Un simpatico omino corre per le strade innevate dell’East Village di New York, si ferma, spala un po’ di neve, poi riprende a correre; a volte un passante lo ferma per raccontargli la notizia del giorno, ma lui sembra non dargli troppo peso. L’omino siamo noi che giochiamo, e i fiocchi di neve che cadono sono altrettante immagini d’attualità, che si gonfiano come bolle e esplodono sulla sua testa. Ogni tanto l’omino si ritrova al chiuso, tra libri in fiamme, o a sguazzare in una piscina piena di petrolio. Qui non si può più giocare, si può solo osservare e riflettere.
Average Shoveler è l’ultima opera dell’italiano Carlo Zanni, commissionata dal tandem Rhizome/New Museum. L’omino, vestito, come tutti i passanti, dalla label “Indigo People”, rappresenta il cittadino medio dell’età dell’informazione, intento a spalare via dalla sua mente confusa il sovraccarico dell’informazione che vi piove da ogni dove, leggera e invadente come la neve. Si tratta di una battaglia persa in partenza, e il gioco non dà infatti alcuna possibilità di vittoria.
Le immagini, come le notizie declamate dai passanti, sono pescate in tempo reale da Yahoo, il nuovo oracolo del XXI secolo. Nell’età dell’informazione, la vita non esiste senza colonna sonora, e l’omino combatte la sua inutile guerra contro la neve che continua a cadere accompagnato dalle note di Gabriel Yared, autore delle musiche di Il talento di Mr Ripley e Ritorno a Cold Mountain.
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“Dipingo paesaggi e programmo ritratti” ha dichiarato Carlo Zanni. Tuttavia Average sembra superare questa dicotomia, proponendo il ritratto ideale del netizen sullo sfondo della città dell’informazione. Nel contempo si appropria con rara disinvoltura delle logiche e delle estetiche del videogame, e le piega con energia altrettanto rara alle sue esigenze, innovando radicalmente il mezzo senza snaturarlo.
Il risultato non è un game, non è un quadro, non è un’esperienza di web surfing, ma è tutte e tre le cose assieme. Forse è una falla nel flusso dell’informazione, che collassa su se stessa nel momento in cui scopre di essere, essa stessa, informazione.