Futursonic 2007, in qualche modo, fa riflettere. Un festival di idee e pionieri – come sottolineano i curatori dell’evento – dedicato quest’anno alla celebrazione di un quarantennio straordinariamente fecondo, quello 1967 – 2007, la cui forza esperessiva è ancora in grado di informare gran parte delle energie creative di nuove generazioni di artisti dediti all’esplorazione dei rapporti tra il suono e l’immagine.

Una genealogia indispensabile, la presa di coscienza delle radici storiche di un movimento sociale e artistico che trova oggi nell’attitudine elettronica il suo proprio denominatore comune ma il cui animo appartiene per molti aspetti alla storia novecentesca del pop.

Ma la ricerca delle radici va anche oltre. Futuresonic, che si svolge dal 10 al 12 maggio 2007 occuperà per tre giorni e tre notti alcuni luoghi emblematici della città di Manchester, in un percorso itinerante tra memoria e innovazione. Il luogo dove oggi si eleva l’Arndale Shopping Center, cuore del festival, fu teatro nel 1996 di un attentato esplosivo dell’IRA che devastò il centro della città ma segnò anche l’inizio del boom economico che travolse Manchester negli anni successivi. Un effetto disorientante e al contempo una riflessione sul significato dell’arte in rapporto all’ambiente, alla tecnologia mobile e alla storia. Gli artisti commissionati da Futursonic daranno vita a una reinterpretazione dello spazio commerciale e urbano ridisegnandone i percorsi, evidenziandone i limiti, lasciandosi coinvolgere in una riflessione sul significato sociale della tecnologia e sul senso dell’arte oggi.

Come sottolinea Drew Hemmet, direttore del festival “Siamo immersi in modo crescente in un contesto mediatico, fatto di immagini e suoni costantemente fluenti. Siamo circondati dalla tecnologia mobile, telefonini, grandi schermi nelle piazze e nelle strade, sistemi wireless ovunque andiamo. In questa nuova epoca di persuasione, è più facile esperire l’arte? O è più difficile?”

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E in effetti definire che cosa sia un oggetto d’arte oggi sembra un’impresa destinata al fallimento. Perchè mai, ad esempio, il cd che vedo qui davanti a me appoggiato sulla mia scrivania dovrebbe essere (o contenere) un’opera d’arte? E se lo fosse, che cosa è allora a conferirgli un tale statuto? Se poi proviamo a pensare alla performance, agli happening, alla stampa raffigurante un’installazione appesa di là in cucina o ad un vj set la cosa sembra complicarsi ulteriormente.

Ma forse, come spesso accade, sono le domande ad essere inadeguate, soprattutto quando le risposte si fanno più urgenti. Il fatto è, forse, che oggi l’arte sembra sfuggire alla riflessione per imporsi potentemente e in modo diretto nel mondo della vita, cioè nelle mie scelte economiche, nella mia memoria affettiva, come sfondo o primo piano di complesssi mutamenti che coinvolgono in una matassa unica la società e la tecnologia. L’arte oggi è dovunque e in nessun luogo, sta sul mio iPod o dentro il mio telefonino, su una maglietta o in uno slogan pubblicitario. Non si tratta allora solo della perdita di quella che Walter Benjamin chiamava l’auraticità dell’opera d’arte, ovvero il suo essere qui ed ora in modo unico, ma ancor più radicalmente del tramonto dell’estetica come riflessione sull’arte, nell’ottica di una sua riabilitazione come forma di conoscenza autonoma.

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Di questo fatto, cioè del significato essenziale del medium attraverso cui è fruibile l’arte, se ne era senz’altro accorto Brian Eno quando confezionava Music for Airports. Ed ecco perchè Futursonic presenta oggi Art for Shopping Center , un’esposizione singolare di opere d’arte site specific nel contesto di uno dei luoghi più neutri eppure popolati dell’Occidente, il centro commerciale. Attraverso l’esposizione di opere originali di artisti internazionali, Futursonic propone un modo per riscrivere i rapporti economici e la quotidianità attraverso la decontestualizzazione artistica e l’osservatorio privilegiato della creatività.

Altro contenitore di grande interesse è il Social Tecnologies Summit, che propone una serie di conferenze interdisciplinari per riflettere su come la tecnologia mobile sta cambiando le nostre abitudini sociali, i nostri percorsi urbani, il nostro modo di essere nello spazio e nel tempo sociali e lo stare con gli altri. Il Social Technologies Summit promuove un’idea della tecnologia come pratica sociale esplorandone l’impatto sulla sfera pubblica e analizzando in modo particolare le nuove forme di network tecnologico.

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Ancora in prospettiva sociale è Evnts 2007 il contenitore dedicato agli artisti e agli organizzatori che vogliono utilizzare il festival come momento d’incontro e scambio. Inaugurato nel 2005, Evnts ha raccolto una community di addetti al settore che è oggi un picccolo festival nel festival.

Futurevisual celebra invece i giorni dell’aurora del multimediale. Il leggendario UFO Club di Londra rinasce al Futursonic quarant’anni dopo con la partecipazione dei protagonisti di allora, tra cui Berry Miles – storico attivista e cronista dei Pink Floyd della Londra psichedelica – affiancati a nuovi talenti della scena av contemporanea, tra cui Semiconductor.

Infine Music for Beep Generation è il cuore musicale e pop del festival, con la partecipazione di musicisti e dj della prolifica scena elettronica di Manchester. Un tributo all’anima rock della musica dance elettronica.


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