Come apparirebbe oggi la rete senza gli hackers? Cosa sarebbero i computer oggi senza l’apporto del free software e dell’open source? Quali sono le aree di convergenza tra le pratiche artistiche e la sperimentazione tecnologica?
Queste solo alcune delle domande con cui si presenta al pubblico il primo Hacker Space Festival, ambiziosa variazione sul tema degli hackmeeting nostrani e di altri importanti eventi europei come il CCC Camp (Chaos Computer Club)
L’Hacker Space Festival 2008 si è tenuto presso il /tmp/lab di Parigi, dal 16 al 22 Giugno, e si è da subito posto l’ambizioso traguardo di riunire persone provenienti dai più disparati backgrounds culturali e tecnologici per creare una rete di condivisione tra le varie esperienze dei vari hacklabs europei.
Particolare merito dell’iniziativa è quello di aver insistito sulla dimensione sociale e ludica delle nuove tecnologie, allontanando la figura dell’hacker non solo dagli stereotipi del criminale impegnato a penetrare illegalmente sistemi informatici, ma anche dallo stereotipo del nerd dedito ad autocompiaciute operazioni sull’hardware/software fini a se stesse.
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Se infatti la realtà è sempre più pervasa di dispositivi in grado di alterare e riconfigurare l’agire quotidiano di ogni individuo, il concetto di hacking viene ricondotto dagli organizzatori al suo significato originario di “utilizzo creativo della tecnologia”, nell’ottica di presentare, sviluppare e condividere, per dirla con Deleuze e Guattari, un ampio ventaglio di pratiche trasversali di resistenza attiva al presente.
Non a caso, a fianco dei temi tradizionali del mondo hacker, come la diffusione di software libero, la protezione della privacy e la critica al diritto d’autore, il festival presenta numerosi interventi e workshops inerenti l’approccio ludico alla tecnologia, come ad esempio un prototipo di organetto a patate per deliranti performance musicali (l’Orgue à Patates dei k. Rockshire – http://www.youtube.com/watch?v=79MRgbWyaqA) o come un software per la trasformazione di un telecomando Wii in un pratico e comodo vibromassaggiatore.
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Ma le sorprese non finiscono qui. La ludicità si mescola volentieri con l’approccio politico del detournamento delle tecnologie di controllo. Il Consumer B Gone (http://www.tmplab.org/2008/06/18/consumer-b-gone –
http://www.youtube.com/watch?v=dPQ6yPr4Ueg), in omaggio al noto TV B Gone – un telecomando con il solo pulsante di spengimento, è un metodo virale per bloccare le ruote di un carrello della spesa, rendendolo quindi inutilizzabile (in pieno spirito anticonsumista), semplicemente emulando il segnale di una antenna remota mediante suoneria musicale di un comune cellulare.
Altro ambito di interesse è quello delle intersezoni e delle convergenze tra hacking e pratiche artistiche: la performance dal titolo esplicito “/bootlog – a metaphysical sexual expeirence” indaga le relazioni corpo/macchina a partire dalle pulsioni erotiche mentre il !Mediengruppe Binik ripropone il suo “Opera Calling” (http://www.opera-calling.com/about) un intelligente hack per redistribuire telefonicamente i conenuti di uno spettacolo d’Opera e per aprirne gli spazi chiusi allo spazio pubblico.
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Per quanto riguarda la politica e le forme di controllo è emblematico ed interessante la conferenza “What is Terrorism?” della giornalista Anne Roth (http://annalist.noblogs.org) in cui ripropone la controversa vicenda del marito Andrej Holm, arrestato con l’accusa di coinvolgimento in organizzazioni terroristiche a causa di una serie di incredibili coincidenze come ad esempio l’aver fatto ricerche su un motore di ricerca con parole sospette o il non avere una email codificata con il criterio tradizionale nome.cognome@dominio.
In definitiva l’Hacker Space Festival amplia ed arricchisce il panorama europeo degli eventi dedicati al confronto e alla condivisione delle pratiche hacking di ogni genere, nella speranza che col tempo si possa davvero rafforzare una rete in grado di mettere relazione pratiche e scenari di ogni singola realtà nazionale.