Nei suoi oltre tre lustri di vita, Internet è diventato un articolato ambiente di dati che riflette sempre più da vicino lo scambio di informazioni che popolano la società.

Tra le tante speculazioni che hanno contraddistinto la sua parte più conosciuta, ovvero il Web, possiamo constatare che con l’avvento del discorso 2.0 è sicuramente aumentata la capacità di monitorare i fruitori della rete; che siano accessi o scelte opzionali, transazioni bancarie o collaborazioni, programmi di ranking e analisi di profili, la rete offre attualmente incessanti possibilità di misurazione.

A questo proposito possiamo constatare che la valutazione quantitativa e qualitativa dei gruppi è una delle attività fondamentali di una delle scienze più importanti della società, ovvero della sociologia: la disciplina nasce infatti con teorie impressioniste sulla quantità delle masse, per passare a strumenti più scientifici come le tecniche statistiche e a perdersi in mille rivoli subdisciplinari, ad esempio quello della comunicazione di massa, per la quale i soggetti analizzati sono principalmente gli spettatori delle tecnologie broadcasting; oppure la sociologia dei consumi che principalmente quantifica e analizza le abitudini di consumo dei cittadini-consumatori.

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Tuttavia pochi sociologi si sono chiesti se Internet possa offrire effettivamente strumenti per comprendere il mutamento complessivo della società o meglio se possa risolvere questioni macrosociologiche, che si occupano cioè delle caratteristiche di larga scala della struttura sociale dei gruppi e dei ruoli e non solo degli influssi psicologici o sulle interazioni dei piccoli gruppi – verso le quali sembra essere orientata anche la computer mediated communication o la sociologia delle reti telematiche.

Questo quesito è stato recentemente sollevato dai sociologi Josef Wehner e Jan-Hendrik Passoth dell’università di Bielefeld in occasione della proposta di un convegno dal titolo “Dalla classe al cluster: sul rapporto tra media, misurazione e socializzazione” che si terrà a Bielefeld il 30-31 gennaio 2009 e la cui partecipazione in qualità di relatori è ancora aperta ( http://hsozkult.geschichte.hu-berlin.de/termine/id=9709 ).

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Nel paper proposal si legge “dapprima sussistevano forme di misurazione e calcolo dei cittadini, dei consumatori e degli spettatori in ambienti informativi massmediali, per cui valeva più la frequenza dei messaggi, la loro media e la tolleranza ai fenomeni di ridondanza. Si trattava di comprendere cosa pensava la maggioranza dei cittadini, cosa compravano molti consumatori e cosa volevano vedere molti telespettatori.

Questi interessi si riflettono anche nell’ambiente-Internet (le top-list, le medie e le frequenze d’accesso che possono essere continuamente monitorate), ma esse non esauriscono le potenzialità di misurazione dei comportamenti multimediali perché grazie ai tracciamenti delle abitudini di consumo o della variazione dei profili dei social network è possibile compilare in tempo reale forme di misurazione di affinità con raggruppamenti altamente più complessi delle tradizionali classi sociali”.

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Questa lunga citazione ci permette di focalizzare l’attenzione verso i nuovi strumenti qualitativi e classificativi che offre o potrebbe offrire la rete in qualità di strumento orientativo e ordinativo alla sociologia: quali potrebbero essere le nuove tassonomie formulate in base alle preferenze, appartenenze, migrazioni e scomparse da determinati siti rispetto ad altri; quali le forme di inclusione ed esclusione sociali; quali infine le teorie ed i concetti che riguardano questi quesiti.

Durante questo convegno sarà interessante soprattutto osservare se nella prospettiva di una normalizzazione scientifica dei comportamenti sociali espressi anche attraverso Internet, verrà scalfito il paradigma disciplinare che separa la comunicazione interpersonale (la tradizionale sociologia della comunicazione) da quella mediata dal computer, considerata quest’ultima solitamente come diversa, perché non face-to-face, una definizione che ironicamente ha fatto la fortuna di uno dei più grandi social network attuali.