Nico, non so tu che ne pensi, ma a me non è spiaciuta per niente l’intervista a Tom Waits che è uscita poco tempo fa sul Corriere della Sera, anzi l’auto-intervista. Forse di fronte ad un artista le domande spesso sono limitanti, a volte si parla sempre delle stesse cose… Ecco io eviterei di fare questo con te.

Di Nico Vascellari hanno già parlato importanti riviste di settore, critici autorevoli, artisti di successo che l’hanno indicato come uno delle migliori promesse nel panorama creativo italiano, ed uno dei protagonisti più originali e destinati a fare strada.

Nato a Vittorio Veneto (TV) nel 1976, attualmente è tra gli artisti presentati dalla Monitor Gallery di Roma, una delle gallerie più interessanti ed attente alla ricerca nell’arte contemporanea italiana. Performer energico e ubiquo, fondatore della band noise-punk With Love, mixa sapientemente presenza fisica ed elementi concettuali. Emerge come artista che lavora con la fisicità, il suono, in contrappunto con l’aspetto installativo e visivo dell’arte, realizzando così nelle proprie opere momenti di compresenza e collisione tra i diversi media, che esprimono potenzialità differenti in condizioni di compresenza e dissonanza. Per questa capacità di inclusione e stratificazione, le opere e le performance di Vascellari sono già entrate a far parte di importanti collezioni, e sono state presentate in occasioni e sedi presitigiose come La Biennale di Venezia, il MAN di Nuoro, Viafarini e lo Spazio Lima di Milano, il Tent di Rotterdam, il Palazzo delle Esposizioni di Roma, il MAMBo di Bologna, e molte altre…

Insomma Vascellari di strada ne ha già fatta parecchia – dalla Fondazione Ratti, al Premio New York, dalla Biennale di Venezia, all’Italian Academy della Columbia University – ma decidiamo di fare tabula rasa delle critiche, positive e negative, di tutti i giudizi ed i commenti che circolano su di lui del mondo dell’arte.

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L’approccio con Nico Vascellari è di quelli più naturali e spontanei, seduti al tavolino di un bar in occasione di Riccione TTV, ci interroghiamo sulle ragioni che fanno nascere un’opera, in che modo un artista possa cogliere le istanze del proprio tempo e da dove provenga questa immediatezza creativa, che si nutre di lavoro e passione, istinto e consapevolezza. Perché anche a trent’anni, in Italia si può emergere ….

Silvia Scaravaggi: Nico come nasce il tuo lavoro, da dove viene?

Nico Vascellari: Il mio lavoro nasce solitamente da una mancanza, da una assenza. “A great circle” (2003-2004) è stato sicuramente l’inizio per me. Quello che faccio proviene sempre e comunque da una necessità interna.

Silvia Scaravaggi: Quello che fai è molto forte, viscerale….

Nico Vascellari: Sì, ma non solo. I miei lavori spesso nascono da progetti sviluppati nel corso di anni interi. Spesso però questa ricerca porta con sè anche delle azioni com’è stato per “A Great Circle”, “Cuckoo” oppure “Revenge”. Azioni che si consumano nell’arco di pochi minuti.

Silvia Scaravaggi: Nico, parliamo della tua ultima performance “Revenge”, presentata alla Biennale di Venezia (di cui abbiamo già avuto occasione di parlare nel n. 27 di Digimag in un articolo di Massimo Schiavoni). “Revenge” ha subìto nel frattempo delle metamorfosi e l’hai presentata al TTV nella versione video che hai realizzato dopo Venezia, con un programma ad hoc con 4 performance live. Com’è nata questa idea?

Nico Vascellari: Volevo che la prima presentazione del video mantenesse alcune delle peculiarità della performance. Il video è per me un’opera completa, un’opera in sé, ha una propria autonomia, una sua forza. Non mi interessa la documentazione. Anche se in questo caso il video è una vera videoinstallazione, con una proiezione su pannello di legno verniciato e poi bruciato.

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Photo: courtesy TTV festival

Silvia Scaravaggi: L’idea originale per Riccione era pensata per una location all’aperto, nell’area della ormai abbandonata Colonia Reggiana. Il video e i performer tra le tamerici, immersi tra la sabbia ed il mare nel buio notturno. In che modo hai pensato l’interazione tra il video di “Revenge” – peraltro molto curato ed incisivo – ed il live e la manipolazione sonora?

Nico Vascellari: Cerco il più possibile di evitare un’interazione ritmica e didascalica tra suono e immagini. Kam Hassah , Ottaven e WW hanno lavorato in questi giorni utilizzando i suoni emessi dal video per creare altro.

Silvia Scaravaggi: Come hai lavorato, nello specifico, sul video di “Revenge”?

Nico Vascellari: Il video è costituito da immagini provenienti da tre diverse performance svoltesi all’interno della mia installazione dallo stesso titolo alla Biennale di Venezia. Le performance sono tate filmate da tre diverse telecamere. Il video alterna, inoltre, immagini e suoni registrati mentre l’installazione non era accessibile al pubblico.

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Photo: courtesy TTV festival

Silvia Scaravaggi: Il pubblico è fondamentale per i tuoi happening … cosa pensi che i fruitori possano cogliere da quello che fai?

Nico Vascellari: Non mi concentro particolarmente sul pubblico. Mi concentro sull’opera. Certo la reazione, la risposta del pubblico è importante. Ma per realizzare un’opera significativa cerco di non pensare tanto a quello che il pubblico “vorrebbe” da me, per concentrarmi sul lavoro e quello che voglio esprimere attraverso di esso.

Silvia Scaravaggi: Per quello che fai c’è più riscontro in Italia o all’estero?

Nico Vascellari: In realtà non so rispondere a questa domanda, ma immagino ci sia un particolare riscontro sicuramente in Italia, se siamo qui a parlarne…

Silvia Scaravaggi: Quanto ti è servito farti le ossa presso il dipartimento di design di Fabrica e al Corso Superiore di Arte Visiva della Fondazione Ratti per la tua formazione artistica?

Nico Vascellari: Le ossa non si fanno, si sviluppano. Sono arrivato a Fabrica e alla Fondazione Ratti con un’ossatura piuttosto particolare, questo è vero, ma trovo sia stata una fortuna. Detto questo, entrambe le esperienze sono state importanti e meravigliose. Sopratutto l’incontro con Jimmie Durham durante il corso alla Fondazione Ratti.

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Silvia Scaravaggi: Secondo te, perché il tuo lavoro è apprezzato e perché non lo è? Non ti chiederò che cosa significa per te “Revenge”…ma fammelo capire.

Nico Vascellari: Non ho idea del perché e, credimi, non appena ne ipotizzo una cerco immediatamente di dimeticarla. Il lavoro deve partire dall’interno.


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