Che cosa sarebbero i film di Fellini senza le musiche di Nino Rota? Il muto di Chaplin senza il contrappunto musicale che talvolta era egli stesso a comporre anche dopo l’avvento del sonoro? Chaplin, che credeva che l’essenza del cinematografo fosse il silenzio, ci ha insegnato che il sonoro non è fatto di parole, ma di note.
A più di un secolo dall’invenzione del cinematografo il legame tra musica e immagine in movimento impera in ogni sistema di comunicazione senza mai smettere di stupirci e reinventarsi. Molto è cambiato certo, senz’altro grazie anche alle nuove tecnologie, ma è la creatività, il bisogno incessante di esprimere visioni e percorsi alternativi che sappiano farsi interpreti lucidi e sognanti di questa incredibile realtà, a guidare le nostre esperienze. In altre parole Arte, ricerca, passione, innovazione.
Questo perlomeno in un’interessante lettura del contemporaneo a cura di TiConZero, associazione culturale e centro di ricerca musicale da circa un decennio, attivo sul territorio sardo nell’organizzazione e promozione di performance, incontri, laboratori, nel segno della sperimentazione e dell’innovazione tra musica e teatro. Nasce così Signal, festival isolano dal piglio sicuro, che punta tutto sulla trasversalità dei linguaggi e si rivolge in particolare a quel pubblico che avverte la necessità di nuovi percorsi, che desidera espressioni di segno innovatore, che ambisce a percorsi mentali originali e prospettive alternative a quelle preconfezionate dalle logiche del consumo culturale. Dal 13 gennaio al 18 febbraio un calendario ricco e originale di serate-evento tra musica sperimentale e video, ma non solo.
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Marc Ribot, Victor Nubla, Paolo Angeli, Elio Martusciello, Økapi: sono alcuni dei protagonisti di SIGNAL (Teatri del suono), accanto ai quali scorrono proiezioni e installazioni video, vj set ed esposizioni di videoart. Signal, Segnali video, una rassegna dentro la rassegna che propone i lavori di Nico Vascellari, Michael Fliri, Shoggoth, Fluid Video Crew, Nark BKB, Sabrina Mezzaqui, mercoledì, Bulba, Francesco Lauretta, Al:Arm!, Dafne Boggeri, Andrea Dojmi. Artisti che operano con il video e la performance, trovando nell’esperienza sonora un elemento indispensabile per la loro ricerca.
Ad aprire la rassegna quindi Tessuti, progetto solista di Paolo Angeli dedicato alle composizioni di Bjork e Fred Frith arrangiate per chitarra sarda preparata, insieme ad un video degli Shoggoth. Tra avanguardia extra-colta e tradizione popolare Paolo Angeli suona questa sorta di strumento orchestra – ibrido tra chitarra baritono, violoncello e batteria dotato di martelletti, pedaliere, 7 eliche, 14 pick up. Con questa singolare propaggine Paolo rielabora, improvvisa e compone una musica inclassificabile, sospesa tra free jazz, folk noise, pop minimale.
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Tutta dedicata al video invece la seconda serata con la presentazione dei lavori selezionati per il festival. Una carrellata eclettica e irriverente con la partecipazione speciale di Andrea Dojmi, Al:Arm! e Bulba. Il festival riprende il 20 gennaio con la coppia Moex e Vj Signorafranca. I Moex spaziano dal minimal, noise, attraverso fitte tessiture poliritmiche e guizzi timbrico-industriali con l’obiettivo di proporre nuovi rapporti tra musica e spazio, tra suono e immagine. Contrabasso, chitarra, sampler si accostano a utensili, graticole, molle, secchi e altri oggetti di uso quotidiano per ricreare, de-strutturato e rielaborato, un magma sonoro amplificato.
Le Audiomacchine del desiderio di Elio Martusciello e Økapi, in scena il 23 gennaio, sono strumenti che consentono di rivisitare, recuperare, decostruire oggetti sonori già esistenti, segni-audio del nostro tempo. Ridotti in ulteriori frammenti, mutati di senso, accostati secondo una diversa e per un verso inaccessibile cartografia del suono questi segnali trasformano la musica in puro con-tatto dei sensi.
Ancora Økapi suona venerdì 26 sulle sequenze video di Pintaycolorea, videoperformer del collettivo di vj Flxer.net, le cui ultime performance si sono svolte al SONAR ed ENZIMI.
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Il duo OOFOURO, al secolo Alessandro Carboni e Danilo Casti, si esibisce invece i primi di febbraio all’Ex vetreria con Au Bo: Towards Etimo, esercizio di combinazione e capitolo finale del Progetto Climax. Etimo rappresenta il processo di Anagenesi del Sistema, cioè la sua rigenerazione, intesa come aumento della complessità, perfezionamento delle sue strutture e graduale adattamento di esso ad altri sistemi già esistenti. A partire da questa idea, Etimo intende esplorare l’universalità del Sistema Trilite, trovando una sua collocazione nel contemporaneo, cioè nel reale. La serata propone inoltre le sperimentazioni video di Dafne Boggeri.
A 24 ore di distanza, Modular Ensemble presenta invece Drumming, un capolavoro della seconda metà del 900, un classico e nel contempo un’esperienza ancora densa di futuro, a cui attingere per pensare e ri-pensare la musica oggi e domani. Drumming è un viaggio al centro del ritmo e del tempo. E’ un’esplorazione profonda delle possibilità materiche del suono. Il pezzo è diviso in quattro parti suonate di seguito senza pause. Nella prima parte quattro percussionisti costruiscono e decostruiscono le trame sonore del brano sulle pelli dei bongos. Nella seconda parte il suono delle pelli trasmigra sul legno: nove percussionisti alle marimbe e due voci femminili stratificano progressivamente il materiale sonoro. Nella terza parte, affidata a quattro percussionisti sui glockenspiels e all’ottavino, il legno modula nel metallo. Nella quarta parte tutti i materiali esposti nelle sezioni precedenti si fondono nel mélange finale, estatico e pulsante.
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Nella stessa serata scorrono le immagini di Sabrina Mezzaqui, tutte giocate sulla materializzazione dello scorrere del tempo, che registra variazioni di luce o semplici fenomeni naturali come il pulviscolo nei pressi di una finestra socchiusa o i riflessi del sole sulle onde o la neve che cade. AIXÒNOÉSPÀNIC è un progetto di Victor Nubla, Quicu Samsó e Albert Guitart. Il trio, batteria, basso elettrico e clarinetto elaborati elettronicamente, si prefigge di creare e liberare energia musicale per mezzo di una struttura compositiva / improvvisativa di una certa complessità, rivestita da un’aura di mistero, e di operazioni combinatorie casuali chiaramente irrazionali e maldisposte.
Il contraltare video è per questa serata affidato a Michael Fliri, presente anche all’ultima edizione di Transart. Il 10 febbraio alla Chiesa di Santa Chiara è la volta di Jetèe, omaggio sonoro a Chris Marker. Una reinterpretazione musicale delle immagini del film La jetée, considerato uno degli esempi più alti di cinema della modernità.
Ai Mercoledì, formazione milanese operante dal 1999, il contrappunto audio video con Isola, una miscellanea di montaggi video di materiali di repertorio e cinema d’autore attraverso i quali vengono riletti fenomeni storici e culturali, contaminati da linguaggi altri (televisione, pubblicità) e dai contributi più disparati. I video fanno parte di performances in cui in cui i membri di mercoledi suonano dal vivo fornendo la colonna sonora mediante sampling e strumentazione sia acustica che digitale.
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La serata conclusiva ha il carattere del grande evento con Marc Ribot, uno dei chitarristi più acclamati degli ultimi 20 anni, celebre artista dallo stile personale ed innovativo tra punk, jazz e blues. Noto per le sue numerose e prestigiosissime collaborazioni tra cui quella con Jhon Zorn. La serata prosegue con i Syntax Error, il cui “sound” è ispirato alla musica per immagini. Nei loro brani sono presenti riferimenti al mondo del cinema e incroci fra generi e stili, ma anche campionamenti che riciclano fonti sonore preesistenti con l’obiettivo di mettere a contatto musiche molto distanti fra loro. Per Segnali video nella stessa serata Nico Vascellari presenta uno dei suoi lavori più recenti in cui tramite l’uso dei media più vari, performance, scultura, disegno e collage, reinterpreta e personalizza l’approccio estetico del fashion system.
Negli intenti degli organizzatori, SIGNAL punta a diventare un appuntamento stabile: quello in programma fra gennaio e febbraio si presenta infatti come un banco di prova per un festival di arti performative, musicali e visive, ancora più ampio e articolato, previsto già per il prossimo autunno.