E’ un piacere parlare dei Retina.it, il progetto di Lino Monaco e Nicola Buono. Nati dall’ evoluzione di quanto seminato e raccolto con il sodalizio con Rino Cerrone, noto DJ partenopeo, il suono del gruppo ha sfrondato le reminescenze post new wave per arrivare ad una formula personale e matura. Elettronica che colpisce per la capacità di creare un percorso autonomo: nessuna sudditanza da modelli europei, capacità compositiva che evita le secche di quanto ormai ampiamente ascoltato, meditato e analizzato in ambito contemporaneo: ne electro ne glitch, ne bombardone ne rarefazione ultraminimale.
Si apprezza la proposta esclusivamente strumentale la dove altri artisti del roster Hefty, Telefon Tel Aviv su tutti, hanno invece introdotto il cantato con esiti modesti, mi riferisco al pur valido Map of what is effortles del 2004. Due cd all’attivo: Volcano.waves.1.8. inciso nel 2001 per la Hefty che propone una deriva elettronica fluttuante, sapientemente leggera, mai scontata. Segue nel 2004 il secondo Cd. Semplicemente intitolato Retina.it riesce a mettere a fuoco ancora di più l’indiscutibile talento dei due musicisti di Pompei: un disco che raccoglie e distilla le intuizioni della prima opera. L’attenzione di chi ascolta viene catturata dalla prima all’ultima traccia.
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Da segnalare oltre ad una manciata di EP e la presenza in numerose raccolte la costituzione insieme a Marco Messina di una Label personale, la Mousikelab che nel 2003 ha pubblicato a nome Resina la prima uscita. Contattati via Email i Retina.it rispondono a qualche domanda:
Leo Learchi: Come vedete l’attuale scena elettronica di casa vostra?
Retina.it: Da quando abbiamo iniziato a produrre musica elettronica sono cambiate molte cose. Agli inizi degli anni ’90 c’era un interesse marginale per le cose che proponevamo, pur provenendo da ambienti non propriamente dance riuscivamo a proporre la nostra musica solo in ambito esclusivamente tehno. Da un po’ di anni però , le cose sono cambiate ed attualmente ci sono diverse realtà che operano nel nostro territorio, principalmente a Napoli. Se solo si vuole pensare alla scena techno che ha dato e continua a dare validi personaggi , si può avere una vaga idea di quante persone attualmente scelgono di esprimersi con l’elettronica. Inoltre i festival, Sintesi di Napoli, e Interferenze, nella provincia di Avellino, sono l’espressione più evidente di come, seppur con difficoltà, la musica elettronica è sentita nella nostra regione.
Leo Learchi: Come nascono i vostri pezzi?
Retina.it: L’approccio alla creazione della nostra musica e’ rimasto invariato. Ci vediamo continuamente tutti i pomeriggi in studio ed il più delle volte chiudiamo i pezzi nell’arco della giornata. Raramente sostiamo su di una traccia più di un giorno. Preferiamo che le tracce prendano vita perlopiù dall’ overdubbing, più che dalla stesura su sequencer arricchendo e riarrangiando il lavoro fino alla nausea. Una volta chiusa una registrazione del lavoro, riascoltiamo il tutto dopo qualche giorno, per capire se ciò che avevamo registrato mantiene le stesse caratteristiche di intensità e feeling con la quale la traccia era stata creata.
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Leo Learchi: Per quanto riguarda le strumentazione? Analogico, digitale o software?
Retina.it: Tutti e tre sono processi fondamentali nella creazione dei nostri brani, da sempre. Il campionatore, che e’ uno strumento hardware digitale, ormai seppellito dalla popolarità del crescente uso di software di campionamento usati sul computer, e’ stato il primo strumento digitale ad entrare nei nostri studi, affiancato da una varietà di sintetizzatori e drum machines in gran parte dei casi analogici, collezionati soprattutto durante i primi anni della nostra attività. Anche l’uso del software è una costante invariabile che ci accompagna da sempre. Nel lontano ’93 abbiamo iniziato con un Atari provvisto di software per sequenze Midi. Oggi usiamo diversi computer sia per la realizzazione di sequenze audio/Midi sia per il processo di registrazione finale ed editing. Grazie anche alla versatilità e alla trasportabilità dei computer odierni, per i nostri live abbiamo ormai adottato il classico uso di portatile e scheda audio al posto di un registratore digitale ad otto tracce del peso di 8/10 Kg!!
Fondamentalmente il nostro approccio rimane comunque analogico, in quanto preferiamo lavorare i brani a un mixer analogico e processarli attraverso outboards, pur rischiando di compromettere l’audio con fruscii e ronzii, piuttosto che restare incollati a uno schermo in un regime del tutto virtuale con il pretesto di avere un suono chiaro e pulito.
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Leo Learchi: Quali gruppo/artista vi ha maggiormente ispirato?
Retina.it: Citare gruppi e artisti che hanno condizionato il nostro sentire /produrre musica potrebbe risultare un elenco noiso ed infinito. Però e’ giusto che qualche nome sia fatto. John Foxx, leader dei primi Ultravox con il suo Metamatic, album che consigliamo vivamente per chi non lo conoscesse, i Clock Dva di Andi Newton, Colin Newman, Duet Emmo, Dome, Pwog, Coil, Spk, Eno, Vidna Obmana, Raymond Scott, Glass, Riley, Satie, l’elettronica della Warp, Bretschneider, con il suo Flex album datato 97 fu di riferimento per il nostro suono, Atom e le sue molteplici incarnazioni…etc etc.
Leo Learchi: Progetti per il futuro?
Retina.it: Il futuro e’ qualcosa di imprevedibile , possiamo solo dirti che abbiamo tantissime tracce nuove e che avranno di sicuro una loro collocazione. Da un po’ abbiamo consegnato un remix ad un gruppo di Chicago, Bosco & Jorge. La band in questo pezzo si e’ avvalsa della collaborazione di personaggi di spicco della scena post rock di quella città, i nomi che compaiono nel brano da noi remixato sono quelli di Rob Mazurek, John Herndon e i fratelli Navin degli Alluminum Group .