La Woodstock della musica elettronica contemporanea torna ad accendere i riflettori nella città al momento più cosmopolita d’Europa: Sonar e Barcellona, Barcellona e il Sonar, un connubio indissolubile e quasi simbiotico tra un evento di portata mondiale e la sua città di appartenenza.

Del Sonar si dice tutto, ogni anno nel bene e nel male, ma ogni anno la kermesse si ripete, confortevolmente uguale e caoticamente diversa nel suo incedere, sempre più attenta e focalizzata non solo sulla musica e sul suono ma su tutte le arti multimediali sul confine tra arte, tecnologia e comunicazione.

Lontano dalla spocchia intellettuale di tanti altri festival internazionali di new media art, più vicino forse alla percezione socio-culturale che giovani e meno giovani anno dei mutamenti in atto, pur rimanendo fedele al suo inprinting di rassegna di “musica avanzata” è ormai un crogiolo ribollente di realtà legate ai nuovi media in senso più ampio. La collaborazione e la media partnership di quest’anno con noi di Digicult è forse il dato più indicativo del mio ragionamento.

Fedele al suo originalissimo piano di comunicazione, un po’ pop un po’ anarchico, un po’ ironico un po’ kitch, anche Sonar 2007 si affida quest’anno a un immaginario iconico che riesce a differenziarsi da tutto e tutti. Le immagini pittoriche, retrò e sfacciatamente espressioniste sulla Storia della Chirurgia firmate fotografo Lejaren A. Hiller, invase e sfregiate dalla presenza fuori contesto di uno Smiley di passate memorie acide, riescono in modo incredibilmente efficace a descrivere la situazione attuale di “inutilità di tutti i ritorni, sia verso il passato che verso il futuro, per lasciare lo spettatore con molte più domande che risposte”.

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Sonar Official Press

Anche l’edizione 2007 del Sonar, come di rito, ha la sua star indiscussa; anche se forse quest’anno le stelle nel cielo di Barcellona dal 14 al 16 Giugno saranno effettivamente due. Da una parte i re indiscussi del rap bianco, quei gruppi che non si possono discutere tale è il loro rigore e la qualità in oltre quindici anni di onorata militanza, i newyorkesi Beastie Boys. Dall’altra i Devo, e chi non li conosce vada a ripassarsi la storia: pionieri della convergenza tra post-punk, pop-rock ed elettronica, uno dei gruppi cardine di quasi tutti i movimenti musicali degli ultimi vent’anni, mancano dalle scene da più di quindici anni…non c’è altro da aggiungere francamente, solo esserci conta. I Beasty Boys sono però forse i veri protagonisti, per il doppio concerto che proporranno come mattatori anche della ben noto galà di apertura del Sonar, quello del giovedì sera: i ragazzi di Brooklyn in versione acustica non si erano ancora sentiti, e la curiosità è tanta, inutile negarlo, anche per l’accompagnamento del progetto techno minimale Narod Niki.

Attorno a questo centro nevralgico, Sonar 2007 si preannuncia come il consueto melting pot di proposte note e di progetti in ascesa, di showcase e di incontri, di proiezioni e di installazioni, di multimedialità e comunicazione, di chiacchiere e incontri. Difficile come sempre fare ordine, stimolante non lasciasi prendere dal panico e cercare di orientarsi con criterio nell’universo Sonar, allettante lasciarsi trasportare dalle emozioni del momento.

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Grande attesa è rivolta quindi al ritorno in auge della musica dubstep, uno dei marchi di fabbrica più originali della scena inglese degli ultimi dieci anni: la colonia Uk cala in massa a Barcellona con Mary Anne Hobbs, Kode 9 & The Spaceape, Various Production, Skream e Oris Jay, per una consacrazione a livello internazionale che sarà sicuramente viatico per un veloce ritorno mediatico di questo genere musicale a cavallo tra dub, techno e garage.

Altrettanto interessante è il contrasto proposto tra artisti come Digitalism, Radioslave, Altern 8 e Fangoria più legati alla scena rave, e affascinanti concerti per piano ed elettronica come quello proposto dal neo barcellonese Murcof con il musicista Tristano e il live di Alexander’s Annexe con Mira Calix.

Come usanza di moltissimi festival a livello internazionale e come trend degli ultimi anni del Sonar, molta attenzione è posta verso i paesi dell’estremo oriente: la novità è che quest’anno non si parla solo di Giappone ma anche di Cina. Se infatti da un lato è gradito il ritorno di Cornelius e la presenza dei giapponesi Kazumasa Hashimoto e Juanji Kubo, dall’altra grande attenzione è rivolta verso i cinesi White, 718 e soprattutto FM3 con le loro Buddha Machines infarcite di sequenze ambientali sperimentali da artisti di livello internazionale come Aki Onda, Thomas Fehlman, Blixa Bargeld, SunO))) e Adrian Sherwood.

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Sempre il Giappone sarà protagonista dei consuenti showcase all’interno del festival: la label Noble farà infatti da apripista a una sezione che sarà arricchita anche delle presentazioni offerete da Innervisions (DE), Lo Recordings (UK), On and On Records (FR), Station 55 (ES) BBC Radio 1 (UK), Ed Banger (FR), Hot as HEL (FI) e Beijing Waves (CN). E per chi il Sonar lo interpreta “solo” come una grande rave, ecco gli immancabili masterpiece del Sonar by Night: Jeff Mills, Dave Clarke, Timo Maas e Miss Kittin, fedeli alla causa, saranno presenti e non risparmieranno nessuno.

Ma come si sà, da tempo ormai il Sonar non è solo musica ma anche multimedialità: anzi l’equilibrio diventa anno per anno sempre più attento e raffinato. La sezione SonarMatica dedicata alle installazioni e ai progetti di new media, la parte dedicata alle integrazioni sperimentali audiovisive del Sonarama, la sezione più avanguardista del SonarExtra, le proiezioni del SonarCinema, le conferenze e i dibattiti, preannunciano una kermesse quasi impossibile da contenere nello spazio di 3 soli giorni.

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SonarMatica dopo le ultime tre stagioni di indagine del nuovo concetto di territorio all’interno del mondo contemporaneo (le micronazioni nel 2004, i paesaggi del ventunesimo secolo nel 2005 e i progetti mobile e locativi dell’anno scorso), ha deciso quest’anno di focalizzare la sua attenzione su qualcosa di molto diverso e forse più immediato: il mondo della magia. Una mostra dedicata alla Terza Legge di Arthur Clarke (lo scrittore di 2001: Odissea nello Spazio per intenderci) e alla sua affermazione ” Any sufficiently advanced technology is indistinguishable from magic “. Masaka Fujihata, Paul de Marinis, Julián Maire, Takeshi Ishiguro, Golan Levin e Zachary Lieberman regaleranno momenti di magia con le loro installazioni e le loro opera, combinando i rispettivi progetti per fare di SonarMaticaz 2007 un momento unico per tutti, esperti e meno esperti.

Analogamente il Sonarama regalerà al pubblico che confluirà negli spazi del Centre d’Art Santa Monica sulla Ramala vicino al porto, esibizioni, live, incontri e percorsi immersivi tra musica e immagini. La spazializzazione del suono, l’immersività sinestetica audiovisiva, la sperimentazione multisensoriale, questi i temi di una sezione che, pur essendo una parte di un happening più ampio, è ormai diventata un importante appuntamento per tutti gli appassionati del genere (e i professionisti che attorno vi lavorano).

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Infine SonarExtra, dal 25 Aprile in mostra al Scince Museum della Cosmo Caixa di Barcellona, proporrà l’exhibition “Physics and Music. Vibrations for the soul”, momento di approccio scientifico e tecnico all’arte della musica e del suono. Gli spettatori potranno sperimentare come le proprietà base della musica come toni, timbri, intensità, armonie e ritmi si propagano negli organi sensoriali del nostro corpo, attraverso una serie di strumenti, sculture sonore e installazioni dei due fratelli francesi François and Bernard Baschet.

E gli italiani? Nessuna traccia, nessuno, niente, niet, nada. Siamo alle solite, ma questa è un’altra storia….


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