In una Barcellona ancora restia a fiorire in una agognata primavera, si è svolta, dal 5 al 15 giugno 2008, la quarta edizione del DiBa, festival di cinema digitale di Barcellona.
Lo spirito che anima questo festival è fin dai suoi albori altamente partecipativo: il bello del digitale è la sua democraticità, l’essere a portata di tutti, motivo per cui il cinema non si deve più solo guardare ma si può addirittura fare. E con poco, come insegna Michel Gondry, che ha ispirato la sessione di corti Home Made proiettata allo spazio Movistar nell’ambito della sezione DiBa Club.
Insomma, le nozze di creatività e tecnologia si sono celebrate in un’intensa kermesse di proiezioni, feste, concerti, concorsi, interventi in diversi spazi della città, sotto l’ala protettrice del colosso Canon. Il digitale, per quanto sempre più presente, non detiene ancora il monopolio del cinema e per questo Montse Martí, Alexis Borràs, Nestor Domènech e Annachiara Sechi (il cuore concettuale e operativo del festival) propongono ogni anno nella sezione DiBa Screen i lungometraggi migliori realizzati in digitale durante l’anno.
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In questa edizione, questa sezione era articolata in cinque parti: Competición (dove si sono distinti due film: l’impressionante PVC-1, di Spiros Stathoupoulos , ricostruzione in un unico piano sequenza di un fatto di cronaca avvenuto in Colombia nel 2000 e, per via della sua soggettività e del real-time, capace di sconvolgere profondamente gli animi e Wellness di Jake Mahaffy , premiato come Miglior Film DiBa Screen 2008), Masters del Universo (che presentava documentari su personaggi con visioni originali del cinema, come David Lynch, Wim Wenders e Michael Moore), Arqueología del vídeo (un omaggio alle prime sperimentazioni elettroniche di Michelangelo Antonioni, Francis Ford Coppola e Jean-Luc Godard), Una ventana al mundo (cinema di denuncia neoralista, qui rappresentato da Brian de Palma, George A. Romero e Eric Nazaria) e una selezione di Corti catalani .
Ma oltre a presentare le migliori produzioni mondiali nell’ambito del digitale, il DiBa è un festival che presta molta attenzione a quello che verrà dopo, agli sviluppi che già stanno avendo i nuovi mezzi tecnologici e alle possibilità espressive che aprono.
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Per questo, insieme a Telefónica, Apuntolapospo e Ovide, quest’anno si è impegnato nella produzione di un videoclip musicale stereoscopico (“Me tienes contenta” del gruppo Pastora), il primo in Spagna e il secondo nel mondo mai realizzato. Il video è stato presentato nel corso di un’interessante sessione professionale, insieme ai trailer di alcuni dei film che si proietteranno nelle sale nel 2008 e nel 2009. Anche Hollywood, infatti, sta prendendo questa direzione e possiamo tranquillamente immaginare che un giorno non lontano tutto il cinema e addirittura la televisione domestica saranno in 3D e senza richiedere l’uso degli occhiali speciali tuttora necessari. Le ricerche che si stanno già facendo vanno addirittura oltre e puntano a fornire un 3D olografico, che consenta cioè di cambiare il punto di vista spostandosi intorno all’immagine.
Certo, per ora ci sembra che la vita reale non sia “tanto tridimensionale”. Ma questo è dovuto da una parte a scelte stilistiche comparabili a quelle che fanno di una normale fotografia un’interpretazione della realtà più che un suo ritratto (e questo è il bello dell’arte!) e in parte alla mancanza di abitudine percettiva dello spettatore, la stessa che non permetteva di riconoscere le prime immagini cinematografiche della storia o che generava il comune “fastidio” di fronte alla limpida immagine dei primi DVD (ormai non più commentata, mentre finalmente si riconosce come sporca e nebulosa la vecchia immagine dei VHS).
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Un altro passo avanti del festival riguarda la sua sezione più importante e amata: il DiBa Express, il concorso di realizzazione di cortometraggi in tempo record basandosi su una parola chiave. Oltre alle normali modalità di partecipazione, che finora escludevano coloro che si trovavano lontano dalla città, quest’anno il festival si è esteso ad aspiranti di tutto il mondo, grazie alla sua modalità online.
La banda larga, PayPal, Kyte.tv e un denso lavoro di promozione a livello mondiale hanno permesso al concorso di aprirsi all’intero globo e promettono future edizioni ancora più ricche. Per maggiori dettagli sul programma di quest’anno, che come sempre ha tenuto conto di videoclip, corti, documentari, crediti, motion graphics e via dicendo, si rimanda al sito web del festival.