Il MediaLab-Prado è un centro dedicato alla produzione, ricerca e diffusione della cultura digitale e delle sue confluenze con arte, scienza, tecnologia e società dall’Area de Las Artes dell’Ayuntamento de Madrid.
Ubicato nel’area museale di Madrid, a due passi da Reina Sofia e Prado, il Centro di Plaza de Las Letras si è affermato negli ultimi anni, in ambito internazionale come locale, come motore trainante nell’ambito della ricerca e della sperimentazione nel campo dell’interattività, della sperimentazione sonora e visiva.
L’obiettivo principale del centro è quello di rappresentare una struttura dove la ricerca, come la produzione, siano processi permeabili alla partecipazione degli utenti: per questo esso si configura come uno spazio permanente attivo nell’ informazione, ricezione e incontro, dove un gruppo di mediatori culturali è constantemente disponibile alle esigenze del cittadino. Allo stesso tempo il centro si muove in una direzione aggregante a livello internazionale grazie alle convocatorie aperte per la presentazione di proposte per lo sviluppo partecipativo di progetti.
Siamo stati al Medialab in occasione della mostra AVLAB 1.0, in cui dall’1 al 26 di ottobre è stasto esposto il prodotto di questo primo laboratorio intensivo di AVLAB, piattaforma di incontro per la creazione e la diffusione di arti sonore e visuali sotto il concetto di processo aperto e collaborativo, diretta da Javier Duero e coordinata da Daniel Gonzalez. AVLAB è dal 2006 un punto di informazione, formazione e scambio sulla creazione sonora e audiovisuale contemporanea, oltre a fornire laboratori ed incontri, una volta al mese. Gli incontri AVLAB si presentano come riunioni per la presentazione e la discussione di progetti di musuica sperimentale ed elettronica, musica elettroacustica, piattaforme di creazione audiovisiva online, arte sonora e processazione audio video in tempo reale.
![]() |
.
Il risultato del primo AVLAB è quindi un’esposizione che riflette chiaramente come la ricerca multidisciplinare di Medialab sia costantemente attenta al sociale e alla partecipazione attiva, facendo del centro un esempio di democratizzazione dell’arte e condivisione popolare dei contenuti. L’operato di Medialab-Prado, in tutte le sue linee di lavoro, dalla visualizzazione di dati, alla sperimentazione audiovisuale, fino alla produzione di elementi interattivi, è un esempio da prendere su come la sperimentazione e la ricerca possano essere rese democratiche grazie all’utilizzo di un sistema aggregante in tutte le sue fasi, dalla selezione dei progetti alla finalizzazione dei lavori. Nella visita risulta evidente come sperimentazione sonora e comunicazione a carattere sociale, possano trovare una loro dimensione comune dove l’arte è uno strumento per ri-leggere la realtà in chiave critica e creativa.
Tra i 10 progetti selezionati quest’anno spicca in questo senso Video para Invidentes , progetto ideato da Fernando Baena e Beatriz Caravaggio, centrato sul problema delle barriere architettoniche, e sviluppato in forma di progetto audiovisivo in cui il percorso motorio di un non-vedente e quello di un vedente sono messi a confronto grazie all’utilizzo di due tracce audio sovrapposte e due differenti video che ci mostrano, da dentro e da fuori, le difficoltà urbane di un non vedente.
In Avis Data, progetto e ideato da Kepa Landa Maritorena (España), Lino García y José Carlos Cortizo, un paesaggio sonoro disposto nella Plaza de Las Letras si altera in tempo reale trasformando i livelli di elementi chimici inquinanti presenti nel cielo di Madrid ed associandoli al canto di uccelli, con distinto trimbro vocale e intonazione, trasformando quest’ultimi in bio indicatori viventi.
![]() |
.
Sprocket, installazione ideata da Bruno Vianna y Maíra Sala (Brasile), è invece un interfaccia fisica per la gestione di un live cinema basata sulla stessa tecnologia del progetto Reactable, che ci offre un esempio di come un testo audiovisivo possa essere trasformato in un progetto aperto e pubblico grazie all’utilizzo di uno schermo interattivo, attraverso il quale i visitatori possono riorganizzare i fotogrammi del film scelto e dar un senso proprio al film stesso.
Abbiamo incontrato di persona Daniel Gonzalez, coordinatore di AVLAB, che gentilmente ci ha raccontato la nascita e l’evoluzione del Centro, nonchè le sue attuali linee di lavoro.
Silvia Bianchi: Ci racconti come è nato il Medialab del Prado?
Daniel Gonzales: Medialab è un programma che esiste dal 2002, patrocinato dal settore Arte dell’Ayuntamento di Madrid, incentrato sulla relazione esistente tra arte, tecnologia, scienza e società. Medialab, che al principio aveva un format più scientifico, artistico e espositivo, ha subito un cambiamento importante a partire del 2005 per trasformarsi in un programma su società, programmi di funzione educativa e di processo. Quindi, oggi, da spazio espositivo dedicato a arte e tecnologia si è trasformato in uno spazio con funzione sociale, educativa, di incontro, produzione e rìflessione. Da quando Medialab ha adottato questo format più sociale ed educativo, sono nati altri nuovi progetti frutto di queste nuove tendenze: radio e tv sperimentali, uso democratico della rete, visualizzazione dell’informazione, ecc…
In quel momento io lavoravo come mediatore del medialab, e quindi con i gestori del programma abbiamo iniziato a pensare a come creare uno spazio partecipativo sulla creazione audiovisuale: volevamo fare qualcosa in questo senso, iniziare uno scambio partecipativo, di riflessione e creazione. L’idea che ci venne in mente fu quella di dare il via ad un dialogo tra il Medialab e i produttori musicali di Madrid. Alla fine del 2006 nasce quindi Avlab, come risultato di questo cambiamento e della creazione di questa nuova linea di lavoro, pensato come un laboratorio audiovisuale incentrato sulla relazione tra suono e società e il rapporto di esse con altre discipline artistiche.
![]() |
.
Silvia Bianchi: AVLAB è stato quindi un modo per aprire Medialab alla città?
Daniel Gonzales: Non esattamente, Medialab era gia aperto alla città, ma non si era ancora fatto niente di concreto nell’ambito del sonoro e delle sue possibili intersezioni con altri ambiti artistici. La scelta fu quella di passare la parola ad artisti e protagonisti della scena madrilena che fossero relazionati con la scena underground, accademica, elettronica e ellettroacustica.
Il primo passo per avvicinarci alla produzione sonora fu quindi l’organizzazione di questi incontri, cosi che queste varie esperienze venissero in contatto: gli incontri erano incentrati non tanto sul momento performatvo quanto sui processi di produzione sottintesi. Lo scopo era che gli artisti comparissero e dialogassero con pubblico e altri artisti: ogni incontro prevedeva tre artisti con caratteristiche differenti ma allo stesso tempo accomunati da un apertura allo scambio.
Questi incontri furono inizialmente quindicinali e poi mensili, con la intenzione di rendere questi momenti un primo gesto atto alla creazione di una vera e propria linea di lavoro.
![]() |
.
Silvia Bianchi: Quali direzioni di ricerca ha preso negli ultimi due anni l’AVLAB?
Daniel Gonzales: Medialab ha sempre voluto far convergere differenti linee di lavoro concomitanti: oltre a quella di AVLAB c’è per esempio quella di Visualizar, maggiormente incentrata sulla visualizazione e modellazione estetica dell’informazione, sia essa antropologica, scientifica, artistica. Ma anche la linea di lavoro di Inclusiva. net , che ha a che vedere con la relazione tra comunità e rete e teorie sulla rete, quella del Laboratorio del Procomún, modello di gestione delle risorse comuni, informatiche, ecologiche, collettivi e sociali, e infine quella di Interactivos?, riflesssione ampia sull’utilizzo della tecnologia nel campo artistico a partire di sistemi interattivi.
In questo contesto dinamico AVLAB si è consolidato come una linea di lavoro indipendente, si è creato un gruppo di lavoro che vede oltre a me, come coordinatore degli incontri e attività, Javier Duero come direttore della linea generale.
Per l’ espansione della linea sviluppata in questi anni, AVLAB ha realizzato quindi il laboratorio AVLAB 1.0, adottanto il sistema di lavoro della call gia utilizzato per Interactivos e Visualizar , chimata pubblica internazionale rivolta alla raccolta di proposte di lavoro che tocchino suono e discipline artistiche, scientifiche, tecnologiche.
![]() |
.
Silvia Bianchi: Come avete invece lavorato alla realizzazione del primo appuntamento e secondo quali criteri avete scelto le opere in mostra?
Daniel Gonzales: Si sono scelti 10 progetti e finanziato viaggio e permanenza agli artisti che in questo caso provenivano da Sudafrica, Argentina , Brasile, Olanda, Israele: gli artisti sono arrivati con l’idea del progetto che è stata sviluppata grazie alla partecipazione di collaboratori, scelti attraverso il nostro forum pubblico, che hanno deciso di partecipare alla realizzazione dei progetti e ad un gruppo di lavoro fornito da Medialab composto da un nostro programmatore e un comitato scientifico.
Gli artisti hanno lavorato per due settimane nelle quali ci sono state anche una serie di attività parallele come un Simposio e una partecipazione all’interno del festival Experimentaclub alla Casa Encendida. Il frutto di questo lavoro è la mostra che puoi vedere ora, esposizione di modelli di creazione realizzati negli incontri, che non sono progetti propriamente finiti quanto avanzamenti nella creazione di modelli espositivi di arte sonora.
![]() |
.
Il laboratorio, diretto da Javier Duero e coordinato da me, ha avuto l’aiuto del Reina Sofia e del Centro de Difusion de Musica contemporanea, che ci ha permesso di utilizzare i laboratori di produzione musicale ed elettronica, concedendo agli artisti di finalizzare e masterizzare i loro lavori, e la collaborazione con Experimenta club, con due dei nostri lavori, Bri2.0 e W_space esposti alla Casa Encendida.
Il primo progetto, che relaziona parametri di luci, spazio e movimento, è una installazione in formato di struttura organica, che riceve le informazioni proveniente dal visitatore e le processa creando una specie di sintesi tra suono, immagine e luce. Il secondo progetto è un prototipo di un vestito realizzato per scopi performativi, che grazie alla tecnologia Wii reaziona a spazio e movimento producendo suono. Per chi non avesse potuto visitare la mostra i progetti sono consultabili sul sito di Medialab.