e la paura di perdere il controllo sulla vita propria ed altrui. Questo atteggiamento difensivo è lo stesso che generò la “politica del terrore” così popolare oggi . È difficile immaginare che la più pura entità universale fosse la creatrice di una filosofia così individualistica e rigida.

Ovviamente, sotto c’è molto di più di questo: molte domande che preferiamo ignorare, molti scheletri nascosti con cui non possiamo confrontarci perche per farlo bisogna prima notarli e accettarli. Perché gli istinti e le emozioni ci creano disagio? E soprattutto, per quale ragione temiamo gli incontri ravvicinati con l’organico? (5)

Persino oggi, nell’epoca di una globale secolarizzazione culturale, l’influenza della negazione corporea cattolica rimane (in)consciamente impressa nel corpo psico-sociale Mitteleuropeo. Un buon esempio per questo si può notare nell’uso di alcune metafore linguistiche che continuano ad essere in uso. L’espressione colloquiale slovena: “Lui/Lei merita il peccato”, usata per l’identificazione di potenziali partner sessuali, esprime chiaramente l’inconsciamente presente collegamento tra sesso e colpa.

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3. “Cogito ergo sum”

Questa famosa affermazione filosofica, formulata da Cartesio nel 17imo secolo, enunciava l’inizio di una nuova visone “Illuminata” della coscienza umana. Per Cartesio, il mentale e il fisico rappresentano due sostanze completamente differenti e indipendenti tra loro. Nella sua teoria, conosciuta come il dualismo mente-corpo, la mente è immateriale e come tale in grado di funzionare separatamente dal corpo.

Nonostante quanto il dualismo cartesiano ci possa sembrare radicale per quei tempi, egli rappresenta un logico sviluppo di un’antica concezione cristiana presente già nel Vecchio Testamento. Se ritorniamo alla storia del peccato originale già precedentemente descritta, notiamo che: ” Era solamente grazie a un continuo distaccamento del cervello dal resto del corpo e il silenziamento dei propri sensi” che Adamo fu in grado di vivere la propria vita sotto il dogmatico assolutismo Divino. (7) Non appena Adamo & Eva cominciarono a comporre pensieri analitici, diventando consapevoli della loro estesa presenza corporea che produceva sensazioni come l’intuizione e le emozioni, la fino d’allora indiscussa servilità dell’autorità Divina divenne obsoleta.

Questa era la nascita dell’individuo ateo tipico della società moderna.

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4. Il corpo Virtùale

» C’è una terra perfetta dove tutte le entità semi-viventi, oggetti e dati vivono in pace e serenità in eterno. Questo è un mondo dove le minacce di malattie, dolori, disastri, decadimento, paure, rabbia o sessualità possono essere o completamente evitate oppure vissute a distanza di sicurezza … Qui puoi essere o avere tutto ciò che hai sempre sognato. Questo mondo è costruito interamente secondo i tuoi desideri più nascosti … Questa terra si chiama Realtà Virtuale. «
La favola Virtùale

Il collegamento tra realtà digitale e spiritualità si basa su varie assunzioni, come l’idea della sospensione temporale ottenuta grazie ad una plausibile immortalità (virtuale). Negli universi digitali, la programmazione assume la funzione di creazione immateriale che viene solitamente riservata alla dimensione Divina. Perciò, si potrebbe dire che l’atto di generazione di forme pure come inteso da Platone ha subito un passaggio dalla supremazia Divina a quella del programmatore.

Quello che le nozioni di immortalità e immaterialità rappresentano sono i due lati dello stesso desiderio: la voglia di eludere i limiti dell’esistenza corporea dell’uomo. Qui, rientriamo di nuovo nel territorio religioso della negazione del corpo, dove improvvisamente: ” la vera dimensione che ha introdotto l’esperienza “trascendentale” che definisce un essere umano, ossia la sessualità, d’un tratto appare come l’ostacolo principale nell’elevazione umana verso una pura spiritualità.” (7)

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Il primo paradosso di tutto questo ragionamento è che i dati digitali non sono affatto immateriali ma usano solamente un diverso tipo di materia – il sistema algoritmico. Di conseguenza, il codice non può corrispondere ad una “forma pura”. La sua rappresentazione virtuale rimarrà sempre connessa con un qualche substrato materiale. Tenendo conto di ciò, ci risulta evidente che la creazione di identità virtuali a.k.a. avatari non smaterializza affatto la presenza materica, anzi il contrario. Si creano solamente altri corpi e altre realtà a quelle originali. La seconda deduzione errata si trova nella considerazione della sessualità come ostacolo nell’elevazione spirituale. Se l’intera umanità dovesse cancellare d’un tratto la sessualità dalla loro vita, questo non provocherebbe altro che la proibizione dell’unica esperienza di trascendenza spirituale facilmente accessibile alla massa.

Cercando di demistificare quello che il virtuale rappresenta per l’umanità potremmo dire che funziona come uno spazio vuoto, sul quale uno può proiettare i propri desideri. Ma l’avatar, questo corpo simulato che può essere creato, manipolato e cancellato a volontà, non rappresenta de facto la materializzazione della fantasia nella sua maniera più assoluta? Se ampliassimo lo stesso ragionamento sull’intero universo digitale, non si potrebbe dire che la RV sia stata costruita con l’intento di creare un simulato hic et nunc paradiso sulla Terra? Quello di cui dobbiamo sempre stare attenti è di non diventare talmente immersi nella sua proiezione da trasformarci in catatonici virtuali, completamente assorbiti e immobilizzati dallo splendore del loro stesso riflesso digitale.

Un atteggiamento consapevole è quello di usufruire delle enormi possibilità che i media digitali ci offrono, in modo da utilizzarli come campi di sperimentazione. Così, la dimensione digitale viene trasformata in un laboratorio per l’investigazione delle possibilità virtuali, non ancora sperimentate, dei nostri corpi senza organi personali e collettivi . In questo modo, l’alteRealtà cessa di produrre simulacri elusivi, ma comincia a formare nuove proposte per la nostra organizzazione della Realtà.

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5. Corpo qua mente

Cartesio usa il verbo COGITO (che significa: pensare, considerare, pianificare) per descrivere la sua concezione dei processi cognitivi umani. La sua teoria dualistica si sviluppa a favore di un’elevazione della mente. Concordo pienamente sull’importanza delle capacità logiche e analitiche delle nostre menti, pero non posso concepire la mente come un qualcosa di totalmente indipendente dai nostri corpi organici.

La considerazione dell’intuizione come forma cognitiva di massimo valore percettivo è un’opinione ampiamente condivisa. È cos’è l’intuizione se non mente pura che vibra attraverso il corpo, comunicando informazioni che non sappiamo di sapere? Questi saperi mentalmente inconsapevoli, rappresentano il sottile strato informativo che non può essere raggiunto attraverso un ragionamento logico, ma solamente grazia ad un’inconscia comunicazione corporea.

I recenti studi neurobiologici dimostrano l’importanza sia del corpo che della mente nel funzionamento dei processi cognitivi e percettivi. Secondo il neurobiologo Antonio Damasio, noi “rappresentiamo il mondo esterno nei termini delle modificazioni che esso provoca nel corpo.” (8) La mente è intrecciata nel corpo con il quale forma un organismo integro.

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Questa è la ragione per cui propongo di evolverci dalla visione corporea cartesiana, contenuta nel motto “Cogito ergo sum” (“penso dunque sono”), verso una molto più inclusiva “SENTIO ERGO SUM” (“sento /percepisco, faccio esperienza/ dunque sono”). Solo attraverso un’estesa concezione del corpo visto in toto, si potrà trovare nuovi modi per la comprensione e sperimentazione delle nostre incarnazioni multiple.


(1). Per il concetto di Angst, guarda Søren Kierkegaard, Il concetto dell’angoscia, 1844

(2). Lauren F. Winner, Simple Chastity, disponibile online su http://www.trueu.org/dorms/womenshall/A000000243.cfm

(3). Psybody – è un termine concepito da OtherehtO, usato per l’identificazione del corpo visto nella sua totalità; l’esteso corpo umano qua soggettività psico-sociale. La Psybody (arte/design) focalizza l’attenzione verso un’esplorazione interdisciplinare sulla natura della cognizione e la sua relazione con l’apparato percettivo del corpo-mente. (OtherehtO, Psybody design, 2008)

(4). trad. Thomas M. Lennon e Paul J. Olscamp, The Search after Truth/Elucidations of the Search after Truth, Columbus: Ohio State University Press, 1980, p. 581

(5). L’effetto presenza del biologico assume un significato inquietante, perche non ne siamo più abituati. Non conosciamo più il colore del sangue, né le emozioni della vita nascente presenti ad un parto né l’odore della morte e talvolta nemmeno la tattilità immersiva di un rapporto sessuale. I processi organici vengono infatti isolati negli ospedali, laboratori e ospizi. Oppure si preferisce sostituirli con rappresentazioni ed esperienze virtuali che sono molto più tranquillizzanti, sterili e controllabili rispetto alla mutevolezza biologica, la quale è portata a decomporsi col tempo. (OtherehtO, Flight SYNEp, 2008)

(6). Miran Božovič, Slavoj Žižek, An Utterly Dark Spot: Gaze and Body in Early Modern Philosophy, University of Michigan Press, 2000, p.58, disponibile online su http://books.google.com

(7). Slavoj Žižek, No sex, please, we’re post-human!, disponibile online su http://www.lacan.com/nosex.htm

(8). Antonio R. Damasio, L’errore di Cartesio: Emozione, ragione e cervello umano, 1994