Lo scorso 12-13-14 Maggio, presso lo spazio polifunzionale del CCCB di Barcellona, si è svolto uno dei più importanti festival di grafica e arti digitali del pianeta, l’OFFF festival che nell’arco di 3 giorni ha presentato una ricca serie di lavori, progetti, workshop e seminari, presentando al pubblico europeo alcuni degli studi grafici e degli artisti più importanti di questo scenario che sempre più spesso si fonde con la cultura elettronica e le sue derivazioni audiovisive e di vjing.

Da studi di importanza mondiale come Tomato (vero punto di riferimento per un certo tipo di scenografie grafiche cool e minimali), ad artisti come Joshua Davis e Branden Hall, il famosissimo David Carson e Yugo Nakamura, James Paterson e il Tronic Studio, tutti sono stati coinvolti in questa quinta edizione del festival che ha saputo contestualizzare il festival non solo all’interno del prorio mondo di riferimento (quello della grafica e delle animazioni digitali) ma ha saputo porsi come il primo tentativo concreto di dialogo tra il mondo del design per immagini e quello delle performance elettroniche. Strada questa seguita sempre più frequentemente da grafici di importanza internazionale e testimoniata da collaborazioni e contaminazioni eccellenti. Senza per questo dimenticare i tentativi sempre più frequenti di penetrazione di questo mondo all’interno del dorato universo dell’arte contemporanea, con una ricca serie di esposizioni nei più importanti musei del mondo e nelle più lungimiranti biennali della terra. A testimonianaza di ciò è sufficiente guardare la lista di nomi che hanno contribuito alle passate edizioni dell’OFFF Festival, rassegna che, tra le altre cose, ha sempre dedicato la giusta attenzione al talento e alla creatività grafiche del nostro paese.

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Abbiamo avuto l’occasione di fare una chiacchierata con Héctor Ayuso, direttore del festival OFFF, parlando dell’edizione appena passata e dei programmi futuri della rassegna barcellonese:

Gianluca del Gobbo: Quali sono stati i punti di forza dell’edizione 2005 dell’ Offf?

Hector Ayuso: Per cominciare il cambio di ubicazione e il nuovo spazio che ha opitato l’evento. Tornare a Barcellona, la città che ha visto nascere il festival significa molto per noi, e soprattutto avere avuto a disposizione uno dei migliori spazi in cui potevamo contare di essere ospitati per l’evento: Il Centro di Cultura Contemporanea di Barcellona. Importante è stato anche il ritorno di workshop all’Offf ed in particolare la prartecipazione di Tomato come piatto forte della programmazione. In ultimo metterei in evidenza la partecipazione di Yugo Nakamura, inseguito dall’Offf sin dalla prima edizione, finalmente siamo riusciti a far diventare realtà la sua presenza al festival!

Gianluca del Gobbo: Molti degli ospiti in programma hanno avuto esperienze nel mondo dell’arte contemporanea, come vedi la realta della webart nel mondo dell’arte?

Hector Ayuso: Come ben dici, tanti dei nostri invitati hanno avuto esperienze nell’arte contemporanea ed hanno già partecipato attivamente in esposizioni in grandi musei del mondo. Considero che c’è ancora tanta strada da fare in questo senso e tante basi da fondare sulle quali costruire la webart, attualmente sento che continua ad essere una specie di invitato inaspettato all’interno degli spazi abituali dell’arte contemporanea, anche se ogni volta con più forza e rapidità stanno comparendo piccole gallerie specializzate non solo nella webart ma anche nell’arte digitale in tutte le sue espressioni!

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Gianluca del Gobbo: Tra loro ci sono personaggi che hanno partecipato anche a nostre esposizioni, quali sono secondo te le maggiori differenze tra i loro lavori del 2001-2002 come Dream di Josh Ulm per la biennale di Valencia o Schematic Beta di Joshua Davis per la mostra di webart che abbiamo realizzato al Flash Forward nel 2002?

Hector Ayuso: Ho conosciuto Josh Ulm nel 2001 in occasione della prima edizione dell’Offf come anche Joshua Davis e personalmente sono due artisti che mi hanno lasciato il segno, non solo per i loro lavori ma anche come persone. Ricordo The remedi project come uno dei primi progetti che hanno trasformato completamente il modo di guardare lo schermo del computer, e potrei dire lo stesso di Onte upon a Forest. Josh Ulm è un artista molto terrestre con un profondo background cinematografico, un immaginario molto ricco di presenze umane. Sogni, l’incosciente. In questo senso mi sono sentito sempre molto vicino al suo lavoro visto che anch’io ho studito cinema e nel mio lavoro si può vedere questa influenza. Ricordo che nella sua conferenza all’Offf arrivò anche a parlarci del linguaggio cinematografico di Godard! In quanto a Joshua Davis ho avuto la fortuna di conoscerlo non solo come artista ma anche come amico ed ogni volta che ci incontriamo approfondiamo il rapporto tra curatore ed artista. Il suo background è la pittura e come artista è l’opposto di Josh Ulm, molto astratto, molto viscerale, si basa molto sull’istinto, la spontaneità o, come lui stesso dice: l’incidente. Allo stesso tempo è molto caldo. Per me è il caos allo stato puro, e da quello stesso caos si genereranno grandi esplosioni di creatività.

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Gianluca del Gobbo: Non ho visto una grande presenza Italiana al Festival cosa ne pensi e ne sai della scena nel nostro paese?

Hector Ayuso: Sinceramente non faccio troppo caso alla provenienza degli artisti al momento di decidere gli invitati dell’Offf. Generalmente è un dato che non mi interessa più di tanto. Nel mio lavoro abituale, quando scopro qualcosa o qualcuno che mi attira l’attenzione, non mi fermo a cercare di scoprire da dove proviene. L’unica persona che mi forza a fare attenzione alla provenienza degli ospiti e il capo dell’ufficio stampa quando deve scrivere le recensioni. Ricordo molto bene Niko Stumpo che ha partecipato all’Offf 2002, il suo lavoro mi è sempre piaciuto molto, Brain Box sono molto bravi, ricordo anche dei ragazzi e che abbiamo scoperto ed invitato all’Offf 2003 chiamati Fantasmagramma, in quel momento non avevano ancora pubblicato niente, sono musicisti audio sperimentale, quanto sono bravi!!! Nel percorso di questi anni ricordo tanti partecipanti italiani al festival molto bravi come Mariano Cipriano, e credo di ricordare che uno dei vincitori del 2001 era italiano.

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Gianluca del Gobbo: Nella giovane pratica del Vjing e delle video live performance molti web designer stanno avendo la meglio su persone che vengono dall’ambito video grazie all’utilizzo di Flash che permette di realizzare piccoli campioni video in breve tempo senza rendering e senza bisogno di software particolari ne di dischi giganteschi, noi nel nostro piccolo abbiamo realizzato un mixer video proprio per loro, tu cosa ne pensi?

Hector Ayuso: Sono d’accordo Flash è un grande strumento da sfruttare ancora molto e credo che ci siano ancora molte potenzialità. Una di quelle potenzialità è il vjing. Noi abbiamo vissuto quella nascita nel nostro evento, ogni giorno di più ci arrivano proposte di strumenti realizzati in Flash per il vjing. Noi stessi li abbiamo utilizzati in una conferenza in Messico ed abbiamo fatto un live molto semplice mischiando video con vettori in tempo reale con Flash. Mi azzarderei anche a dire che le persone che provengono dal video, e come dici potrebbero avere svantaggi rispetto a chi viene dal web, finiranno per dover usare strumenti come Flash, dato che contrariamente a quello che si possa pensare, visto il suo potenziale, Flash è uno strumento facile da utilizzare e richiede un processo relativamente semplice per essere usato.


www.offf.ws

www.cccb.org

www.shockart.net/bienaldevalencia

www.shockart.net/flashforward2002