Un maggio denso di appuntamenti, quello di Barcellona. I numerosi e imperdibili festival di primavera possono rappresentare un modo per esplorare gli angoli più o meno remoti, ma sempre molto interessanti, di una città tutta da scoprire. Tra questi, OFF LOOP ’06, festival di videoarte giunto ormai al suo quarto anno di vita, sembra prestarsi particolarmente bene a suggerire un itinerario a caccia di luoghi di incontro estremamente attivi, tessere fondamentali del mosaico culturale che fa di Barcellona un polo d’attrazione internazionale. Il festival è infatti dislocato in molti punti della città, tra cui piccole gallerie e centri culturali.

Questi spesso sono fioriti dall’incontro di pochi appassionati e cominciati con attività di quartiere che trovavano l’appoggio degli abitanti, come è successo all’ Almazen , sede dell’associazione culturale La Ciutat de les Paraules, sorto nel cuore del Raval nei locali di una vecchia calzoleria. I suoi spazi sono a misura d’uomo e caratterizzati da un’atmosfera familiare con un che di antico. Qui hanno avuto luogo alcuni appuntamenti del festival, come la performance di videoarte della colombiana Liz K. Peñuela e la proiezione dei video della compagnia di danza di Bacellona Erre que Erre .

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Interessante anche Saldestar , vivace “spazio di confluenza” nel quartiere bohemio di Gràcia, aperto a “viandanti, amici e simpatizzanti”, che per tre sere ha proiettato nella sua vetrina la selezione di video Escaparate High & Low Tech, per il pubblico che passava in strada o che, appositamente convenuto, si sedeva sul marciapiede di fronte. Nello spazio è stata proiettata anche la selezione Monográficos y Temáticos, tenutasi in altre date presso la Galería dels Àngels .

Il Coldreation ha invece ospitato, per tutta la durata del festival, i video di Xavier Gavin, che ha inaugurato personalmente l’esposizione con la performance Be Lie Ve, dove utilizza il dolore fisico e mentale per le sue esplorazioni filosofiche (e altrettanto deve fare il pubblico, se minimamente impressionabile, dato che si fa appendere al soffitto per mezzo di ganci piantati direttamente nella sua schiena).

Anche Miscelänea è una galleria vivace sorta nel quartiere del Raval, a due passi dal meraviglioso Palau Güell di Gaudí. Qui la proiezione del Programma Fluxus, proseguita dal 16 al 21 maggio, è stata inaugurata dalla performance di Bartolomé Ferrando, che ha portato un pezzo di sperimentalismo poetico audiovisivo, un omaggio alla corrente Fluxus e una raffinatissima rappresentazione di “musica visuale”, durante la quale ha “suonato” un annaffiatoio pieno di farina disegnando nell’aria figure evanescenti.

E al più famoso rappresentante dell’area video di Fluxus, il coreano Nam June Paik, recentemente scomparso, sono stati dedicati anche uno speciale presso la mediateca del Caixa Forum e una tre giorni di conferenze presso gli spazi di Casa Asia , nel bellissimo palazzo Baró de Quadras, sull’elegante Avinguda Diagonal.

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L’OFF LOOP, infatti, nel corso del suo ricco programma, ha occupato anche alcune aree dei centri istituzionali più noti.

Il CCCB, per esempio, dove La Mekanika ha curato, dal 16 al 18 maggio, Rendez-vous, una serie di proiezioni di videodanza contemporanea di altissima qualità. Tra questi si sono distinti: alcuni documentari sulle esperienze di compagnie di danza e teatro nate in paesi difficili (come il mondo arabo e l’Africa nera); la documentazione del concepimento e della nascita della scultura vivente che la coreografa portoghese Vera Matero e l’artista Ruy Chaves hanno portato alla Biennale delle Arti di San Paolo (Brasile) nel 2004; lo studio sulla lentezza e sull’elasticità della coreografa francese, Myriam Gourfink, accompagnato dall’ottima musica di Kasper Toeplitz e, soprattutto, il film-capolavoro di Vicent Pluss “The Moebius Strip” (2001), realizzato sulla coreografia omonima di Gilles Jobin con la musica di Franz Treichler e premiato al Festival Internazionale di Film e Video di Danza di Monaco “Dance Screen 2002” , al Festival Cinema d’Arte di Bergamo e all’On Camera Festival di New York (2004). Peccato la bassa affluenza di pubblico, forse a causa degli orari pomeridiani in giorni lavorativi, perché la qualità della selezione avrebbe meritato davvero molto di più.

Presso il CCCB si sono tenute anche proiezioni tematiche notturne nel cortile, tra cui quella dedicata alle case produttrici locali. Tra queste si è fatto notare l’interessante lavoro di Goalstudio. Per il pubblico del festival, inoltre, domenica 21 maggio l’ingresso alla mostra in corso Erice-Kiarostami/Correspondencias era gratuito.

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All’ Istituto Italiano di Cultura è stata proiettata la selezione di Videominuto. A parte i video di Hey Presto , dell’infallibile austriaco Timo Novotny e del duo italiano Milycon/EN (formato da Daniela Cattivelli e Lino Greco), gli altri probabilmente hanno fatto un effetto migliore ai fortunati che si sono imbattuti nelle proiezioni random nella rete del metro. A proposito di Timo Novotny, nei locali del KBB (Kültur Büro di Barcellona) , fino al 24 giugno, sarà proiettato il suo lavoro, ancora una volta risultato del fortunato connubio con i Sofa Surfers , Life in loops: A Megacities rmx de Timo Novotny .

Questa non è l’unica installazione che proseguirà oltre il termine del Festival. Anche presso i locali de La Capella , spazio espositivo comunale legato al Palau de la Virreina e all’Institut de Cultura, proseguiranno fino al 23 luglio la mostra Berlintendenzen e la pro i ezione di video sull’Alexanderplatz di Berlino provenienti dal Trasmediale .

Insomma, il calendario è stato denso, molto più di quanto raccontato qui: spesso ad aprire le esposizioni erano presenti i protagonisti che si esibivano in performance o raccontavano il loro lavoro, mentre le rassegne si sovrapponevano, cominciavano e finivano come in una partitura, permettendo a chi poteva dedicarvi molto tempo di riuscire a seguire il più possibile.

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Presso i locali del centro civico Pati Llimona, nell’affascinante quartiere gotico, il collettivo francese Ultralab è venuto personalmente a presentare il suo video sperimentale {366 Days}, interessante ma appesantito della immagini troppo ricorrenti del videogioco Unreal Tournament.

Marcel.lì Antuñez doveva esibirsi alla Paloma, storica sala da ballo ancora una volta al Raval, la notte di sabato 20, con la sua “Conferenza Meccatronica” Transpermia, in concomitanza con la presenza del gruppo Moonbootica. L’appuntamento, però, a causa di alcuni problemi, è stato rimandato al 21 luglio. Una certa attenzione è stata infine dedicata all’ormai consolidato fenomeno del VJing. L’intera serata del 12 maggio, al Maumau , circolo nel quartiere del Poble Sec, è stata dedicata a un ping pong di VJ tra cui BH Project , Offnoll e il collettivo Pixelbirds . Invece presso i locali del Niu Audiovisual, spazio culturale di recente apertura nell’ex-quartiere industriale del Poble Nou, la sera di sabato 20 è stato presentato il DVD VJBR#1- Visual Jockey do Brasil.

Tutto ciò è avvenuto sotto l’occhio attento del giovane e appassionato coordinatore, Alex Brahim, e senza alcun biglietto di ingresso, tranne in rarissimi casi dove il prezzo era comunque accessibile.


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