Questa del giugno 2008 è stata la prima edizione del Node Festival di Modena, festival dedicato all’incontro delle arti visive con la musica, e le nuove tecnologie. In due giorni all’interno della bellissima cornice della galleria civica di Modena si sono succedute conferenze e live di livello internazionale.
Line Up composta da Marsen Jules, Nq, Alva Noto, retina.it, Aoki Takamasa, Kangding Ray, Deaf Center, e Deer per quando riguarda i musicisti; Claudio Sinatti, Suicase.org e Nicolai Konstantinovic per i manipolatori del video.
Le prima serata si è aperta con la performance del tedesco Martin Juhls, aka Marsen Jules, accompagnato dai violini dei due Yara, e dai visuals di Nicolai Konstantinovic. La performance di Martin si concentra intorno alle orchestrazioni ambientali generate dal laptop e gli accompagnamenti live dei due violini. Per quasi un ora il pubblico assiste silenzioso, immerso all’interno di un flusso sonoro fatto di drones lunghissimi, giochi di suoni creati con i bicchieri e le intrusioni sonore dei due Yara. Un pò lungo e ridondante ma ammaliante nel complesso.
Con Nils Quak aka nq, l’atmosfera rarefatta creata dal live precedente viene spazzata via. Il musicista tedesco inizia a creare bit complessi e secchi, IDM di alto livello. Il pubblico entusiasta resta immobile seduto a terra all’interno della sala, peccato che la location non dia la possibilità di scatenarsi a tempo dei bpm sparati dall’impianto. Per quasi un’ora nq si diverte nel costruire trame sonore fatte di bit glicth costruiti sapientemente, e da melodie musicali che ricordano molto il marchio dell’etichetta giapponese che lo ha prodotto qualche anno fa, la progressive form.
![]() |
.
Photo by Simona Silvestri
Dopo un paio di minuti trascorsi per il cambio palco e di attesa spasmodica, è la volta di Alva Noto. Utilizzando per la prima volta visuals lineari e colorati, il live suonato dal guru dell’elettronica contemporanea è fatto da noise minimali, bit geometrici, ed in due canzoni con il testo recitato in francese da Anne James Chaton. Alva Noto non delude con la sua performance, e cattura il suo pubblico presentando in anteprima nazionale il suo ultimo concept work, Unitxt, sul rapporto tra il linguaggi matematico e sperimentazione musicale. Il pubblico non resta solo ad ascoltare e finalmente in piedi si diverte muovendosi a tempo dei bit incalzanti.
A concludere la serata ci pensa il duo partenopeo retina.it con i visual dei suicase.org, unico progetto musicale italiano presente all’interno della due giorni modenese.
L’indomani a dominare la giornata è il musicista giapponese Aoki Takamasa, prima però si parte con il magnifico live del duo norvegese Deaf Center.
Il live è un susseguirsi di emozioni forti, Erik con chitarra, pedali e laptop catalizza gli ascoltatori con la creazione di melodie cupe e dilatate, accompagnate dalla raffinatezza melodica del pianoforte di Otto Totland. In pieno stile type records i due norvegesi colpiscono il lato più profondo dell’anima musicale, con tre lunghe tracce musicali che avvolgono l’intera sala per circa un’ora. Musica emozionante accompagnata dai visuals dell’italiano Claudio Sinatti, che ha saputo interpretare visivamente in maniera impeccabile le espressioni musicali di Deaf Center.
![]() |
.
Photo by Cristian Ponzoni
A seguire il musicista tedesco Kangding Ray, scuola raster noton, che presenta anch’egli al Node l’ultimo lavoro, Autumne Fold. Il live dura circa un’ora e un quarto, ed il musicista gioca molto manipolando live la propria voce. Le sonorità di questo ultimo lavoro si distaccano molto dal precedente, dal vivo utilizza molte più architetture melodiche e ritmi meno minimali.
L’attesa sale ancora di più quando il piccolo genietto dell’elettronica giapponese, Aoki Takamasa si porta davanti al proprio laptop. Il suo è un live in continuo crescendo, sciorina bit-glicth sintetici, sonorità tecno futuristiche, un cut up di suoni. Un ora e mezza, dove si fondono sapientemente sperimentazione pura e sentiment:, è sua la migliore esibizione della serata, elettronica avvolgente che rapisce il pubblico presente in sala.
A chiudere la serata e questa prima edizione del Node ci pensano il tedesco Deer e gli italiani suicase.rog. Un’ora di tecno minimale, dove Martin utilizzando il sequencer monome si diverte a far ballare la gente in sala.
![]() |
.
Una bella prova d’inizio, quella portata avanti dagli organizzatori modenesi. La programmazione è stata eccellente, e il festival è riuscito nelle presenze a far avvicinare all’elettronica anche chi non avrebbe mai ascoltato quest’espressione musicale.